Inserita in Economia il 24/09/2014
da redazione
ANAS: Recuperare Onestà nella solidarietà e nel sociale per vincere la crisi
Eureka! Il quotidiano Repubblica denuncia la crisi anche nella distribuzione delle derrate alimentari gratuite ai meno abbienti (tra cui quelli che la notte rivoltano i cassonetti per cercare cibo), rilevando, insieme alla loro indispensabile necessità, che la loro distribuzione scarseggia. È grave! E non possiamo che condividere, noi di ANAS, insieme a tutte le altre Associazioni che hanno chiesto, e a cui è stato rifiutato, spesso per un cavillo, di usufruire del supporto della AGEA, cosa che ci consentirebbe di migliorare sia i filoni della raccolta che della distribuzione. AGEA infatti, che del volontariato ha fatto una professione, svolge in concessione l’attività, meritoria certo, di supporto ai bisognosi, discriminando le concessioni a chi, come ANAS, chiede di partecipare, con dei parametri che a nostro (e non solo) avviso sono illogici e eccessivamente restrittivi. ANAS (Associazione Nazionale di Azione Sociale) purtuttavia (e questo probabilmente a Repubblica non può risultare) è impegnata da anni sul campo del sostegno alle famiglie bisognose, e prosegue la sua attività in piena autonomia, nella sua opera di solidarietà, con collette organizzate su tutto il territorio nazionale, in aiuto alle famiglie che, sempre più numerose, affrontano davvero la crisi e il disagio sociale; tutto ciò prosegue e funziona, da anni, senza alcun sostegno da parte dello Stato, o di altro Ente pubblico, e, anzi, di fatto viene osteggiata da chi pretende di dover monopolizzare gli aiuti ai bisognosi, secondo una logica da lobby totalmente estranea al contesto sociale e umanitario della beneficenza, e occupando di fatto per intero il palcoscenico del settore, grazie anche ad una informazione spesso non corretta o incompleta. Eppure, pur non potendo raggiungere gli assistiti del Banco Alimentare, gestito dalla succitata AGEA, la nostra attività di raccolta, e distribuzione, si sviluppa ed è attiva su tutto il territorio nazionale, da Paceco (TP) sino alle Venezie, e registra, pure in tempo di crisi, una solidarietà crescente da parte di chi, anche davanti ai supermercati, e nei vari centri di raccolta, mette generosamente a disposizione quello che può ai nostri volontari, cui va un sentito ringraziamento sempre. Chiudiamo questa dovuta replica, a Repubblica, un quotidiano tra i più attenti agli effetti devastanti della crisi sulla povera gente, e che ammiriamo per la sua presenza vigile sul territorio, con una nota tanto indispensabile quanto amara: il volontariato non è, e non deve diventare una professione! Non si può fare della generosità della nostra gente, unica davvero anche nella solidarietà, una maniera di fare cassa o, peggio, pilotare la distribuzione a beneficio di una Associazione piuttosto che un’altra; servono vie spianate, non ostacoli; servono volontari generosi e disinteressati, non affaristi; serve aiutare chi aiuta davvero; serve venire incontro ai bisognosi in maniera corretta e funzionale; serve generosità, anche e soprattutto da chi gestisce la distribuzione e la raccolta, tanta generosità, e disinteressata, se vogliamo, almeno nel settore del sociale, restituire all’Italia una immagine di onestà ed integrità, come è nell’animo dei suoi figli migliori, e non di pochi affaristi senza scrupoli.
Antonio Pasquale Lufrano
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