Inserita in Cronaca il 18/02/2016
da Umberto Crispo
NON ESISTEVANO CAMPI DI STERMINIO POLACCHI. ARRIVA “REMEMBER” UNO STRUMENTO CHE PREVIENE IL RIPETERSI DI TALI ERRORI
Ogni anno l’Ambasciata di Polonia rivolge alle agenzie di stampa e alle redazioni dei media italiani l’invito a prestare massima attenzione all’uso della denominazione corretta del campo di Auschwitz, basata sulla formula ufficiale approvata da UNESCO: “Auschwitz Birkenau. Campo nazista tedesco di concentramento e sterminio”. L’intenzione è quella di prevenire l’insorgere di situazioni in cui siamo costretti a chiedere chiarimenti e rettifiche di espressioni erronee come “lager polacco” o “campo polacco”. In aiuto della campagna contro l’uso di tali espressioni erronee promossa in tutto il mondo è arrivata una nuova applicazione del Museo di Auschwitz. “Remember”, questo è il nome, è disponibile in 16 lingue e previene l’utilizzo di espressioni erronee quali “campo di concentramento polacco” o “campo di sterminio polacco”. Il programma che può essere installato su qualsiasi computer cerca la definizione falsa, la sottolinea e suggerisce la formulazione corretta. “Il campo di Auschwitz è stato costruito dallo stato tedesco sul territorio della Polonia occupata, annesso con la forza al Terzo Reich. Questo è chiaro per tutti quelli che visitano realmente questo Luogo di Memoria oppure che leggono le nostre pubblicazioni. Lo sottolineiamo anche nella nostra attività su internet. Ma di tanto in tanto nei media compare questa affermazione falsa e dolorosa per i polacchi” – ha detto il direttore del Museo di Auschwitz Piotr M. A. Cywiński. “Ora, avendo ben impresso il ricordo del 71° anniversario della liberazione del campo di concentramento e di sterminio tedesco Auschwitz, stiamo inviando questa applicazione a tutti i giornalisti che si erano accreditati per la cerimonia. Invitiamo le redazioni, le istituzioni e le scuole in tutto il mondo a installarla sui propri computer” – ha aggiunto Piotr Cywiński. Il progetto è nato nell’agenzia pubblicitaria FCB Warsaw la quale, analizzando i dati sull’uso delle espressioni erronee, ha riscontrato che l’errore viene diffuso prevalentemente dalla stampa e dai giornalisti, soprattutto per colpa della fretta e della mancanza di conoscenza storica. L’applicazione gira come estensioni di programmi quali Microsoft Word, Textedit, Keynote, Outlook o Safari. A oggi è capace di trovare le espressioni sbagliate in 16 lingue. Si può scaricare sul sito:
https://correctmistakes.auschwitz.org/ http://auschwitz.org/en/museum/news/there-were-no-polish-death-camps-there-is-a-simple-tool-to-prevent-this-mistake-from-recurring,1192.html L’Ambasciata di Polonia condivide questo appello e, a sua volte, invita tutti voi a utilizzare questo semplice strumento per evitare in maniera semplice il grave e pericoloso errore che deforma la verità storica sullo sterminio e che insinua il dubbio sulle responsabilità dello stesso, offendendo così la memoria dei milioni di cittadini polacchi, ebrei e non, vittime del nazismo.
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Commenti |
21/02/2016 - Vero come anche ricordare che la Polonia post bellica non ha certo reso agli ebrei superstiti i loro beni. (marco) |
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