Inserita in Cronaca il 27/01/2019
da Direttore
La scarsa igiene orale potrebbe innescare l´Alzheimer.
I ricercatori hanno scoperto nel cervello dei malati di Alzheimer un tipo di batteri noti per essere la causa della malattia dei denti e delle gengive. Una relazione al limite dell’assurdo quella tra infiammazione cronica delle gengive e malattia di Alzheimer, ma i risultati di una grande ricerca internazionale sembrano suggerire un nesso causale tra il Porphyromonas gingivalis, il principale responsabile delle parodontiti, e i processi neuroinfiammatori e neurodegenerativi tipici del cervello delle persone con Alzheimer. Un’ipotesi eziologica assai intrigante che andrà naturalmente confermata da ulteriori ricerche.
Da qualche tempo, gli scienziati hanno pensato che la demenza dovuta all´Alzheimer possa essere una malattia infettiva. Tuttavia, i ricercatori non sono riusciti a capire i processi esatti di tale infezione. Ora, un nuovo studio ha stabilito che esiste effettivamente un legame tra l´Alzheimer e un´infezione batterica. Ricercatori guidati dal microbiologo Jan Potempa dell´Università americana di Louisville hanno scoperto il batterio Porphyromonas gingivalis, che è responsabile di malattie dentali e gengivali, nel cervello dei pazienti deceduti di Alzheimer. Successivamente, gli autori hanno osservato, in un esperimento sul topo, che l’infezione da P. gingivalis produce una colonizzazione del cervello degli animali e un aumento della produzione di Aβ1-42, un componente delle placche amiloidi.. Nel cervello hanno innescato un aumento della produzione della proteina antibatterica beta-amiloide, i cui depositi sono legati all´Alzheimer. Allo stesso tempo, i ricercatori hanno trovato nel cervello i gingipain. Questi sono enzimi tossici formati dai batteri. Li hanno trovati anche nel cervello del defunto, a cui non era mai stata diagnosticata la malattia di Alzheimer. Le gingipain inoltre sono risultate neurotossiche sia in vitro che in vivo, con effetti dannosi sulla tau, una proteina necessaria per il normale funzionamento dei neuroni. I ricercatori valutano questo come un segno che il morbo di Alzheimer non porta alla malattia di denti e gengive, ma viceversa. A offrire alla comunità scientifica internazionale questo ulteriore importantissimo spunto per la ricerca delle cause di questa patologia neurodegenerativa, è un gruppo di ricerca collaborativa pubblico-privata che ha coinvolto numerose università americane, polacche, norvegesi, australiane, neozelandesi. Primo nome della ricerca è Stephen S. Dominydella Cortezyme, un’azienda californiana di San Francisco, che sta cercando di sviluppare nuove soluzioni terapeutiche per l’Alzheimer e altre patologie neurodegenerative. Si deve proprio a Dominy la scoperta del Porphyromonas gingivalis nel cervello dei pazienti con Alzheimer, il patogeno gengivale legato alla neurodegenerazione e resistente ad un ampio spettro di antibiotici. Le ricerche di questa piccola azienda californiana hanno portato allo sviluppo di una piccola molecola (COR 388), in grado di inibire gli effetti patogeni di questo batterio. Tuttavia, secondo i ricercatori, non è ancora possibile confermare l´efficacia di COR388 nella lotta contro il morbo di Alzheimer. Per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,una settimana importante questa per la ricerca sull’Alzheimer, notizia arrivata direttamente dalle pagine della rivista scientifica "Science Advances" circa la l’individuazione di un nuovo possibile agente eziologico infettivo per questa patologia multifattoriale. Nello specifico, secondo i ricercatori, questi esperimenti suggeriscono che gli inibitori delle gingipain potrebbero essere efficaci nel trattamento della colonizzazione cerebrale da parte di P. gingivalis e probabilmente contribuire a proteggere dai processi neurodegenerativi tipici dell’Alzheimer.
Lecce, 27 gennaio 2019
Giovanni D’AGATA
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