Inserita in Politica il 18/06/2013
da redazione
Tranchida non sente ragioni “Dovete chiedere scusa”
Quanti pensavano che la bufera fosse passata dovranno ricredersi: il sindaco di Erice non vuole sentire ragioni ma vuole, piuttosto, sentire le scuse. Per s´, per gli assessori ed i consiglieri del movimento “Erice che vogliamo” che, di fatto, rischiano di essere gli unici ad appoggiarlo in aula conisliare. Colpevole, stavolta, è il segretario ericino del Pd, Pietro La Porta, che ha tentato (ma forse si potrebbe anche utilizzare il temrine osato) intromettersi a mo’ di mediatore nella querelle tutta ericina fra Tranchida e gli esponenti Pd della maggioranza, assessori compresi.
Torna a ribadire il suo ultimatum- diktat: “se non ci sarà un netto ed inequivocabile dietro front dal prossimo 21 giugno (quindi tra meno di una settimana) andrò avanti da solo anche senza l’appoggio dei consiglieri del Pd e quindi in minoranza”.
Tranchida non ha mezzi termini, evidentemente nel fine settimana il suo malumore nei confronti degli esponenti di quello che, ancora in teoria, dovrebbe essere il suo partito (ha richiestao la tessera ma nel Pd provinciale non vengono date tessre da tempo a nessuno) è montato sempre più: “Sono stato accusato di essere fautore "del ritorno della stagione della "mangiatoia politica", di nascondere il volto dietro una "maschera di cera" per giustificare la contiguità della mia amministrazione con quella di Sanges.
Sono stato anche accusato di proporre atti deliberativi illegittimi, poiche´ a loro dire e in combutta con l´opposizione, manchevoli - nonostante i favorevoli pareri tecnici degli uffici e l´espressa previsione normativa, oltre che ampie e documentate dichiarazioni - di adeguata motivazione giuridica e programmatica, come nel caso della proposta per lo snellimento degli incarichi tecnico-professionali per non perdere 7 milioni di finanziamento per il Piano delle Città, espressamente sancito nel contratto con il Ministero e lo IACP”.
Tutti motivi, questi, che lo hanno fatto letteralmente scaratterare. Ma non è solo per autodfiesa che chiede la testa dei contestatori. Tranchida difende anche il Presidente del Consiglio comunale, l´Assessore Catalano e i Consiglieri del Movimento per Erice che Vogliamo: “A piu´ riprese - afferma - sono stati denigrati ed offesi nella loro dignità politica, oltre che personale, direttamente e da diversi esponenti del PD e, da quest´ultimi, seppur indirettamente, ma con complice e cattivo cinismo in favore dell´opposizione”.
Nella sua anamnesi del risultato elettorale Tranchida non ha remore nell’ammetere che haottenuto la fiducia degli ericini nell´ambito di una alleanza formata da 4 liste civiche che portavano il suo nome e da sola 1 del PD ma “aAltrettanto e´ vero, pero´ - sostiene - che tale fiducia condiziona il Sindaco nell´attuazione del programma di governo e di certo non lo rende succube degli alleati che tale programma sono onerati di rispettare.
Pertanto esige le scuse pubbliche da parte dei rappresentanti del Pd che lo hanno contestato ed accusato di trasformismo. E se non arriveranno tra qualche giorno cadranno delle teste.
NB
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