Inserita in Cronaca il 15/07/2019
da Cinzia Testa
Le colline neopatrimonio unesco sotto i riflettori: interviene la confraternita di Valvobbiadene
LE COLLINE NEOPATRIMONIO UNESCO SOTTO I RIFLETTORI: INTERVIENE LA CONFRATERNITA DI VALDOBBIADENE
Il riconoscimento UNESCO alle colline di Conegliano Valdobbiadene ha generato informazioni spesso distorte: ora interviene la Confraternita di Valdobbiadene
Valdobbiadene, 15 luglio 2019 Le Colline di Conegliano e Valdobbiadene sono il 55° sito italiano “Patrimonio dell’Umanità”, così si è espressa l’Assemblea mondiale Unesco. Questa notizia ha scatenato un’ondata di informazioni non corrispondenti alla realtà. La Confraternita di Valdobbiadene ricorda: il riconoscimento UNESCO si riferisce al territorio e non al prodotto. Si tratta di una nomina assegnata a un´area modellata dall´uomo, che nel corso dei secoli ha saputo disegnare la tessitura di un paesaggio incantato, dove storia, cultura, usi, costumi, clima e terra si fondono nel vero significato di territorio. È questo un tema caro alla Confraternita di Valdobbiadene che ora si augura che, nel momento in cui esso gode del maggior successo possibile, venga colta l’occasione di mettere ordine, di tornare all’originalità che ha reso possibile questo successo. È qui che interviene la Confraternita di Valdobbiadene, quale punto di riferimento autorevole, capace di assumere una presa di posizione nei confronti del territorio, delle cantine e del prodotto, a tutela di ogni consumatore. In questo panorama, infatti, essa avverte il dovere morale di assumersi la responsabilità della riaffermazione dell´identità, sottolinea il Gran Maestro Loris Dall’Acqua: «Nel 1946 i nostri quattro padri fondatori, con lungimiranza, avevano intuito la forza insita nella vocazione vitivinicola delle nostre meravigliose colline. Con la caparbietà che caratterizza le persone con profonde radici, hanno affrontato i terribili momenti della ricostruzione post bellica. Noi oggi dobbiamo ritrovare queste radici». La soluzione è quindi quella di unirsi per una coerenza territoriale, nella corrispondenza tra parole e azioni, che permetta a tutti i protagonisti di questo paesaggio passato alla storia di ritrovare la propria identità autentica, ulteriore patrimonio da tutelare e tramandare alle future generazioni, ben oltre il fenomeno “prosecco”.
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