Inserita in Tempo libero il 04/07/2020
da Direttore
Commemorato, a Viagrande, il past governor del Rotary Antonio Mauri Alfio Di Costa: La sua statura morale, l’autonomia e l’indipendenza, il senso dell’equilibrio sono la sua eredità e il suo insegnamento etico
Cerimonia commemorativa, questa mattina a Viagrande, per il compianto past governor del Rotary International del Distretto 2110, Antonio Mauri, recentemente scomparso. Organizzato dal Rotary club di Catania, club di appartenenza di Antonio Mauri, l’evento ha avuto luogo presso la chiesa Madre “Santa Maria dell’Itria” (piazza Santo Mauro), nella città di Viagrande, nella quale Antonio Mauri aveva deciso di vivere. L’evento è stato celebrato da padre Leone Calambrogio, amico del past governor Antonio Mauri, già socio del club Rotary Catania Est, e preside di un istituto scolastico. Per volontà della famiglia, della moglie Gabriella, dei figli e dei nipoti, sono stati invitati tutti i past governor, alcuni dei quali presenti alla commemorazione: Salvo Sarpietro, Concetto Lombardo, Francesco Arezzo past board Director, Titta Sallemi, Valerio Cimino immediato past Governor, Alessandro Scelfo decano dei past Governor, Giovanni Vaccaro, il governatore Alfio Di Costa con il labaro del Distretto e Attilio Bruno (segretario distrettuale di Antonio Mauri, durante il suo governatorato) a cui è stato affidato il compito di formulare e leggere l’elogio funebre. Tra gli interventi quello del sindaco di Viagrande Francesco Leonardi, di padre Cristian che aveva celebrato il cinquantesimo di matrimonio di Antonio Mauri e della moglie Gabriella a Taormina, di Alessandro Scelfo, decano dei past governor, dell’imminente past president del club Rotary di Catania Nello Catalano, di Attilio Bruno, past governor e del governatore del Distretto Rotary 2110 Alfio Di Costa.
Nell’elogio funebre, Attilio Bruno ha sottolineato quanto importante fosse per Antonio Mauri l’amicizia. “Il Rotary è certamente una buona occasione per incontrare persone che hanno potenzialità per diventare nostri amici. Ma l’amicizia è qualcosa che nessuno di noi può determinare a priori. È una conquista fatta di incontri, di strette di mano, di colloqui, di confronti franchi, di apprezzamento nei momenti migliori e di sostegno in quelli peggiori. L’amicizia si costruisce lentamente, molto più lentamente rispetto all’amore. Necessita di attenzioni, di rispetto e di disponibilità. Questo mi mancherà ora di te, caro Antonio: la possibilità di confrontarci sui nostri temi, sulle nostre difficoltà, sulle nostre opportunità. E nessuno può sostituire un amico. Proprio per via della costruzione lenta di un rapporto sincero, la costruzione è esclusiva, non fungibile, duratura”. “La vita intensa di Antonio – ha continuato Attilio Bruno - non avrebbe dovuto avere questo drammatico epilogo. Quando si è diffusa la notizia, abbiamo sofferto, vivendo subito attimi di sgomento, poi di dolore intenso. Siamo stati sopraffatti. Ma noi siamo solo spettatori innanzi a questo scenario universale, spettatori inermi ed affranti. Ognuno di noi conserverà fra i propri ricordi più cari le occasioni di incontro con un uomo veramente speciale, che aveva intelligenza, competenza, equilibrio e modi inimitabili. Queste caratteristiche ne facevano un modello straordinario in ogni ambito: in quello familiare per i suoi cari, in quello lavorativo per i suoi interlocutori ed i suoi collaboratori ed in quello relazionale ed associativo per chi ha potuto, come me, avere il privilegio di beneficiare della sua amicizia”. E concludendo l’elogio “credo che Antonio, se fosse stato oggi con noi, ma certo lo è nel mio sentire, ci avrebbe invitato tutti a sorridere, tentando di imitare lo stesso sorriso sornione al quale lui ci aveva abituati. Ci avrebbe invitato ad andare avanti, ognuno per la propria parte, senza desistere. Questo è, quindi, il tempo di mantenerlo vivo nel nostro ricordo, è tempo di dedicargli momenti intensi di raccoglimento e di preghiera”.
Toccante il saluto, a nome del distretto, del governatore Alfio Di Costa che ha sottolineato come Antonio Mauri sia “stato un Rotariano che ha sentito profondamente, sempre, la vera essenza del nostro ideale del “Servire”. Ho avuto il privilegio e l’onore di godere della sua amicizia. Era un ascoltatore impareggiabile con una piena capacità di trasfondere negli altri il credo nei valori etici di cui era paladino, con la piena consapevolezza di vivere rettamente per la famiglia, per la comunità e, soprattutto, per se stesso e quale Uomo di grande cuore ha sentito sempre che “servire” è amare e amare significa comprendere, aiutare, fare qualcosa per la salvaguardia degli altri. Questo era Antonio Mauri. La sua statura morale, l’autonomia e l’indipendenza, il senso dell’equilibrio sono la sua eredità e il suo insegnamento etico”.
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