Inserita in Cronaca il 16/12/2018
da Direttore
Infanzia: Save the Children, presentata oggi ai padiglioni di CRE.ZI.PLUS presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo la nona edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio 2018- Le periferie dei bambini
A Palermo vivono in aree ´periferiche´ il 60% dei bambini al di sotto dei 15 anni[1], dove per periferie si intendono zone o quartieri sensibili da tanti punti di vista differenti, non solo rispetto alle distanza dal centro città, ma in base ai diversi deficit urbanistici, funzionali o sociali dei territori. Sono ad esempio “periferie funzionali” i quartieri dormitorio, privi di opportunità e poveri di relazioni sociali Più in generale, i quasi 3,6 milioni di bambini e adolescenti che vivono nelle 14 principali aree metropolitane del Paese (2 su 5 del totale in Italia) [2], crescono spesso in zone che possiamo definire “periferie”. Quando bambini e adolescenti del Sud e delle isole si guardano intorno, l’8,8% vede strade scarsamente illuminate e piene di sporcizia, non respira aria pulita e percepisce un elevato rischio di criminalità, un dato che sale al 17,5% nelle grandi aree urbane del meridione e delle isole[3]. In Sicilia il 42% dei bambini e adolescenti vive in condizioni di povertà relativa. Ma non sono solo le condizioni economiche del nucleo familiare a pesare sul loro futuro. L’ambiente in cui vivono ha un enorme impatto nel condizionare le loro opportunità di crescita. Pochi chilometri di distanza, tra una zona e l’altra, possono significare riscatto sociale o impossibilità di uscire dal circolo vizioso della povertà: la segregazione educativa allarga sempre di più la forbice delle disuguaglianze, in particolare nelle grandi città come Palermo, dove vivono moltissimi bambini, ed è lì che bisogna intervenire con politiche coraggiose e risorse adeguate.
All’interno di una stessa città, l’acquisizione delle competenze scolastiche da parte dei minori segna un divario sconcertante. A Palermo i 15-52enni senza diploma di scuola secondaria di primo grado segnano il dato più basso (2,3%) a Malaspina-Palagonia per impennarsi al 23% a Palazzo Reale-Monte di Pietà[4]. Differenze sostanziali tra una zona e l’altra riguardano anche i NEET, ovvero i ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non studiano più, sono senza lavoro e non sono inseriti in alcun circuito di formazione: anche in questo caso le differenze tra aree della città sono significative e vanno dai numeri più bassi di Libertà (8,8%) a zone dove la concentrazione è più alta come Pallavicino (26,1%)[5]. Anche i dati tratti dai test INVALSI confermano il divario nell’apprendimento scolastico e questi stessi quartieri sono divisi da una distanza siderale di 21 punti INVALSI[6].
Questi sono alcuni dei dati messi in luce dal IX Atlante dell’infanzia a rischio “Le periferie dei bambini” di Save the Children, l’Organizzazione internazionale che dal 1919 lotta per salvare la vita ai bambini e garantire loro un futuro, dedicato alle periferie educative in Italia, e pubblicato per il terzo anno consecutivo Treccani, che dopo l’anteprima alla Camera il 15 novembre, è stato presentato stamattina nei locali di CRE.ZI.PLUS presso i Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo.
La pubblicazione è la fotografia in chiaroscuro dello stato dell’infanzia nel nostro Paese, e quest’anno, in particolare, analizza i diversi modi in cui si declina la periferia dal punto di vista dei bambini.
La periferia, territorio apparentemente condannato alla marginalità demografica, economica e politica, come metafora stessa dell´infanzia, viene raccontata in un viaggio ricco di mappe, dati inediti, interviste e immagini originali. Alla presentazione sono intervenuti Cristina Alga, Ecomuseo Mare Memoria Viva; Giulio Cederna, Curatore dell´Atlante dell´Infanzia a rischio 2018; Pasquale D’Andrea, Garante dei diritti dell´Infanzia del Comune di Palermo; Francesco Di Giovanni, Centro Tau - Associazione Inventare Insieme; Antonietta Fazio, San Giovanni Apostolo Onlus; Christian Paterniti, Rapper e operatore sociale; Marco Picone, Università degli Studi di Palermo. Ha moderato i lavori Mariangela Di Gangi del Laboratorio Zen Insieme.
Sono stati allestiti anche corner informativi sui progetti attivi a Palermo nell´ambito del contrasto alla povertà educativa e contemporaneamente sono stati organizzati laboratori per bambini e bambine a cura di Mare Memoria Viva, Laboratorio Zen Insieme e San Giovanni Apostolo Onlus.
Save the Children è presente nelle periferie più svantaggiate di 18 città italiane[7] grazie a una rete di 23 Punti Luce nei quali offre a bambini e ragazzi tra i 6 e i 16 anni l’opportunità di partecipare ad attività formative ed educative, come accompagnamento allo studio, laboratori artistici e musicali, gioco e attività motorie, che solo nell’anno in corso hanno coinvolto oltre 8.130 minori. In particolare Save the Children è presente in Sicilia con tre Punti Luce, due a Palermo (Zisa e Zen2) e uno a Catania (San Giovanni Galermo), per un totale di quasi 1500 bambini e adolescenti che hanno potuto usufruire delle attività a loro dedicate
----------------------------------------------- [1] Le 6 città campione analizzate in dettaglio nell’Atlante
[2] Torino, Milano, Genova, Venezia, Firenze, Bologna, Roma, Cagliari, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Messina, Catania e Palermo
[3] Fonte Istat, Aspetti Vita Quotidiana 2016, elaborazioni per Save the Children
[4] Dati Istat Censimento 2011 rielaborati per la Commissione Periferie
[5] ibidem
[6] Invalsi, dati a.s. 2016/17
[7] Ancona, Bari, Brindisi, Casal di Principe, Catania, Genova, L’Aquila, Marina di Gioiosa Ionica, Milano, Napoli, Palermo, Potenza, Roma, San Luca, Sassari, Scalea, Torino, Venezia
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