Inserita in Cronaca il 11/04/2013
da redazione
L´acqua è poca ossia scarseggia
La sensazione è che la “guerra dell’acqua” scoppiata fra il sindaco di Trapani, Vito Damiano, e quello di Erice, Giacomo Tranchida, sia anche una guerra politico-personale. Sullo sfondo si intravede, infatti, il “sogno” della Grande Città. Ormai fra i due si va avanti soltanto a suon di carte bollate e ricorsi alla Procura.
Sulla vicenda, ieri pomeriggio, ha preso ulteriormente posizione anche l’Assessorato Regionale all’Ambiente che, tramite l’assessore Nicolò Marino, s’è rivolto alla Procura di Trapani segnalando l’ipotesi di danno erariale procurato dal sindaco di Trapani.
In mattinata, invece, ancora prima che il sindaco del capoluogo convocasse la stampa per ribadire fermamente la sua posizione, erano stati i tecnici di Siciliacque intervenuti ancora una volta per effettuare i lavori di bypass al serbatoio di San Giovannello, a rivolgersi alla Questura di Trapani: vistisi allontanare, anche ieri, dai vigili urbani inviati da Damiano per bloccare chiunque non avesse accesso autorizzato dal Comune al sito di San Giovannello (che, ricordiamo, si trova in territorio ericino ma nella disponibilità del Comune di Trapani), hanno deciso di denunciare il comandante della Polizia Municipale di Trapani.
Notizia subito confermata dal sindaco Damiano, nel corso della conferenza stampa indetta in mattinata: “hanno deciso di avviare l’iter procedurale penale - ha commentato il sindaco – ma noi siamo pronto, agiamo nella legalità e siamo pronti a risponderne in tutte le sedi. Non consentirò a Tranchida di approfittare del Comune di Trapani per quella che, a questo punto, è solo una sua battaglia politica personale”. A supporto di questa tesi il sindaco Damiano ribadisce: “Il Comune di Paceco ha richiesto ufficialmente aiuto al Comune di Trapani tramite l’invio, come dico da giorni, di autobotti che prelevano acqua da San Giovannello.
Se fosse vero che i comuni dell´agroericino sono in emergenza idrica, avrebbero chiesto l´apporto delle autobotti come ha fatto Paceco ma ad oggi, dopo sei giorni di fermo assoluto del dissalatore, nessuno lo ha fatto. Men che meno Erice.
Dove sta allora l´emergenza?” Sulla diffida della Regione, invece, non ha intenzione di recedere di un solo passo: “Sono nella piena legalità e lo dimostreremo in tutte le sedi.
L’assessore Marino può rivolgersi a chi vuole, produrremo le carte necessarie per dimostrare che la nostra non è una presa di posizione personale. Inviterei, invece, il sindaco di Erice a fare apposita richiesta per inviare le autobotti d’acqua ai miei concittadini di Casa Santa”.
NB
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