Inserita in Cultura il 30/09/2020
da Rossana Battaglia
A Novara una mostra su “Rodari, le parole animate”: un viaggio con i suoi illustratori storici, da Munari a Luzzati ad Altan
Alla Biblioteca Civica Negroni fino al 22 ottobre con la riproposta di un catalogo con testi critici, testimonianze e una carrellata di opere grafiche, un ricordo di Giulio Einaudi, con intervista di Enzo Biagi e schede didattiche curate da Anna Lavatelli (Interlinea edizioni)
Inaugurazione questo giovedì 1° ottobre alle ore 18.
Le opere di Gianni Rodari più famose, da Favole al telefono a La grammatica della fantasia, continuano a vivere e a interessare nell’attuale centenario dello scrittore anche grazie alle illustrazioni che le hanno animate oltre che alla possibilità linguistiche, ludiche e creative che costituiscono, come ha scritto Pino Boero, «un’immersione pedagogica di straordinaria attualità»: per questo Novara ripropone una mostra dal titolo Rodari. Le parole animate. Testi, illustrazioni, testimonianze e didattica, a cura di Roberto Cicala e Anna Lavatelli, corredato da una scelta delle illustrazioni storiche, tra gli altri, di Altan, Luzzati, Munari, Mirek, Maulini, Verdini, Peg, Rapaccini e altri ancora, con un catalogo di Interlinea – ormai una rarità da collezione, del 1993 -, che contiene una nota di Giulio Einaudi, un saggio introduttivo di Pino Boero, un’intervista a Rodari di Enzo Biagi, una nota sugli illustratori di Walter Fochesato e schede di didattica e creatività.
Bisogna avere il coraggio di «sognare grande», scrisse una volta Rodari riflettendo sul «mondo che peggiora, in una società che degrada di giorno in giorno». Rodari lo seppe fare e, dialogando con le parole e la fantasia delle sue storie, seppe coinvolgere nel modo più naturale i bambini di tutto il mondo, come avviene ancora oggi.
Gianni Rodari è nato il 23 ottobre 1920 a Omegna, dove ha vissuto fino all’età di nove anni. Alla morte del padre, avvenuta nel 1930, si trasferisce a Gavirate, paese natale della madre. L’anno successivo fa domanda di ammissione al seminario di Seveso, che abbandona in seguito per dedicarsi agli studi magistrali a Varese. A questi anni risale la sua militanza nell’ambiente cattolico. La lettura di opere di autori del calibro di Nietzsche, Schopenhauer, Lenin e Stalin lo induce a riflettere sul marxismo come concezione del mondo. Inizia a insegnare in alcuni paesi del varesotto e nel 1941 vince il concorso per maestro. Nel 1944 decide di iscriversi al Partito comunista e partecipare alle lotte della resistenza. Dopo la guerra viene chiamato a “L’Unità” come cronista e, nello stesso periodo, inizia a scrivere racconti per bambini pubblicando Il libro delle filastrocche e il Romanzo di Cipollino. La grande fortuna arriva negli anni sessanta quando pubblica, a livello nazionale per Einaudi, Filastrocche in cielo e in terra. Tra i suoi libri: Favole al telefono, Gip nel televisore, Il libro degli errori, La freccia azzurra, La torta in cielo, Le filastrocche del cavallo parlante, C’era due volte il barone Lamberto. Le sue opere sono oggi pubblicate da Einaudi Ragazzi, Emme edizioni e Edizioni EL. Nel 1970 vince il premio internazionale Hans Christian Andersen, considerato il Nobel della letteratura per l’infanzia, divenendo il primo italiano tra gli scrittori a riceverlo. È in uscita una raccolta della sua opera nella collana di classici “I Meridiani” della Mondadori.
L’inaugurazione della mostra, con Antonio Ferrara e Anna Lavatelli e con letture di Marianna Cappelli, è fissata questo giovedì 1° ottobre alle ore 18 nella sede della Biblioteca di Novara in corso Cavallotti 6. Per la partecipazione all’evento in presenza è obbligatoria la prenotazione allo 0321 1992282 (un omaggio librario è riservato ai presenti) e diretta dalla pagina Facebook @novaraletteratura ( https://www.facebook.com/novaraletteratura/) per il resto del pubblico.
|