Inserita in Cronaca il 01/12/2018
da Direttore
Convegno: Urla di donne invisibili testimoniane di coraggio e dignità
Lidu: giornata contro la violenza di genere omaggio alle ‘donne invisibili’
Toccanti sono state le testimonianze di Caterina Villirillo e Debora M., emozionanti le poesie recitate da alcune poetesse contemporanee e coinvolgente la performance musicale della Petronzi. Così, la Commissione Donne e Parità di Lidu onlus, appoggiata dal Comitato Insieme per l’Arte, Ipathia associazione e Onps, hanno fatto sentire la loro voce e dato voce a quelle che sono azioni solidali e di protezione a tutela di coloro che sono lasciati soli.
Il Convegno: “Urla di donne invisibili testimoniane di coraggio e dignità” si è tenuto il 23 novembre scorso presso la sede in piazza Ara Coeli 12 a Roma.
La Commissione donne e parità della Lidu onlus è stata coordinata da Maricia Bagnato, con l’ausilio del Comitato Insieme per l’Arte e l’associazione Ipathia. Si è così celebrata simbolicamente la giornata internazionale contro la Violenza alle Donne, che sarebbe stata qualche giorno più tardi il 25 novembre. Le donne andrebbero difese e tutela ogni attimo e non ricordate una volta all’anno.
Urla di donne invisibili
Troppe volte le grida delle donne sono disattese: dalle istituzioni, dalle persone, dai media. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Roberta Gisotti di Radio Vaticana. Le testimonianze chiave di Caterina Villirillo (presidente di Libere Donne a Crotone) che ha perso il figlio assassinato e di Deborah M., madre di una 17enne purtroppo vittima di violenza di gruppo, hanno acceso un intenso dibattito. La sala era gremita di spettatori e oltre alle crude e sofferte ricostruzioni degli eventi tragici delle due donne, sono intervenuti anche: Eugenio Ficorilli (vicepresidente vicario), Ella Grimaldi, Claudia Corinna Benedetti, Tiziana Primozich ed Ettore Lembo. Poi il dibattito si è animato ancor di più con i contributi di Federica De Pasquale (Fidapa), Marina Valentinetti (commissione Giustizia della Lidu onlus) la dott.ssa Lisa Di Giovanni dell’Ass.ne nazionale Azione Sociale.
Il fulcro della discussione è stato focalizzato proprio sull’assenza delle istituzioni e l’abbandono nel quale vivono le donne dopo aver subito una violenza.
Bisogna ricominciare a educare dalle scuole
Le violenze possono essere di diversi tipi, per la maggior parte gli episodi più drammatici di verificano negli ambienti domestici. A uccidere oppure a usare violenza solitamente sono persone che fanno parte dello steso nucleo famigliare, oppure amici e conoscenti. Allora bisognerebbe ricominciare dalle scuole ed educare gli studenti, oppure creare degli sportelli d’ascolto.
La dott.ssa Di Giovanni, proprio in merito all’argomento, durante il convegno ha annunciato quello che sarà il prossimo impegno di A.N.A.S. L’associazione, attiva al livello sociale su tutto il territorio nazionale, farà una serie di seminari all’interno delle scuole, proprio per affrontare e contrastare alcune forme di dipendenza e di violenza al fine di promuovere l’inclusione sociale, eliminare pregiudizi, ridurre l’abbandono e l’esclusione.
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