Inserita in Economia il 29/03/2013
da redazione
I prezzi si raffreddano ma le buste della spesa restano vuote
«I prezzi al consumo si raffreddano a marzo, ma le buste della spesa restano vuote. Anche quelle di Pasqua». Lo afferma la Confederazione italiana agricoltori, spiegando che i dati dell'Istat diffusi oggi «non fanno che sottolineare, se ancora ce ne fosse bisogno, un crollo della domanda interna ormai strutturale, che coinvolge non più solo il superfluo ma anche beni primari come gli alimentari». Dunque, è evidente che in questa situazione l'aumento dell'Iva a luglio «rischia di dare un colpo mortale al Paese - avverte la Cia - costando agli italiani quasi un miliardo in più soltanto per le spese alimentari».
Ormai, prosegue la Cia, «le famiglie non comprano più, per affrontare le spese obbligate, dai carburanti alle utenze passando per mutui o affitti, oggi devono necessariamente tagliare sulla tavola».
Nell'ultimo anno, sottolinea la confederazione, «più della metà delle famiglie ha ridotto i volumi di spesa alimentare ed è addirittura raddoppiata (dal 6,7 al 12,3%) la quota degli italiani che hanno dichiarato di non potersi più permettere di mangiare carne o pesce ogni due giorni».
Un comportamento d'acquisto, questo, «dettato dalle difficoltà economiche e dalla crisi, che ora si riflette sulle previsioni di spesa per le tavole pasquali, con consumi stimati in calo del 7% rispetto al 2012». Non solo. Vengono tagliati nettamente, evidenzia la Cia, «i dolci simbolo della festa (uova di cioccolato e colombe -10%), ma anche il tradizionale pesce del venerdì santo (-11%) e l'agnello della domenica di Pasqua (-5%)», conclude.
|