Inserita in Cronaca il 08/08/2019
da Cinzia Testa
Sicilia: una tra le mete turistiche più ambite che però non investe nel turismo
La Sicilia vanta ben 7 patrimoni Unesco, ospita tesori imperituri risalenti a tempi lontanissimi. Nel suo territorio accoglie templi greci, castelli arabo-normanni, fortezze spagnole, isole che sono state teatro delle famosissime guerre puniche. Eppure, nonostante questa sua ricchezza, il turismo non è una delle principali fonti di guadagno.
Chi visita i musei nota molto spesso disorganizzazione, carenza di personale o mancanza di guide in grado di illustrare il percorso da seguire, così, notando spontaneamente il confronto con l’estero (dove gli investimenti ci sono eccome) tende a cambiare meta per l’anno futuro e di rimando lo suggerisce anche alle persone vicine.
La frase più ricorrente pronunciata da chi viene in questa terra è “sì, isola magnifica, però….”
Quel però dovrebbe scomparire, ma come facciamo se anche il prezzo di un biglietto aereo può raggiungere il costo di 1200 euro? E’ mai possibile dover pagare, per la tratta Milano-Palermo, un volo (sola andata) al costo di 450 euro? Anche i costi degli hotel non sono da meno, motivo per cui le famiglie, dovendo giostrare le loro finanze in questo momento di crisi, prediligono mete anche vicine, come Africa, Grecia o Malta, ma che vantano prezzi decisamente più concorrenziali.
Senza incentivi il mercato turistico non ripartirà mai. Occorrono i giusti investimenti nel settore che potrebbe costituire un trampolino di lancio per la nuova generazione.
Non si può esser circondati da tanta ricchezza e non far nulla per iniziare a gestirla produttivamente, è uno spreco indescrivibile. Il turismo va rilanciato con incentivi economici rivolti a giovani e non, prezzi ragionevoli dei biglietti aerei e un buona politica di investimento nei beni culturali; inoltre incrementare i posti di lavoro nel settore turistico, sarebbe un modo per combattere l’attuale problema della disoccupazione
Cinzia Testa
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