Inserita in Cronaca il 14/04/2015
da REDAZIONE REGIONALE
´Non uno di meno´ Comenio ed il diritto a studiare
Il film “Non uno di meno” narra la storia, ambientata in Cina, di una ragazzina assunta, per un mese, come supplente in una misera scuola, in cui non ci si può permettere di sprecare nulla, nemmeno i gessetti. Il maestro che la tredicenne sostituisce le raccomanda, riferendosi agli alunni: <> e per questo la ragazzina, oltre al fatto che è molto determinata, affronta le difficoltà dell´insegnamento e un lungo e affannoso viaggio alla ricerca di un alunno allontanatosi dagli studi per andare in città a guadagnare del denaro. In questo film (tratto da una storia vera) possiamo individuare evidenti riferimenti al pensiero di Comenio; egli sosteneva l´ideale pansofico che esprime la NECESSITA´ che l´istruzione sia estesa a tutti senza escludere nemmeno i poveri, le donne e i bambini/ragazzi portatori di handicap; tutto ciò può essere collegato al film dall´allontanamento del bambino dagli studi che non poteva più permetterseli e dalla supplente che l´ha cercato con ostinazione per restituirli il diritto di studiare. Un´altra considerazione riferibile a Comenio che il regista fa sua è quella che vuole l´uomo impegnato ad indagare la natura e da essa apprendere: il sapere deve mutare ed approfondirsi col passare del tempo; così come la tredicenne diventa supplente di alunni quasi suoi coetanei non sapendo nemmeno da dove iniziare con l´insegnamento; infatti assistiamo ad una progressiva evoluzione della ragazzina nel suo metodo d´insegnamento ma anche nel suo approccio con gli allievi: nei primi giorni la classe aveva il sopravvento sull´insegnante che si limitava a trascrivere dei testi alla lavagna e a comandare agli studenti di copiarli, mentre lei si sedeva su dei gradini fuori dalla classe per assicurarsi che nessuno uscisse lasciando gli alunni in balia di se stessi; poi iniziò ad introdurre altre attività come il canto e il ballo ed infine, negli ultimi giorni si rafforzò il legame tra supplente e allievi che diventarono “complici” arrivando così alla maturazione del metodo d´insegnamento mediante apprendimento sul campo. Giada Onnis
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