Inserita in Cronaca il 02/03/2013
da redazione
Lavoro nero al Comune? Salone replica
La diatriba sull'ufficio stampa comunale era nata ieri quando Salone interrogava il sindaco Damiano sulla figura di Ninni Cannizzo al Comune. Per Salone la Cannizzo svolgeva attività di ufficio stampa con accesso agli atti comunali ma senza avere un contratto. Lavoro nero, diceva ma il Sindaco aveva subito smentito giustificando la presenza di Ninni Cannizzo al palazzo comunale per un fattore di amicizia e per consigli su come gestire i rapporti con la stampa dicendo a Salone di aver fatto un gravissimo errore
Eppure il Consigliere Comunale Francesco Salone non crede di essere in errore e replica al Sindaco così:
«Premesso che con interrogazione che reca il numero di protocollo 25895 ho sollevato il problema riguardante l’ufficio stampa del Comune, in particolare evidenziando che presso lo stesso ufficio prestava la propria attività lavorativa come addetto stampa la dottoressa Cannizzo, in assenza di qualunque tipologia di contratto e/o rapporto formale con il Comune di Trapani ed in dispregio della legge 150/2000, nonché di tutte le leggi e normative emanate dalla Regione Siciliana che ha recepito la legge nazionale che detta le normative per l’istituzione e il funzionamento degli uffici stampa, oltre che delle norme contrattuali;
che Lei ha definito detta interrogazione, con un comunicato diffuso agli organi di stampa, una “non interrogazione”, sostenendo, in sintesi, che sarei caduto in un grossolano errore, perché la dottoressa Cannizzo non avrebbe mai prestato attività lavorativa di addetto stampa presso il Comune, si sarebbe rapportata solo con Lei, dandole suggerimenti nei rapporti con gli organi di informazione, non avrebbe avuto accesso ne’ ad atti ne’ ad uffici ed avrebbe su sua autonoma iniziativa preso contatti con giornalisti;
che ciò che Lei ha affermato nel comunicato agli organi di stampa è meritevole di approfondimento, poiché ho conoscenza diretta della presenza costante della dottoressa Cannizzo presso l’ufficio di gabinetto dove ha sede l’ufficio stampa e la stessa dottoressa Cannizzo mi ha direttamente riferito che svolgeva l’attività di addetto stampa del sindaco, per ora gratuitamente, e mi ha comunicato che avrei dovuto inviare i miei comunicati all’indirizzo e – mail istituzionale info@comune.trapani.it; pertanto, le sue dichiarazioni non sembrerebbero rispondere alla verità dei fatti e ciò rappresenterebbe un fatto gravissimo;
per approfondire quanto da Lei dichiarato proporrò la discussione in aula sull'argomento, e la costituzione di una commissione d’indagine, prevista dall’ art. 26 dello statuto comunale, avvalendomi dei poteri conferitimi quale consigliere comunale dalla legge (art. 43 TUEL, comma 2), e comunque chiederò la tutela della mia onorabilità nelle sedi deputate; che la tutela del lavoratore è fondamentale e non si possono eludere norme e contratti, a danno del lavoratore stesso, sia nel settore privato che nel settore pubblico; chiedo di sapere
1) risponde al vero che lei stesso ha presentato la dottoressa Cannizzo ai dipendenti dell’ufficio quale addetto stampa?
2) Risponde al vero che la dottoressa Cannizzo ha presenziato a due conferenze stampa tenutesi presso il Comune, accogliendo i giornalisti?
3) Risponde al vero che la dottoressa Cannizzo abbia svolto la propria attività di addetto stampa all’interno dell’ufficio comunale, utilizzando telefoni, computer, fax, ricevendo informazioni direttamente dagli uffici?
4) Per quale motivo dal giorno successivo la presentazione della mia interrogazione la dottoressa Cannizzo non è più presente presso l’ufficio di gabinetto?
5) Quando la dottoressa Cannizzo mi ha riferito di svolgere l’attività di addetto stampa e mi ha detto di inviare i miei comunicati stampa all’e – mail istituzionale del Comune aveva una sua autorizzazione in tal senso o si trattava, anche in questo caso, di sua iniziativa autonoma?
6) Visto quanto da Lei dichiarato, se dovessero essere chiamati i dipendenti dell’ufficio di gabinetto Lei sarebbe sicuro e sereno che dichiarerebbero quanto da lei affermato nella replica, e cioè, che la dottoressa Cannizzo non ha mai svolto attività di addetto stampa e di non averla mai vista inviare fax, email, usare telefoni, o computer del comune?
7) Se la dottoressa Cannizzo legittimamente dovesse proporre vertenza per i 20 giorni in cui ha “frequentato” l’ufficio stampa chi ne risponderà?»
|