Inserita in Cronaca il 19/04/2014
da Michele Caltagirone
´Uniti nella solidarietà che viene dal mistero sacro che portiamo sulle spalle´
Stamani i venti gruppi sacri della Processione dei Misteri di Trapani sono rientrati all´interno della Chiesa del Purgatorio chiudendo di fatto il rito plurisecolare più sentito della Settimana Santa a Trapani. Poco prima del rientro dell´Addolorata, c´è stato l´intervento del Vescovo, Pietro Maria Fragnelli. "Ieri, all’avvio della processione vi avevo assicurato che Maria “saprà dirci il valore anche del più piccolo fiore”. E così è stato. Dietro ogni gruppo sacro si è intravista l’ombra indelebile e consolante di Gesù Cristo e della madre sua Addolorata. Ora, alla conclusione, vi dico qualcosa che ho pensato e scritto non prima, ma durante lo svolgimento della processione. Avevo bisogno di vedere, sentire, quasi toccare con mano, ascoltare il mio cuore, oltre che la testa, per capire quello che succede in queste lunghe, interminabili 24 ore. Forse possiamo tutti dire che con Gesù morto d’amore per l’umanità e con la madre Maria, Madre dei dolori, anche i sordi hanno cominciato a sentire, anche i ciechi hanno cominciato a vedere, anche gli zoppi hanno cominciato a camminare. Si capisce perch´ ogni vero trapanese dice che non basta vedere la processione in televisione, non basta sentirne parlare o scriverne, non basta neanche osservarne un breve tratto. Bisogna starci dentro: vedere gli abiti impregnati di cera, sentire da vicino il sudore dei portatori, percepire la fierezza dei consoli, ammirare la serietà dei piccoli e dei ragazzi, incoraggiare il desiderio dei grandi che vogliono trasmettere un patrimonio non solo sociale, ma anche religioso ricevuto. Bisogna starci dentro per vedere che c’è una unità di fondo nonostante piccole o grandi forme di divisione, che farebbero pensare non ad una ma a tante processioni non ben coordinate. Bisogna starci dentro per cogliere il movimento di danza, simile alle onde del mare: questo fa pensare alla nostra città, all’umanità tutta che è sulle onde della difficile navigazione della vita, sotto il peso di grandi fardelli. Fardelli che si portano meglio se siamo abbracciati, uniti nella solidarietà, che viene dal mistero sacro che portiamo sulle spalle".
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