Inserita in Cronaca il 21/05/2019
da Direttore
TRAPANI – LNDC CHIEDE DI RIAPRIRE IL CASO DI MIA
Dopo aver rischiato di morire annegata, Mia rischia anche di non avere giustizia perché il PM ha chiesto l’archiviazione. LNDC si è opposta e in tribunale ha spiegato le sue ragioni. Rosati: spesso il lavoro principale dei nostri legali è proprio quello di convincere i giudici a procedere, evitando che cada tutto nel dimenticatoio. La politica ha fatto promesse elettorali, ora aspettiamo pene più dure per i reati contro gli animali.
Due mesi fa il PM di Trapani ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico del proprietario di Mia, la cagnolina salvata dopo che ha rischiato di annegare in mare con una pietra al collo. Il Procuratore, infatti, ha creduto alla versione dell’indagato che ha sostenuto di aver usato la pietra solo per tenere fermo il guinzaglio nel lavare l’animale. Poi però, sempre secondo la sua versione, Mia sarebbe caduta in acqua portandosi dietro guinzaglio e pietra e a quel punto lui sarebbe tornato a casa perché lei era comunque abituata a tornare da sola.
LNDC ha immediatamente presentato opposizione alla richiesta di archiviazione, giudicando tale versione completamente inverosimile. Oggi quindi si è svolta l’udienza per valutare l’opposizione e LNDC era l’unica associazione presente, rappresentata dall’avv. Michele Pezone – Responsabile Diritti Animali e Coordinatore Legale Nazionale LNDC. “Ho fatto presente al giudice di essere intervenuto personalmente, come coordinatore nazionale, proprio per l’importanza che ha per noi questo caso”, dichiara l’avv. Pezone. “Ho quindi chiesto di rigettare la richiesta di archiviazione e di voler disporre l’imputazione coatta. Al magistrato ho espresso anche la mia fiducia che le assurde giustificazioni addotte dall’indagato non vengano ritenute credibili.”
“Il nostro team legale segue centinaia di casi nei tribunali di tutta Italia”, commenta Piera Rosati – Presidente LNDC Animal Protection, “e spesso il lavoro principale è incredibilmente proprio quello di dover convincere la magistratura a prendere in seria considerazione questi reati e non far cadere tutto nel dimenticatoio con l’archiviazione. Il caso di Mia ha suscitato grande scalpore mediatico perché è stato commentato, all’epoca, anche dai Ministri Costa e Bonafede, ma oggi in tribunale c’eravamo solo noi.”
“Durante questa ennesima campagna elettorale, in tanti si sono prodigati a parlare di proposte di legge per aumentare le pene per i reati contro gli animali e mi auguro che dalle parole si passi ai fatti”, conclude Rosati.
21 maggio 2019
|