Inserita in Economia il 10/06/2019
da Direttore
La disoccupazione in Sicilia non smette di crescere
È di poco più di un mese fa l´uscita di uno studio della Commissione UE che mostra un´immagine desolante della Sicilia: è tra le regioni europee con il più alto tasso di disoccupazione giovanile. Fanno peggio due regioni della disastratissima Grecia, Ceuta e Melilla (enclavi spagnole in Marocco) e Guadalupa, territorio francese nei Caraibi. È la terzultima regione d´Europa su ben 500.
Non solo, ma le cose stanno peggiorando. Rispetto al 2017, nel 2018 i giovani disoccupati (con un´età tra i 15 e i 24 anni) sono cresciuti dal 52,9 al 53,6%. La media UE è del 15,2%. Il dato siciliano è tre volte e mezzo più alto di quello europeo.
Ma anche guardando i dati sulla disoccupazione generale, la Sicilia è in una situazione allo stesso tempo cronica e critica: nel mezzogiorno quasi una persona su cinque è disoccupata, un dato tre volte più alto rispetto al Nord. Agrigento ha la maglia nera italiana insieme a Crotone, con una disoccupazione che nel 2018 è arrivata al 27,6%. In calo, questa, rispetto al picco del 31,5% del 2015, ma comunque altissima.
Il problema della disoccupazione e della povertà del meridione esiste da quando esiste l´Italia, ma negli ultimi anni le cose paiono andare ancora peggio: colpa della crisi, che continua a chiudere imprese e attività commerciali, e dell´esodo massiccio di giovani e di cervelli, che impoveriscono ulteriormente il territorio di competenze. E la politica, come dimostra il caso drammatico dell´Ilva di Taranto, sembra non avere soluzioni.
Da sempre, la Sicilia è terra di emigrazione, e continua ad esserlo anche oggi. I siciliani, da sempre, sono abituati a vivere con la valigia in mano. Nel 2017, ad esempio, sono stati oltre 10.600 quelli che si sono trasferiti all´estero, e quasi altrettanti sono emigrati verso il nord o il centro. Agrigento e Catania sono le province da cui parte il maggior numero di migranti italiani verso l´estero.
C´è però un barlume di speranza. Se il presente ha portato molti cambiamenti negativi all´isola, ha anche introdotto alcune innovazioni positive. Ad esempio, le nuove tecnologie hanno portato a una piccola ma significativa ondata di nuove imprese, start-up, come vengono oggi chiamate, specializzate nel lavoro online e in settori innovativi. Grazie, appunto, alla tecnologia, possono bypassare lo storico problema di marginalità dell´isola, dato che trovarsi alle pendici dell´Etna o in pieno centro a Milano su internet è la stessa cosa. Ciò che conta sono le capacità e le idee.
E così ecco che tanti giovani (e pure meno giovani) siciliani si fanno strada con imprese digitali innovative. Studiano, magari in altre zone d´Italia o all´estero, e poi tornano con la mente fresca e la voglia di aprire una propria azienda. Luigi Conti, ad esempio, proprietario di un sito di giochi di roulette, roulette-on-line.it, dice che aprire il suo sito è stata una fantastica soluzione al problema della disoccupazione nella sua zona. “Stavo cercando un lavoro, ma poi ho deciso che non volevo dipendere da un capo. Allora ho fatto partire roulette-on-line.it e da allora questo è il mio lavoro”. Dice anche che molti dei suoi amici hanno trovato lavoro online, avviando un business in proprio o lavorando come freelance.
Può la Sicilia risolvere il problema della disoccupazione grazie a questi nuovi lavori digitali? Sembra difficile, dato che i numeri sono ancora relativamente piccoli e siamo ben lontani dal fare dell´isola una Silicon Valley italiana. Ma è un segno di vivacità importante, che fa sì che alcuni ottimi cervelli restino nella regione.
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