Inserita in Sport il 08/07/2019
da Direttore
Trapani è adesso l’esponente di spicco del calcio siciliano
Una stagione da incorniciare. Non si potrebbe definire altrimenti il campionato da poco concluso e che ha visto la formazione granata conquistare una meritatissima promozione in Serie B, al termine di una lunga cavalcata attraverso dei playoff interminabili, come ormai da qualche anno ci ha abituato il campionato di Serie C. Una cavalcata che ha visto protagonista una proprietà in seria difficoltà economica, durante tutto l’arco della stagione, con i giocatori pronti anche a mettere in mora la società, superare delle autentiche corazzate come il Catania, da tutti indicata come la principale favorita alla vittoria finale. E proprio il successo nel derby siciliano ha dato la giusta spinta alla squadra di Mister Italiano per poter riuscire a tagliare il traguardo con successo. Da lì i giocatori si sono compattati, mettendo il risultato davanti ogni cosa, stringendo i denti nelle ultime settimane e ottenendo una promozione a cui nessuno poteva pensare all’inizio dell’anno. Con la promozione poi è arrivato il cambio di proprietà e, ora, nonostante la commovente separazione con Vincenzo Italiano, il Trapani si affaccia alla Serie B non come meteora, ma come una formazione che vuole provare a consolidarsi in cadetteria attraverso un percorso di crescita costante e con l’auspicio di far rivivere anche in città la passione per i colori granata.
Oltre alle iniziative della nuova società, infatti, anche la cittadinanza dovrebbe mostrare tutta la sua buona volontà ritornando in gran massa a sostenere i colori granata. Per questo ci si augura un incremento degli abbonati e delle presenze allo stadio, per spingere la squadra anche nella prossima stagione con i favori dei pronostici dei principali operatori sportivi pronti a credere fortemente nella permanenza in Serie B. Per un Trapani che gioisce però c’è un calcio siciliano che sta via via scomparendo dai grandi palcoscenici del panorama italiano. Era solamente il 2006 quando la Sicilia poteva vantare 3 squadre in Serie A: Palermo, Catania e Messina. Di quelle tre, oggi, nessuna è più da anni nella massima competizione nazionale e, addirittura rischiano di essere due su tre le formazioni che nella prossima stagione non potranno disputare un campionato professionistico. Sembrano lontanissimi i tempi in cui il Palermo disputava la Coppa Uefa o i preliminari di Europa League, quando venire a giocare in questa isola era un obiettivo importante da raggiungere per i calciatori che volevano mettere in mostra le proprie doti. Quando giocare in piazze come Palermo o Catania voleva dire avere sempre uno stadio pieno alle spalle per spingerti a dare il meglio di te e a uscire dal campo con la maglietta sudata. Ora quello che fa notizia non è l’arrivo in Sicilia di un giocatore importante, ma le formazioni che riescono a presentare la domanda d’iscrizione al campionato. E questo dato, al momento, vede solamente tre squadre nei campionati professionistici. Il Trapani che sarà l’esponente principale del calcio siciliano, nel campionato di Serie B, mentre il Catania e la Sicula Leonzio di Lentini, che ha appena cambiato allenatore, disputeranno la Serie C in attesa di capire che cosa succederà al Palermo. Con la nuova proprietà che ha garantito come fosse tutto in regola, tant’è che il neo tecnico Pasquale Marino aveva già iniziato a parlare di mercato, senza poi presentare la fideiussione necessaria per l’iscrizione al campionato cadetto.
Ancora freschi nella memoria della gente sono anche i casi di Siracusa e Akragas, con i primi che dopo la salvezza conquistata nell’ultima stagione hanno già detto addio al professionismo, rendendo tutto inutile quello che i giocatori avevano conquistato sul campo, esattamente come accadde all’Akragas di Agrigento solamente pochi mesi prima. E tutto questo non fa altro che allontanare la gente dagli stadi, con intere città e tifoserie che spariscono dal calcio che conta e dai palcoscenici importanti senza averne nessuna colpa. Al contrario, questi tifosi e piazze storiche del calcio isolano meriterebbero trattamenti ben diversi, vista tutta la passione e lodi che hanno saputo dare alle varie dirigenze e a tutti coloro che hanno indossato con onore i colori locali.
|