Inserita in Nera il 01/03/2013
da redazione
Miccichè: l’omertà è un peccato gravissimo
E’ arrivato il tempo dell’addio a don Michele Di Stefano. La chiesa di Calatafimi- Segesta è gremita di gente di singhiozzi, di lacrime, di dolore, di sgomento e di chiacchiericci. Sussurri di ipotesi, di congetture anche quando è stato chiesto silenzio.
Ma è difficile rimanere muti davanti ad un fatto del genere. Difficile non seguire questo o quell’altro ragionamento che, se Don Michele non fosse stato un prete, avrebbe destato lo stesso interesse anche quando a chiedere il silenzio è Francesco Miccichè ex Vescovo di Trapani e lo stesso che trasferì don Michele di Stefano dopo 42 anni da Fulgatore a Ummari.
Il prete obbedì lasciando inespresse le risposte ai perché che molti seminavano lungo il suo tragitto.
«Non ci è lecito passare il tempo a disquisire su ciò che accade intorno a noi sulla base dei nostri gusti o delle nostre aspirazioni.- ha scritto il Vescovo di Monreale - Davanti ad eventi tragici, come quello che si è verificato ad Ummari, l'atteggiamento migliore da tenere è il silenzio e la preghiera, lasciando a chi di dovere il compito di indagare».
Ed è sempre dalla sua pagina Facebook che lancia un messaggio: «Chi avesse notizie che possono aiutare la Magistratura a svelare il mistero che avvolge questa morte, frutto di una ferocia inaudita, ha il dovere di riferire quanto sa. L'omertà è peccato gravissimo».
Un appello che calca anche quello lanciato ieri dal sindaco di Trapani Vito Damiano:«Chi sa parli». E rivolgendosi alla comunità di Fulgatore ha aggiunto «Invito la comunità a collaborare con le forze dell’ordine. Qualcuno può avere visto qualcosa. Anche un dettaglio può essere utile per le indagini».
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