Inserita in Salute il 28/07/2020
da Rossana Battaglia
Arriva in Sicilia un defibrillatore cardiaco collegato ad un´app su smartphone
PALERMO - All´Ospedale Arnas Civico lo strumento di nuova generazione, tra i primi in Italia
Riconosce le aritmie e interviene erogando impulsi elettrici o scariche elettriche
e re-sincronizza il ritmo del cuore. Lo possiedono solo 40 centri al mondo.
La Cardiologia dell’ARNAS Ospedale Civico di Palermo è la prima in Sicilia a utilizzare un nuovo strumento, con una nuova tecnologia, per la gestione dei disturbi del ritmo cardiaco e lo scompenso. Si tratta di una nuova generazione di defibrillatori cardiaci impiantabili, il "Gallant" prodotto dalla ditta americana Abbott, più piccoli ma soprattutto in grado di trasmettere ai medici i dati sulla funzionalità cardiaca attraverso un´applicazione per smartphone.
"Si tratta - dichiara il Dottore Giuseppe Sgarito, responsabile del Laboratorio di Elettrofisiologia e Presidente Regionale dell´Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiostimolazione (AIAC) - di un dispositivo a suo modo rivoluzionario in quanto si può abbinare ad una app per smartphone che permette al paziente non solo di poter essere monitorato dal Centro Ospedaliero che lo segue, ma anche di essere direttamente coinvolto nel suo percorso di cura. Abbott ha riservato questo nuovo dispositivo a soli 4 centri in Italia e complessivamente a soli 40 nel mondo. L´ARNAS Civico è il primo ad averlo messo in funzione in Sicilia e ad oggi abbiamo già eseguito dieci impianti”.
Il nuovo sistema Gallant si impianta come un pacemaker e ha una doppia funzione: da un lato riconosce le aritmie e interviene erogando impulsi elettrici o, nei casi più gravi, delle scariche elettriche; dall’altro è in grado di resincronizzare il ritmo del cuore. Un’apposita applicazione, myMerlinPulse, installata sullo smartphone iOS o Android dei pazienti, permette di condividere in modo sicuro le informazioni sulla funzionalità cardiaca utilizzando la tecnologia wireless Bluetooth integrata. I medici possono monitorare costantemente i pazienti da remoto e identificare così gli episodi critici intervenendo in maniera tempestiva.
“Questo apparecchio è un salvavita che previene le aritmie potenzialmente fatali causate da un danno cardiaco - spiega il Dottore Sgarito - Per il paziente è come avere un cardiologo sempre al proprio fianco. È una tecnologia che segue il paziente da remoto senza bisogno che sia lui a venire in ospedale, aspetto fondamentale in questa fase di ripresa post-Covid”.
L’Ospedale Civico ha avviato un piano di rilancio fortemente voluto dal Direttore Generale Dott. Roberto Colletti che sta portando a questi avanzamenti tecnologici. Prosegue Giuseppe Sgarito: “L’impatto positivo del monitoraggio remoto e della telemedicina è comprovato e porta a migliori outcome dei pazienti, che sono più tranquilli e si sentono più seguiti, riducendo il carico dell’attività sul sistema sanitario. In questo contesto, la vera sfida è rendere accessibili queste nuove tecnologie a tutti i pazienti in quanto ad oggi la prestazione non è ancora stata codificata dal Sistema sanitario nazionale e non è rimborsata alle strutture che la utilizzano e che, per questo, presentano ancora grosse difficoltà ad allocare le risorse necessarie. Nonostante ciò, al momento riusciamo a seguire in remoto circa un migliaio di pazienti”.
“Con oltre 800 procedure interventistiche eseguite ogni anno, tra impianti di pacemaker e defibrillatori e ablazioni di aritmie, il Laboratorio di Elettrofisiologia della UOC Cardiologia si conferma fiore all’occhiello dell’ARNAS di Palermo e hub di riferimento per tutto il Sud Italia” afferma il Prof. Francesco Talarico, Primario di Chirurgia Vascolare e attuale Direttore ff della Cardiologia.
I disturbi del ritmo cardiaco noti come aritmie ventricolari, possono verificarsi quando il cuore batte troppo velocemente o in maniera caotica non consentendo di pompare il sangue in maniera efficace come accade in quei pazienti con funzionalità cardiaca ridotta e scompenso cardiaco. Lo scompenso cardiaco, una vera epidemia del terzo millennio e seconda causa di morte in Italia, colpisce oltre 15 milioni di persone in Europa, un milione in Italia e oltre 70 mila nell’Isola.
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