Inserita in Cronaca il 08/04/2019
da Direttore
8 aprile si scava ...NOI C´ERAVAMO
8 aprile 2019 Noi C´eravamo Giornalista e Fotoreporter insieme per non dimenticare! Noi C´eravamo. Decennale Terremoto L´Aquila 2009-2019 Tutto trema. Abruzzo 8 aprile 2009 - Coppito Murata Gigotti L´Aquila Abruzzo. "In queste ore la Protezione civile comunica: 207 morti, il 118 dell´Aquila di 211, mentre altre fonti aggiornano il bilancio a 228. Alle 19:42 un´altra forte scossa magnitudo 5.3 provoca una vittima e il crollo della Basilica di piazza Duomo. Alle prime luci dell´alba una ragazza viene estratta viva dopo 42 ore sotto le macerie, 21 anni. Si continua a scavare ".
Continuare a vivere dopo una catastrofe ci mette in una condizione da molti mai vissuta. Vivere dopo un terremoto intensivo ci mette di fronte a verità ormai considerate scontate. Aprire il rubinetto e riempire la brocca d´acqua, accendere la tv, prendere il latte fresco dal frigorifero. Non esiste più nulla di tutto ciò che era. Tutto distrutto, cambiato in pochissimi minuti. Sfollati profughi terremotati, senza alcun riferimento, niente luce, difficile l´accesso all´acqua potabile. Nel mentre la terra continua a tremare.
Siamo diventati tutti terremotati e insieme abbiamo creato una nuova verità, informare per aiutare.
Giornalista e Fotoreporter insieme per non dimenticare!
Noi C´eravamo... Di Giosafat Capulli (giornalista) e Giordano Riboli (fotoreporter).
C´era la pioggia a rendere più difficile la vita quotidiana sotto le tende. Pioggia, freddo e qualche volta timidi raggi di sole che poco avevano a che vedere con la primavera di un aprile "novembrino". Il Parco di Murata Gigotti, a Coppito, comunque era vivo e ricco di suoni e colori. Nessuno aveva perso congiunti a causa del sisma e pochi erano coloro che avevano subito danni gravi alle abitazioni. Noi, da buoni cronisti, giravamo in lungo e in largo per i dolori del cratere a scattare foto e a raccogliere testimonianze. E ci rendevamo conto che i drammi veri erano altrove, non a Murata Gigotti, dove in piena emergenza il gruppo dirigente della locale Pro loco, che gestiva la tendopoli, lavorava per realizzare una biblioteca, un asilo nido, un parco giochi attrezzato e per acquisire al patrimonio collettivo quello spazio immenso ricompreso in una cinta muraria del settecento fino ad allora proprietà privata. Area cinta da mura "violata" per impiantare una tendopoli e per farla diventare poi parco cittadino. Ogni volta che passavamo davanti al campo sportivo di Coppito (altra tendopoli), trovavamo gente a scavare cunicoli per liberarsi dall´acqua che si infiltrava perniciosa nelle tende. Fatica e sofferenza per realizzare quel reticoli di piccoli canali. A Murata Gigotti i clown erano di casa ed i bambini erano felici. Vivevano dentro l´edificio dell´asilo dell´infanzia insieme a 32 sfollati, per lo più famiglie di anziani, che la Pro loco voleva tenere al caldo. Quell´edificio era rimasto intatto e per questo lo si usò per proteggere i più deboli. Il casale interno al parco, un edificio monumentale con un torchio in legno vecchio di oltre tre secoli, era diventato un magazzino dove venivano stoccate le donazioni. Giocattoli, libri, viveri, indumenti. Era tutto lì. E a disposizione di tutti, anche di coloro che nottetempo rubavano per fare magazzino privato in qualche loro garage. Povera gente che rubava, cleptomani della coscienza. Dal Colle dei Grilli un giorno volevamo fotografare dall´alto la caserma scuola della Guardia di Finanza, dove di lì a poco ci sarebbe stato il G8 voluto da Silvio Berlusconi. Fummo accerchiati dai corpi della sicurezza. Ma salvammo con uno stratagemma il rullino. Volevamo documentare e lo abbiamo fatto. E ancora i volti di due signore anziane che si erano conosciute lì, a Murata Gigotti, e avevano stretto amicizia. Maria e Assunta, questi i loro nomi che ricordiamo poiché non sono più tra noi. Fuori qualche tenda gli ospiti avevano allestito dei piccoli giardini. Un tocco di primavera nell´inverno dell´emergenza. La dignità che si esprime a colori attraverso i petali dei fiori. Sdraiata su una panchina una giovane volontaria romana si lavava i piedi con l´acqua minerale frizzante. Richiamata all´inutile spreco se ne andò stizzita. Inveendo contro quelli della Pro Loco che secondo lei non sapevano apprezzare il valore del volontariato. Non capiva, la signorina, che quei "soggetti" della Pro Loco (così li definiva) gestivano da terremotati una tendopoli per terremotati. Non riusciva a comprendere che la maleducazione è maleducazione sempre, anche nell´emergenza. Piccole devianze umane di un percorso che comunque è andato avanti e che in piena devastazione ha permesso di realizzare un centro sociale e culturale che oggi è il fiore all´occhiello di un´intera città. Noi allora c´eravamo. E siamo ancora qui, a distanza di dieci anni dal sisma, per renderne memoria.
photo by Giordano Riboli - Coppito L´Aquila - Murata Gigotti - 2009.
"Ci sono quelli che tornano fra le macerie della casa per salvare l´album di foto. Dopo le catastrofi, alluvioni o terremoti, tantissime persone hanno sentito la necessità di cercare tra le poche cose rimaste, molto spesso con il terrore di non ritrovare, i loro album di foto". @MicheleSmargiassi@Fotocrazia Sisma d´Abruzzo- Decennale terremoto L´Aquila 2009-2019 LO STUPORE LA CATARSI LA RISPOSTA. LA FOTOGRAFIA PER NON DIMENTICARE.
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