Inserita in Cronaca il 11/10/2013
da Marina Angelo
Immigrazione:sindacati manifestano sotto la Prefettura, negli uffici del prefetto una riunione per gestire l’arrivo di 210 nuovi ospiti
Il problema immigrazione si è palesato sotto gli occhi del mondo intero nella sua veste peggiore durante la più grande strage del mare mai avvenuta: la tragedia di Lampedusa. Ma le nostre coste sono da sempre meta di speranza per molti.
Emergenza, dramma, disgrazia, allarme diventano sinonimi di un unico bisogno aiutare chi arriva. La commozione per gli oltre 300 morti di questo massacro, che continuano a crescere, è stata forte ma più forte dovrebbe essere, adesso, il supporto per chi è rimasto.
Abbiamo visto come i sopravvissuti sono stati ammassati all’interno di quello che doveva essere un centro accoglienza ma che, di fatto, di accogliente non aveva più nulla. Un centro al collasso, troppo piccolo per contenerli tutti. E ad essere interessati al problema ( ma non solo a questo) e a come gestirlo sono tutte le città della Sicilia. Nessuna è esclusa, nessuna è immune. E quante sono pronte?
A Trapani, proprio in queste ore stanno arrivando 210 profughi tratti in salvo da una nave maltese. Sono solo una fetta dei 500 recuperati durante la notte. Gli altri 290 andranno tra Siracusa e Porto Empedocle.
E mentre sotto la Prefettura di Trapani la Cgil la Cisl e la Uil, per rispondere alla mobilitazione e nazionale che si sta svolgendo in tutte le città del Paese per riformare la legislazione sull´immigrazione e dotare l´Italia di una legge organica in materia di asilo, hanno impiantato un sit-in dal tema “Fermiamo le stragi nel Mediterraneo”; negli uffici si sta tenendo una riunione per decidere dove sistemare questi nuovi 200 ospiti.
Ce lo dice frettolosamente al telefono il dott. Mondello, responsabile dell’immigrazione.
Un emergenza annunciata proprio dal prefetto qualche giorno fa quando, durante il corso di una conferenza stampa affermava: «Con il continuo sbarco di immigrati su tutto il territorio continue sono le richieste di accoglienza. A fronte di questo stiamo cercando di aumentare la nostra capacità ricettiva e sono molte le opzioni che stiamo valutando per garantire la tranquillità fino ad oggi assicurata»
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