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Inserita in Cronaca il 14/12/2018 da Direttore

Lettere a Tito n. 231. Giuda il traditore sarà il quarto Re Magio nel 59mo Presepe Vivente di Agnone del Molise il 24 dicembre sera.

Lettere
Caro Tito, giusto 6 anni fa, il 10 dicembre 2012, hai pubblicato la “Lettera n. 11 – Un presepe vivente dalla Calabria al Molise”.

Ti informavo che il Cenacolo culturale francescano “Camillo Carlomagno” di Agnone (amena città d’arte dell’Appennino centrale in provincia di Isernia, quasi equidistante dai mari Adriatico e Tirreno) aveva adottato un testo natalizio del sacerdote calabrese don Mimmo Battaglia (Satriano CZ – 20 gennaio 1963), suggerito tramite me dalla educatrice parrocchiale di Badolato Marina, Luisetta Caporale, per realizzare l’annuale Presepe Vivente, recitato e all’aperto, a tema espressamente sociale (di volta in volta differente) preso dalla cronaca anche internazionale.

Il tema proposto allora da don Mimmo Battaglia e adottato dalla Natività agnonese del 2012 è stato quello di presentare persone sofferenti a causa di forti disagi anche sociali, prima di tutti la più assoluta solitudine. Una riflessione e una solidarietà, una carezza e un segno di speranza per ragazze-madri o violentate, prostitute, drogati, barboni e altri senza tetto, malati di AIDS, migranti, disadattati e così via. Don Mimmo Battaglia aveva riportato in quel drammatico testo la sua esperienza di “prete di strada” sempre a contatto con gli emarginati e con quelli considerati “gli ultimi” di questa società tanto consumistica quanto distratta e colpevole.

Avevo sentito tanto parlare di don Mimmo (appartenente ad un paese della mia stessa Comunità Montana jonica e del medesimo comprensorio di Soverato) ma l’ho conosciuto personalmente prima per telefono e poi a Satriano Marina nel consegnargli il manifesto e altra documentazione della Natività agnonese basata sul suo toccante testo. Nel giugno 2016, appena saputo della sua nomina a vescovo, gli ho inviato una mail di auguri anche da parte degli amici agnonesi che lo ricordano con grande stima e simpatia.

DON MIMMO BATTAGLIA DA PRETE DI STRADA A VESCOVO

Don Mimmo dal 1992 al 2016 ha guidato il Centro Calabrese di Solidarietà (comunità dedita al trattamento e al recupero delle persone affette da tossicodipendenze); dal 2000 al 2006 è stato Vicepresidente della Fondazione Betania di Catanzaro (opera diocesana di assistenza-carità); è stato presidente nazionale della Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche (2006-2015) Poi, il 24 giugno 2016 è stato nominato vescovo da Papa Francesco, assegnandolo alla Diocesi di Cerreto Sannita (in provincia di Benevento) comprendente pure i territori delle città di Telese Terme e di Sant’Agata dei Goti (paese di origine dell’attuale sindaco di New York, Bill de Blasio). Cerreto è distante da Agnone circa cento chilometri.

PELLARO (RC) 20 MAGGIO 2015 ORE 09,45



Caro Tito, per qualche anno, Giorgio Marcovecchio (lo storico autore dei testi per il Presepe Vivente di Agnone) è andato in vacanza a Pellaro, alle porte di Reggio Calabria città.

La data che ho evidenziato sopra (20 maggio 2015 ore 09,45 – Pellaro RC per come annotata nella sua agenda) è quella che indica la conclusione della scrittura del testo della Natività 2015 “La storia di mia Madre” (cioè, Gesù che racconta la storia salvifica di Maria Vergine, sua Madre).

Ti ho voluto informare di ciò, pure per evidenziare che c’è un pezzo di Calabria nella Natività agnonese 2015, oltre al testo scritto da don Mimmo Battaglia nel 2012. Vale la gioia e la soddisfazione di dirti che la costa e la gente di quella Calabria che noi chiamiamo “Capo Sud” è piaciuta assai ai coniugi Giorgio e Nunziativa Marcovecchio, i quali mi hanno detto che, se fossero stati più giovani, si sarebbero sicuramente trasferiti a vivere permanentemente alla punta più a sud d’Italia!

GIUDA PROTAGONISTA DELLA NATIVITA’ 2018

Adesso torno a dirti del Presepe Vivente di Agnone del Molise (città dove conservo ancora la residenza pur abitando prevalentemente sulla più mite costa adriatica, dopo essere andato in pensione). E torno a dirti per un fatto assai originale che mi ha colpito assai. E’ un fatto, più che insolito, davvero del tutto inatteso, quasi “sacrilego” e, comunque, “eclatante”. In pratica, l’edizione n. 59 del 2018 è incentrata sulla figura di Giuda, l’apostolo traditore … sì, proprio quello che ha venduto per 30 denari Gesù ai sacerdoti del Tempio per farlo processare e poi crocifiggere.

Un bel coraggio hanno avuto gli autori e gli sceneggiatori di questa Natività 2018, il giovane Tancredi Carlomagno e il veterano Biagio Giorgio Marcovecchio il quale è stato a lungo l’autore dei testi e, solitamente, ha quasi sempre scelto il tema da trattare la sera della Vigilia di Natale attraverso la sempre ottima interpretazione degli attori amatoriali della Compagnia Teatrale “LE 4 C” appartenente al Cenacolo culturale francescano. Infatti, l’evento è denominato semplicemente “Natività” e, per le problematiche sociali rappresentate, tale Presepe Vivente è stato ripreso spesso da televisioni italiane ed estere, pure con collegamenti diretti.

AGNONE – 59 ANNI DI PRESEPE VIVENTE

Tutto è cominciato nel dicembre 1959 ad Agnone per il fervore del frate francescano Padre Cipriano De Meo, il quale, grande aggregatore, ha affidato ai giovani che gravitavano nella Parrocchia dei Cappuccini la realizzazione del primo Presepe Vivente. L’originalità principale di tale rappresentazione religiosa agnonese (cresciuta di importanza fino a raggiungere una visibilità anche internazionale) è, appunto, quella di legare all’attualità e alla cronaca il tema da trattare, ogni anno diverso. Nell’attuale organizzazione ed esecuzione del sacro evento ci sono persone (come Giuseppe De Martino, regista, e Giorgio Marcovecchio, autore e sceneggiatore) che facevano già parte delle prime rappresentazioni di Padre Cipriano. Poi, anno dopo anno, si è creato un solido gruppo ormai “storico” così tenace da affrontare e superare sempre difficoltà d’ogni genere, soprattutto logistiche ed economiche, pur in presenza di un grande entusiasmo popolare e giovanile in particolare.

IN ATTESA DELLA EDIZIONE NUMERO 60

Immagino, caro Tito, come e quanto il Presepe Vivente del 2019, con la sua 60ma edizione, potrà essere un qualcosa di veramente speciale. Ritengo che ci dobbiamo attendere un evento ancora più vibrante e spettacolare, intenso e significativo, visti anche gli attuali tempi fin troppo difficili in cui il ruolo della fede e della religione potrebbe essere determinante nell’indicare la via per la soluzione dei problemi più gravi, locali e planetari. Spero che il Cenacolo, tra tante altre iniziative per onorare la meravigliosa ricorrenza, voglia già pensare pure ad un annullo filatelico e ad invitare coloro i quali (nel corso di questi 60 anni) hanno rappresentato il “Bambinello” nella capanna di Betlemme-Agnone.

DOPO IL PIU’ GRANDE CORTEO DEL FUOCO AL MOMDO

Oltre a tali significative originalità che lo rendono uno dei più noti esistenti al mondo, il Presepe Vivente di Agnone del Molise ha un altro pregio.

Avviene immediatamente dopo la ‘Ndocciata (ovvero il lungo, antico e

caratteristico corteo di fuoco) nel più suggestivo angolo del centro

storico della cittadina altomolisana … uno splendido e splendente, avvincente ed emozionante fiume di fuoco (ritenuto il più grande del mondo) che solitamente attrae decine di migliaia di visitatori anche dall’estero (specialmente nella edizione annuale dell’8 dicembre).

Il Presepe Vivente (dopo essere stato realizzato in modo più ampio e spettacolare sulla collinetta del giardino comunale) è adesso tornato alle origini, sulla scalinata della chiesa di Sant’Antonio e sulla attigua piazza del Mercato (Largo Sabelli). E’ un luogo più intimo che aiuta maggiormente la riflessione suggerita dall’evento in sé e dal particolare tema di ogni edizione.

La ‘Nocciata è una manifestazione riconosciuta “Patrimonio d’Italia” e sembra avere origini assai antiche, probabilmente sannite (risalenti cioè ad almeno 2500 anni fa). Le centinaia e centinaia di ‘ndocce che sfilano (portate sulle spalle da numerosi appartenenti alle 5 contrade agnonesi) sembrano fatte apposta per arrecare luce e calore nella notte della capanna del

Presepe per riscaldare la rituale nascita di “Gesù Luce del Mondo”. Due

grandi eventi, quindi, nell’arco di due ore soltanto, a beneficio di migliaia di

spettatori e di appassionati. La Natività Agnonese è ancora più suggestiva quando c’è la neve e fa rivivere il vero clima del Natale che è fatto essenzialmente di raccoglimento, di buone intenzioni e di unità familiare.

IL TESTO TEATRALE ED ARTISTI

Per capire meglio il tema della Natività agnonese 2018, puoi seguire

(come PRIMA LETTURA) il testo teatrale scritto e sceneggiato questo anno da Biagio Giorgio Marcovecchio e da Tancredi Carlomagno. Nell’elenco dei realizzatori potrai trovare appartenenti al gruppo storico e alle varie generazioni, davvero di tutte le età (dal novantenne al neonato Bambinello). La prima emozione è sempre quella di vedere in scena, assai affiatate e ben motivate, tutte queste generazioni.

Ed è la prima emozione che si ha pure nel vedere e nel sentire da vicino il corteo della ‘Ndocciata, che evidenzia (almeno in queste due specifiche occasioni annuali) la perfetta unità di intenti di tutta la comunità, senza distinzione di ceti, ideologie o altri tipi di differenze. E’ il senso dell’universalità del messaggio divino che accomuna e aggrega l’insieme di un territorio. Peccato che, in altre occasioni (anche importanti o addirittura decisive per queste montagne) l’unione non è poi più la stessa!

L’APOTEOSI DI UNA COMUNITA’

Infatti, per fare lo ‘ndocciatore o per ritagliarsi una particina nel Presepe Vivente c’è il più formidabile concorso di agnonesi di ogni età, poiché è ritenuto un grande onore partecipare a questi due eventi concomitanti del 24 dicembre (ore 18-20) e alcuni partecipano all’uno e all’altro. L’apoteosi di Agnone (e del Molise) è, però, avvenuta in Piazza San Pietro in Vaticano quando, l’8 dicembre 1996, in onore di papa Giovanni Paolo II (che aveva visitato Agnone il 19 marzo 1995) è stata realizzata una ‘Ndocciata speciale e davvero imponente, degna di un grande Pontefice. Per ricordare la quale, ogni 8 dicembre, si ripete l’evento romano, impegnando tutte le risorse umane ed organizzative disponibili.

Anche le istituzioni regionali tengono molto a questa “Ndocciata maggiore” dell’8 dicembre la quale è divenuta, con gli anni, uno dei più importanti eventi-vetrina del Molise che, attraendo decine di migliaia di turisti, diventa altresì una preziosa occasione di vendita di prodotti locali, in grado di dare fiato all’economia di queste montagne, ma anche di promozione socio-culturale.

Dal 1996 la ‘Ndocciata della Vigilia sera (che era nata proprio e solo per il Natale) adesso è ridotta di numero, d’importanza, di significato. Nonostante ciò, ha conservato quella suggestione e quella intimità propria delle origini. E il fatto stesso che alla ‘Ndocciata segua immediatamente il Presepe Vivente del Cenacolo dona ai partecipanti il più vero senso della religiosità di entrambe le manifestazioni di fede e di appartenenza.

CHE SIGNIFICATO HA GIUDA ISCARIOTA?

“”Papa Francesco, il 16 giugno 2016, nel suo discorso di apertura del

Congresso diocesano di Roma, ha sottolineato la misericordia di Gesù

anche nei confronti di Giuda il traditore, e lo ha fato descrivendo un

capitello presente in una chiesa romanica in Francia sul quale è

scolpita la figura dell’Iscariota da una parte impiccato e dall’altra

preso sulle spalle da Gesù buon pastore. Un’immagine che fa presente

in maniera chiara la tradizione che sostiene la redenzione anche di

quel discepolo che ha tradito e venduto Gesù””. (da www.tv2000.it la TV

dei Vescovi italiani).

Spesso sentiamo addirittura dire dalla Chiesa Cattolica che il

tradimento di Giuda sia stato “necessario” perché si realizzasse la

“Redenzione” ovvero la “Salvezza dell’Umanità” attraverso la morte del

Figlio di Dio, mentre la Misericordia del Dio-Gesù o Gesù-Dio è

centrale nella religione cristiana. Sono convincimenti teologici non

facile da capire, per cui la figura di Giuda Iscariota resta ancora assai

controversa, nonostante si cerchi di “recuperarla” persino come

inevitabile, anzi indispensabile, nel progetto divino della morte e

resurrezione del Cristo. Povero Giuda!… probabilmente è l’uomo più vituperato e bestemmiato della Storia (“mannaggia Giuda” – “porco Giuda” e così via). Povero Giuda, che ruolo ingrato!…

GIUDA – TRADITORE E SANTO A SUA INSAPUTA?

La religione fondata da Gesù Cristo si basa unicamente sull’Amore e suoi più diretti derivati. Ogni altra pseudo-teologia sembra essere dovuta alle elucubrazioni o alle fantasie di chi in duemila anni di “diserzione dall’Amore cristiano” ha perso tempo a immaginare e a teorizzare, disturbando, inquinando e addirittura ostacolando la vita della Chiesa voluta da Cristo. Quante incrostazioni da rimuovere e ripulire! Non basteranno altri due millenni per detergere quanto sporcato, allontanando i cristiani dalla vera salvezza del mondo e ignorando (o addirittura perseguitando e uccidendo) lo stesso popolo di Dio!

Pure in tale contesto, il Giuda Iscariota del “tradimento necessario” appare così un martire della volontà divina, utilizzato a sua insaputa per dare il “via” alla Redenzione nel ruolo più tragico e doloroso che possa mai esistere “tradire il proprio Dio, il proprio Maestro”! Oppure è “volontario” a sua insaputa, strumento nelle mani di Dio Padre per l’immolare il Messia, il Figlio dello stesso Dio Padre. Almeno Maria di Nazareth ha avuto l’onore dell’Annunciazione. Invece, il povero Giuda si è praticamente trovato coinvolto in una “congiura divina”. Tutto a sua insaputa. E, a sua insaputa, è diventato anche Santo e simbolo necessario, indispensabile di Redenzione. Misteri della Fede!

GIUDA E LA MADONNA INDISPENSABILI

Non a caso il Presepe Vivente di Agnone 2018 presenta in scena soltanto due figure, due protagonisti assoluti: Giuda e Maria di Nazareth. Entrambe le presenze necessarie affinché Dio potesse, nascendo, diventare Uomo e poi Redentore. Allora, perché destini troppo diversi?

La recitazione della Natività 2018 è sorprendente non soltanto perché mette a confronto due opposte figure (quelle che in fondo si attraggono e diventano indispensabile come la luce ed il buio) … ma anche perché in questa rappresentazione è Gesù stesso, nell’orto degli ulivi, a dire a Giuda di baciarlo … non è Giuda (secondo la narrazione tradizionale) che si avvicina a Gesù e lo bacia volontariamente. Qui Giuda è come costretto da Gesù stesso a fare in fretta ciò che deve fare perché si compia il progetto divino della Redenzione.

E’ LA STESSA CHIESA IL PRIMO GIUDA DI CRISTO?

La Natività 2018 del Cenacolo francescano agnonese, nella sua rilettura dei fatti, si presta a tantissime considerazioni. Ne sciorino soltanto alcune. Partiamo dalla Chiesa, unica erede della fede cristiana. Dicevamo che il messaggio di Gesù Cristo è fondato unicamente su un “Amore ad oltranza” verso i fratelli (fino ad amarli totalmente e a perdonarli 70 volte 7). Allora, chi si sente o si ritiene cristiano (specialmente quelli che fanno parte a pieno titolo della Chiesa di Cristo, tramite il battesimo e gli altri conseguenti Sacramenti confermativi) dovrebbe riflettere, farsi un esame di coscienza e capire come e quante volte abbia “tradito” la volontà e l’insegnamento del Maestro. E in quale forma più o meno grave.

Anzi, l’intera Chiesa di Cristo dovrebbe fare un esame di coscienza anche storico per capire come e quanto, nel corso di questi due millenni, non si sia attenuta ai Vangeli (nella sua chiara missione) … come e quanto non abbia rispettato la vita umana di migliaia e migliaia di persone mandate a morte (specialmente durante i numerosi secoli dell’Inquisizione) oppure nel tentativo di evangelizzare i popoli del mondo con le buone e con le cattive … nel nome di Cristo.

Premesso e chiarito che la Chiesa cattolica o le altre Religioni hanno, comunque, avuto e continuano ad avere un ruolo sociale troppo importante (nel bene e nel male), spesso determinante o condizionante, sarebbe sempre più opportuno una maggiore e migliore purificazione, nonché un’attenzione più puntuale per non generare “scandalo” e “desertificazione” di fedeli (come sta accadendo un po’ in tutto il mondo). E lo dico per il bene della religione ed anche per i non credenti.

GIUDA TRADITORE NEL PRESEPE DI AGNONE

E’ grande merito del Cenacolo francescano di Agnone presentarci, con grande sorpresa, come protagonista assoluto il troppo discusso e aberrante personaggio di Giuda che la Chiesa stessa ci ha insegnato a detestare proprio perché traditore di Gesù e, quindi, del genere umano. Spesso è invalsa l’abitudine di abbinare Giuda ai Giudei ed assegnare a tale popolo la responsabilità del cosiddetto “deicidio” (uccisione di Dio). E’ un aspetto, questo, che si sta piano piano e faticosamente superando.

Adesso che si stanno rivalutando tutti e tutto alla luce della Misericordia divina, persino uno come Giuda … fa bene il Cenacolo a invitarci a qualche umile e generosa riflessione… quasi a chiedere noi “perdono” a Giuda (e ai Giudei fratelli maggiori) per esserci sbagliati sul suo conto ed anche perché lo abbiamo ingiustamente vituperato per ben 20 secoli!

In questa originale, importante, lodevole e lungimirante sceneggiatura della Natività agnonese 2018, Giuda è pentito e chiede perdono al suo Maestro. Capisce da se stesso che ha commesso un grande peccato (che poi peccato non dovrebbe essere se è vero che il suo bacio traditore era già previsto come molla per mettere in moto la Redenzione) e si dà la morte per impiccagione (secondo la vulgata). Così, viviamo, in una medesima rappresentazione, la Nascita e la Resurrezione di Gesù (cosa non facile da accettare ed elaborare, abituati come siamo a separate rappresentazioni natalizie e pasquali)! Ma, ormai, questo è il futuro.

Nel Presepe Vivente di Agnone, Nascita – Morte e Resurrezione si impastano come per formare l’Eucarestia redentrice. Un espediente davvero geniale, ispirato a Biagio Giorgio Marcovecchio e compagni sicuramente da profonda fede ma anche dalla vocazionale e lunga esperienza di preparare le Natività per decenni e decenni fino a diventare “teologi” della incarnazione del Figlio di Dio. Ecco cosa succede quando ferventi laici si occupano della materia teologica e la trasformano in un semplice atto d’Amore che tutti unisce e tutti vivifica!

LA SCOMODA PRESENZA DI GIUDA IN UN PRESEPE VIVENTE

Infatti, i due autori della sceneggiatura 2018 (Carlomagno e Marcovecchio) recitata e rappresentata dai sempre bravi attori cenacolini del Presepe Vivente di Agnone hanno voluto inquadrare il tradimento di Giuda e Giuda stesso nell’azione senza la quale non sarebbe stato possibile il percorso divino della Salvezza, del riscatto dal peccato originale di Adamo ed Eva.

Probabilmente, nessuno aveva osato tanto, inserendo una così scomoda e inquietante presenza in una Natività! Può destare perplessità la partecipazione parlante di un Giuda Iscariota protagonista addirittura davanti alla capanna di Betlemme-Agnone e non dentro l’annuale e tradizionale manifestazione della Passione nella Settimana Santa o nella Via Crucis. E, in qualcuno, tale ardito inserimento può provocare disorientamento. Ma è proprio qui la più vera “rivoluzione” culturale, religiosa e pedagogica!

LA NUOVA RIVOLUZIONE CULTURALE E PEDAGOGICA

Infatti, è da valutare l’aspetto pedagogico della Natività (come pedagogico era e continua ad essere il capitello citato da Papa Francesco). Giuda è sicuramente da rivalutare, anzi da salvare come tutto il genere umano. Giuda non è come Lucifero, angelo ribelle a Dio, ma è “complice” e “strumento” di una volontà e di un progetto salvifico molto più grande di lui (sebbene, come abbiamo detto, a sua insaputa). E Giuda, alla fin fine, è un “redento” come ogni altro uomo che la morte di Gesù ha riscattato dal peccato.

Giuda (a mio modesto parere), così visto nell’ottica della Redenzione, rappresenta un momento di una più ampia “rivoluzione culturale”. Per ciò che conosca delle tradizioni (sempre audaci ed anche per questo particolarmente toccanti e lungimiranti) del Cenacolo francescano agnonese, ritengo che dietro il personaggio di Giuda ci sia almeno qualche altra considerazione da fare. Forse mi sbaglio, ma, per ciò che significano questi ultimi decenni di maldestra globalizzazione per l’Umanità tutta e di malgoverno dell’Italia, in particolare dell’Alto Molise, l’aver scelto Giuda come coprotagonista, assieme alla Madonna, del Presepe Vivente 2018, mi induce ad argomentare altri segnali e altri significati criptati. Cominciamo con la fin troppo maltrattata Terra.

CHI HA TRADITO IL PIANETA?

Chi ancora si ostina a insistere sul più sfrenato consumismo che fa male alla salute delle persone, di tutti gli altri esseri viventi e al nostro pianeta? … Chi non ama la sostenibilità armonica, ambientale e naturale?… Chi persevera nell’avidità che toglie alla maggior parte degli esseri umani, facendo peggiorare la loro salute, il loro stare al mondo con dignità almeno minima?… Chi mantiene le guerre, la violenza generalizzata (specialmente sui deboli, sulle donne e sui bambini)?…. Chi deruba i popoli e l’intero mondo?…. I “Giuda della globalizzazione” (che tradiscono quotidianamente miliardi di persone) sembrano passare persino sopra il cadavere della propria madre e addirittura dei propri figli (specialmente con le droghe, altre tragiche sostanze e atteggiamenti nocivi di crudeltà e smarrimento).

La stragrande maggioranza degli scienziati (specialmente quelli che sono riuniti dal 3 al 14 dicembre 2018 a Katowice, in Polonia alla 24ma Conferenza mondiale sul clima) hanno detto (a chiare lettere ed in modo assolutamente più allarmante delle altre volte) che è rimasto poco tempo per salvare il nostro pianeta da un eccesso di riscaldamento, portatore di sconvolgimenti troppo pericolosi e drammatici. Ma i traditori della nostra Terra non demordono nel loro atteggiamento “geocida”.

CHI HA TRADITO L’ITALIA E IL TERRITORIO?

Per circoscrivere il ragionamento alla nostra Nazione, chi ha tradito l’Italia e gli Italiani derubandoli di risparmi, di spazi di democrazia e di dignità? Il “Rapporto Censis 2018” (di cui ti ho accennato nella lettera precedente n. 230) e tutti gli altri rapporti demografici e socio-economici fotografano un popolo italiano addirittura “rancoroso e incattivito”, irriconoscibile rispetto a qualche decennio fa e rispetto ai suoi tradizionali valori umani e sociali. Chi ha stravolto l’Italia?…. Chi ha snaturato l’Europa, chi ha deturpato il territorio tanto da farlo ribellare con il dissesto idrogeologico e ambientale?… Chi ha desertificato il territorio, chi spopola i borghi, le Alpi, gli Appennini?… Chi uccide il Sud Italia?… Potremmo continuare all’infinito nell’elencare il malgoverno di intere generazioni di classi dirigenti e di politici (salvo eccezioni) una peggio dell’altra, alla prova dei fatti, registrati dalla vita della gente e dalla cronaca.

CHI HA TRADITO L’ALTO MOLISE?

Chi, come il Cenacolo francescano di Agnone ha sede ed opera in Alto Molise, non può fare a meno di segnalare come e quanto il proprio territorio sia stato tradito e mortificato anche negli aspetti più semplici ed elementari e, come primo esempio, il sacrosanto diritto alla salute con la devitalizzazione di un Ospedale che, realizzato dal popolo agnonese e non dallo Stato, ha sempre dimostrato non soltanto una invidiata efficienza ma anche un bilancio economico tenacemente in rigoroso attivo e in modo tale da soddisfare le esigenze di un territorio montano interregionale di particolare difficoltà orografica e climatica.

Eppure, quasi tutti i notabili regionali hanno utilizzato questa preziosa struttura per le loro necessità ed urgenze sanitarie, serviti e riveriti. E, poi, quando si è trattato di difendere tale fiore all’occhiello della sanità molisana, quasi tutti si sono defilati e, muti, gli hanno girato le spalle. Dico questo per dimostrare come anche il diritto alla salute, in Alto Molise, così come altri diritti e persino alcuni doveri siano stati traditi da chi avrebbe dovuto e ancora dovrebbe assicurare il bene più prezioso, senza il quale non si può né progredire né significare socialmente!… Di questo passo si rischia di tornare ad abitare nelle caverne oppure ad abbandonare un territorio millenario!

Questa cattiveria anche industriale (infatti non si taglia mai un ramo che porta copiosi frutti), tutto questo autolesionismo ci porta a considerare i morti che ci sono stati (e che purtroppo ci saranno) per l’impossibilità strutturale di intervenire per salvare bene e in tempo le persone. Dalla quasi completa chiusura di tale presidio socio-sanitario, da anni stiamo contando i morti evitabilissimi, come in un bollettino di guerra, come in un tragico rosario. Chi paga per tutte queste morti?…

E, a sentire le cronache e le mobilitazioni, l’Alto Molise è soltanto un esempio di tante altre situazioni simili dalle quali gran parte della popolazione italiana è emarginata anche a rischio della vita. Per poi apprendere che le enormi somme di denaro perse con la corruzione, le frodi, l’evasione fiscale, i privilegi, gli abusi e le dissipazioni d’ogni genere … potrebbero bastare pure per lastricare d’oro le nostre strade (le quali, invece diventano insicure per incuria, imbrogli e quant’altro, provocando pure queste tantissime morti evitabilissime).

Cosicché è utile sapere che chi tradisce uccide, quando non provoca più enormi disastri, per i quali spesso nessuno paga o risarcisce. Pure qui, a proposito dell’Alto Molise, l’elenco sarebbe troppo lungo e drammatico. Ed immagino che lo sarebbe anche per tantissimi altri territori, comprensori ed aree sociali simili, e non soltanto in Italia!

70 ANNI DI PACE PER STARE PEGGIO?

Ormai l’Europa e tante altre parti del mondo (Italia compresa) vivono in pace da oltre 70 anni, cioè dal 1945 (dopo la fine della seconda guerra mondiale). Pur calcolando abbondanti 15 anni di risorse spese per la ricostruzione dei Paesi martoriati dal tremendo conflitto, restano almeno 55 anni in cui c’è stata un’economia di sostanziale pace. Però, come si spiega che l’Italia e tantissimi altri Paesi continuano a stare sempre peggio?… Chi tradisce il lavoro di questi popoli?… Perché, specialmente in Italia, il debito pubblico aumenta di giorno in giorno fino a diventare insostenibile ed ostacolo nelle cosiddette “manovre di Governo”?…. Dove va gran parte della ricchezza prodotta? E a chi? Mentre la società non gode più di tanti servizi essenziali e i poveri aumentano persino nei ceti medi…

E’ LA GLOBALIZZAZIONE IL GIUDA DI TURNO?

Caro Tito, nelle mie lettere ti parlo spesso dell’epocale passaggio “dal mondo chiuso all’universo infinito”. Un passaggio repentino e così veloce che gran parte dei popoli non riesce a seguire e a sostenere, pure in mancanza delle dovute e necessarie tutele statali. Lo Stato dovrebbe essere il “buon pastore” che difende le sue pecorelle (non fosse altro che per metterle al sicuro e farle rendere di più). Invece, i responsabili degli Stati sembrano fare a gara su come svendere i propri popoli per partecipare alla “grande abbuffata” … alla gravissima e pericolosa ubriacatura economica e di potere!

Invece di usare la globalizzazione per il bene di tutti i popoli e, in pratica, di tutta l’Umanità … al contrario, questa grande opportunità epocale (offerta principalmente dalla scienza e dalla tecnica) viene sprecata e impiegata per avvantaggiare unicamente i già tanto ricchi e gli speculatori (leggasi “predatori” seriali ad oltranza). Così i popoli del mondo vengono impoveriti e messi uno contro l’altro, imponendoci sconsideratamente e violentemente la quasi irreversibile invivibilità del nostro habitat e dell’intero pianeta.

I GIUDA CONOSCIUTI DAL POPOLO

In Italia, così come in Alto Molise e come ovunque nel mondo, sappiamo chi sono i Giuda incalliti che tradiscono e maltrattano un popolo, interi continenti (come ad esempio l’Africa, l’America Latina, gran parte dell’Asia), facendo pagare ad altri il prezzo del tradimento, da cui comunque lucrano per alimentare copiosamente la loro avidità e la potenza per soggiogare di più il mondo. E sappiamo chi sono i Giuda incalliti di quartiere e di comunità. Ci sono Giuda incalliti persino nelle famiglie, tra gli amici, tra i colleghi di lavoro!

Comunque, nonostante questa nuova visione e riconsiderazione di Giuda Iscariota e al di là della stessa teologia (o delle incrostazioni ideologiche in 2000 anni di cristianesimo), Giuda come traditore ormai ha consolidato il suo simbolismo presso il popolo e la nostra quotidianità. Giuda Iscariota resta il riferimento stesso del tradimento di qualsiasi genere ed origine. Emblema ed accusa. Sarà dunque assai difficile che venga abbandonato dalla nostra quotidianità, dai proverbi, dalle ingiurie, dagli insulti e via di séguito.

Personalmente “Mannaggia Giuda Iscariota” è l’unica bestemmia che adotto da sempre, fin dagli anni del catechismo. D’ora in poi (pure grazie al Cenacolo agnonese) cercherò di evitare una simile (ormai ingiustificata) imprecazione.

Ti ho accennato, in una recente lettera, agli “accoltellatori” cioè a

chi ci pugnala o ci accoltella alle spalle, improvvisamente (fulmine a

ciel sereno!) e senza aver mai potuto sospettare del tradimento di

persone care, persino di stretti familiari e di amici con cui hai

condiviso tutto da anni, da decenni, da una vita! Eppure, i traditori

(piccoli o grandi) sono all’ordine del giorno!… Per questi

“Giuda” solitamente non c’è perdòno o misericordia “laica” … ma

(dipende dall’ambiente in cui avviene) spesso ad un tradimento così

grave e forte, imperdonabile e ostile, segue adeguata rappresaglia o,

a volte, vendetta mortale. L’orgoglio e l’onore devono essere saziati.

Fortunatamente per me, che non serbo mai rancore (pur ignorando del tutto poi accoltellatori e traditori di ogni risma), il perdono è sempre stato implicito nel mio stesso carattere. Fortunatamente per me, vale ancora l’educazione genitoriale, la frugalità e l’etica che ho acquisito e rafforzato specialmente con la cultura e con la convinta emulazione di personaggi di alta moralità vissuti nei secoli. Inoltre (come già sai poiché è tema ricorrente in queste mie lettere) la “compensazione” esistenziale ci aiuta a sopportare, a vivere o a sopravvivere abbastanza bene. Altresì, i nostri personali errori (fatti quasi sempre in buona fede) ci aiutano nell’umiltà necessaria nel considerare tali fenomeni non sempre nocivi (come descrive più avanti la “seconda lettura”).

SIAMO TUTTI PICCOLI O GRANDI GIUDA?

Sono pochi coloro i quali, nell’arco di una vita, non si siano resi

colpevoli di piccoli o grandi “tradimenti” … molto spesso non

intenzionali ma così percepiti dall’altra persona. E’ un argomento

troppo delicato, a livello interpersonale, e non sempre è così chiaro

e distinguibile. Invece, a livelli sociali, è più appariscente il

tradimento fatto per denaro, per potere, per sesso, per un malinteso

orgoglio o senso di giustizia.

La scena quotidiana è ricca di “tradimenti” politici d’ogni risma (come ad esempio i “cambi di casacca” da un partito ad un altro). Per un solo voto (reso a tradimento) sono caduti tanti governi in ogni dove! E’ rimasto eclatante, ad esempio, il fatto che il governo di Romano Prodi sia caduto il 24 gennaio 2008 per un solo voto (dovuto a “fuoco amico” quindi ad un tradimento di coalizione) … un solo voto che poi ha consegnato l’Italia a governi che l’hanno massacrata di brutto, come attesta senza equivoci la cronaca ormai divenuta Storia.

AGNONE – UN PRESEPE PER RIFLETTERE ED AGIRE

Forse, alla Vigilia di Natale, almeno ad Agnone, sarà possibile

interrogarsi come e quanto ogni agnonese o altomolisano si ritenga

“Giuda” nei rapporti interpersonali e sociali. Ed è una buona ed utile

occasione per ognuno di noi riflettere sulla linearità e lealtà di

comportamento. Infatti, tante persone si avvicinano all’Eucarestia, durante

le sante Messe, oppure pregano, pur avendo sulla coscienza inimicizie e tradimenti, anche gravi. E’ qui che avviene la prova coerente e religiosa del cristianesimo … quel cristianesimo che dice, attraverso i Vangeli, “se pensi che un tuo fratello abbia qualcosa contro di te, lascia l’offerta davanti

all’altare e vai a riconciliarti con quel tuo fratello”. A me sembra

il massimo del “perdono” e della “riconciliazione” … ma chi riesce a

farlo, imbottiti come siamo di orgoglio e gonfi di superbia?!

MA LA REALTA’ E’ BEN ALTRA!

Ad ogni Natale, ad ogni presepe, ad ogni altra cerimonia religiosa, ad ogni esame di coscienza, specialmente chi si ritiene cristiano o vicino a tale Religione adempie al rito delle buone intenzioni e delle promesse a migliorare. Peccato che la realtà quotidiana poi è ben altra!…

In quasi 70 anni d’esistenza e di frequentazione di varie comunità, non ho visto grandi cambiamenti nella bontà delle persone. Se non si è buoni di natura o di cultura, difficilmente un carattere si ammorbidisce. Anzi solitamente, con l’appesantirsi dell’età, piuttosto le persone si induriscono, rinunciando pure alla possibilità di migliorare almeno con l’esperienza acquisita. Addirittura ho visto persone che non si ammorbidiscono nemmeno alle prese con malattie gravi e con l’avvicinarsi della inevitabile fine della vita.

Tutti siamo impastati di orgoglio, ma c’è chi lo usa per fare cose belle e c’è chi lo usa per diventare “Giuda di sé stesso” combinando tanti guai, specialmente sociali.

I GIUDA DI SE’ STESSI

Caro Tito, paradossalmente ho notato (incredulo, credimi) persone, ma anche famiglie e piccole comunità che insistono nell’essere “Giuda di sé stessi”. Sono, in genere, “autolesionisti” che forse (guidati dal malorgoglio) non si accorgono di tradire sé stessi, danneggiano così pure la propria famiglia, il proprio ambiente, il proprio paese. Si accontentano di successi falsamente gratificanti, spesso frutto di prevaricazioni momentanee senza essere lungimiranti. Di queste persone e di questi personaggi non resterà buona memoria, quantunque si affannino a conseguire celebrità e rispetto umano, a volte persino autoglorificandosi con un monumento alle vanità. Sono pure quei personaggi che predicano bene e razzolano male e non si accorgono (tanto sono pieni di sé stessi) di quanto siano incoerenti e fallaci!

Ad esempio, non ho mai compreso perché gli alti personaggi ecclesiastici (vescovi, cardinali, papi e persino canonici) insistano (ancora adesso che, dopo il Concilio Vaticano II, è cambiata una certa mentalità) a costruirsi tombe sfarzose o comunque vistose nelle chiese … quasi temendo di non essere più ricordati tra gli umani, quando invece il loro posto dovrebbe essere tra i divini. A parte i soldi spesi che era meglio destinare ai veri poveri, questo esercizio di vanità non dovrebbe fare parte del vero cristianesimo. Sono invece da ammirare i monaci certosini che vengono sepolti nella terra, con una croce e senza nemmeno il nome! Quale è il vero cristianesimo, quello curiale o quello certosino?…

TUTTO PER I VERI POVERI

Ci sarebbero tantissimi esempi di come la gente è solita tradire se stessa. Non ho mai capito come e perché le funzioni religiose siano quasi sempre così sfarzose e ricche, persino nella basilica di San Pietro, in Vaticano. Non basta celebrare la messa (anche la più solenne) con una semplice tonaca, poco costosa, invece di tanta pomposità … sicuramente per niente gradita a Dio, il quale preferirebbe che il costo di tutto questo apparato inutile venga speso per i veri poveri, ma non tanto per sfamarli quanto per emanciparli e stabilizzarli al minimo di dignità di vita. Con diritti e doveri e di crescita.

“Giuda di sé stessi” sono coloro i quali pensano di guadagnarsi il Paradiso (e la benevolenza umana) costruendo monumenti votivi ai Santi un po’ ovunque, esibendo la loro fede o addirittura facendosi “imprenditori di fede” … ma forse non sanno che il Vangelo (in Matteo 25, 40) ha raccomandato di dare tutto unicamente ai veri poveri, poiché “Ogni volta che avete fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”!

E’ così tanto chiaro: non bisogna dissipare le risorse per la vanità o il superfluo, ma è urgente e necessario usarle per i veri poveri, per i bisognosi, per i deboli che sono anch’essi figli di Dio. Perdendo questa indispensabile bussola, perdiamo noi stessi, ingannandoci e diventando permanenti “Giuda di noi stessi”.

PERCHE’ NON MI RITENGO CRISTIANO

Caro Tito, fin dall’età di 6 anni (da quando cioè il 14 marzo 1956 è stata inaugurata l’unica chiesa di Badolato Marina, neonato villaggio dopo l’alluvione del 1951) ho frequentato la Chiesa Cattolica, tramite la parrocchia (allora unico centro di aggregazione) e altre utili occasioni, tra cui la frequenza del Ginnasio-Liceo dei Salesiani di Soverato dal 1965 al 1968 e numerose altre realtà in Italia e all’estero. Mi sono allontanato dal mondo cattolico nel dicembre 1968, a 18 anni, proprio per i tanti “tradimenti” visti e subìti.

Vedi cosa possono produrre i tanti “Giuda” patiti? Non un solo “Giuda” mi ha costretto ad abbandonare ma mille Giuda, uno dopo l’altro, tanto da farmi riconsiderate quella religione e prendere le distanze da tutti e da tutto! Eppure ero un grande entusiasta e tenacemente operativo in questa “fede” assai fervente nella Civiltà dell’Amore! Adesso cerco di attuare da me stesso la “Civiltà dell’Amore” tenendo sempre e comunque presente il “sacro” (che può benissimo stare svincolato dalle religioni, poiché è innato). E’ il senso del sacro che dovrebbe unire tutte le persone al mondo! Ma i tradimenti non mancano nemmeno qui! E’ la natura umana?…. E, allora, che ruolo e che efficacia ha o dovrebbe avere una fede, un credo, una religione se non almeno a migliorare l’essere umano?…

Riguardo la Chiesa cattolica, ritengo che, salvo eccezioni (che a mio parere non superano il 10% massimo il 20%), tale istituzione plurimillenaria abbia, nel corso dei secoli, abbandonato l’unica vera missione affidatale dal suo Fondatore: Amare Amare Amare. Purtroppo, al posto dell’Amore abbiamo visto assai diffusamente tutt’altro e questo tutt’altro (potere, denaro, vanità, prevaricazioni, stupri d’ogni genere, vanità, ecc.) si è fatto dominio e impero, provocando allontanamento dei fedeli oppure sudditanza. L’Amore sembra essere sparito (ripeto salvo mirabilissime eccezioni, spesso pagate con il martirio) dal paradigma cristiano. Alla prova dei fatti, il cristianesimo sembra fatto quasi unicamente di annunci e di parole (salvo, ripeto, eccezionali eccezioni).

Come per la politica (specie partitica) e per la cultura intrisa di ideologica, preferisco essere “totalmente libero” e ragionare con la mia testa, agendo di conseguenza, cercando persino di superare l’etica con l’Armonia (impresa non facile, ma sono in questa lunghezza d’onda, in questo ITER cammino). Sono una persona come tutti gli esseri umani, posso sbagliare e sbaglio … ma (esperienza mi conferma ormai da quasi 70 anni) sbaglio sempre meno di altri che s’inorgogliscvono nelle loro divise mentali e sociali, nelle loro appartenenze o inconsistenze.

Pur stimando tantissimi sacerdoti (specie missionari) e tantissimi credenti cristiani e di altre fedi, mi sono allontanato non soltanto dal cattolicesimo e da tutte le religioni (pur studiandole ancora) anche perché vedo troppi fedeli dare “scandalo” nonostante la loro fervida frequenza nelle varie chiese, nonostante predichino persino (anche da laici) il cristianesimo, nonostante abbiano costruito monumenti religiosi (congreghe, associazioni, edifici di culto e quanto altro) … però nella prassi offrono alle comunità un cattivo ed incoerente esempio religioso, umano e civile (visibile ed invisibile, appariscente o pretestuoso).

IL GIUDA PERMANENTE CHE E’ IN NOI

Il “tradimento” ha infinite varianti e troppe sfumature e gravità per

non considerarlo. Da questo punto di vista e di considerazione, il

Presepe Vivente di Agnone 2018 (giunto alla sua 59ma edizione sempre

per opera e merito del Cenacolo francescano) resta per me il più audace

e temerario, come tema, rispetto ai precedenti, ogni volta organizzati pur sulla linea del paradosso, del dramma, sempre per dare uno scossone alle coscienze, specie a quelle più addormentate! I temi della Natività agnonese sono spesso stati audaci, anzi addirittura arditi e, comunque, sempre sconvolgenti. Ma, alla fine, sono stati utili per rafforzare la propria fede religiosa oppure il proprio buon senso laico.

Questo Presepe 2018 con Giuda protagonista a me sembra, umanamente e religiosamente, il più dirompente anche perché attualissimo ed “eterno” (ricordiamo l’arcangelo Lucifero ai primordi) e come tale ho l’impressione che sarà tema umanamente e socialmente irrisolto, se non con la via d’uscita della Redenzione e della Misericordia di Dio. Ed è qui, comunque, è qui che si vede, facendo i conti con Giuda e da Giuda, dove arriva la nostra dirittura morale umana e religiosa. La nostra sincera coerenza! E’ roba da far tremare i polsi e, anche per questo, caro Tito, mi sento di evidenziarti questo tema-problema tra i più importanti e determinanti nella vita delle persone, della società e del mondo!

Un “bravissimi” a tutti quelli del Cenacolo culturale francescano di Agnone per aver scelto di trattare addirittura in un Presepe Vivente un tema ed un personaggio così difficile e irrisolvibile se non, altrimenti, con la Fede (F maiuscola).

DUE LETTURE PARALLELE

Caro Tito, mi sembra giusto ed opportuno (dopo quanto detto ed argomentato) farti leggere qui di sèguito la sceneggiatura scritta da Tancredi Carlomagno e Giorgio Marcovecchio.

PRIMA LETTURA

CENACOLO CULTURALE FRANCESCANO “Camillo Carlomagno”-AGNONE (IS)

In collaborazione con

Regione Molise-Comune Agnone-Pro Loco Agnone-Oratorio Giovanni Paolo II°

PRESENTA A SEGUIRE ALLA “Ndocciata”

NATIVITA’ 2018 – 59^ Edizione

Agnone ore 18.30 –

IL QUARTO RE MAGIO………….GIUDA

Testi e sceneggiatura: TANCREDI CARLOMAGNO e GIORGIO MARCOVECCHIO

REALIZZAZIONE SCENE: Carosella Natalino, Mario Mastronardi e Felice A.Del Papa

Selezioni musicali: ROBERTO e TANCREDI CARLOMAGNO

Mixage e registrazioni Studio Roberto Carlomagno a cura di ORESTE PALMIERO

Riprese video: MARIO MASTRONARDI e Giuseppe Viscione

SCENOGRAFIA: PAOLA PATRIARCA

LUCI: GENNARO BONANESE

COSTUMI: Marzia Orlando, Anna Ruzzo, Giovanna Appugliese

TRUCCO: Cristian Greco e Sonia Iacovone

REGIA: SAVERIO L A GAMBA

DIREZIONE ARTISTICA: GIUSEPPE DE MARTINO

IN COLLABORAZIONE con Don ONOFRIO DI LAZZARO

Personaggi e interpreti: (omissis)

I^ SCENA

(Sulla scalinata una luce inquadra un uomo girato di spalle , Giuda)

GIUDA: (con voce irata e rabbiosa)- Come può un ebreo trovare riposo. Mentre l’invasore calpesta la sua terra.

Ho il cuore in fiamme.



(Cambiando tono di voce): Dov’è il nostro antico orgoglio, dove sono i Giosuè, i Davide, i Maccabei che sottomisero avversari odiosi quanto Roma?

La gente è sbigottita, ma non una mano si leva contro il tiranno.

(Salendo di tono): Siamo diventati dei vigliacchi, si odono solo dei mormorii, ma davanti agli oppressori nessuno fiata.

Ora devo andare dal sommo sacerdote Caifa che mi ha convocato.

(Con tono interrogativo): Cosa vorrà da me? Avrà saputo della mia amicizia con Gesù?

II^ SCENA

(Giuda si porta lentamente verso un gruppo di persone,tra cui il capo del Sinedrio, Caifa)

CAIFA: Giuda, la nostra nazione sta morendo, il Messia non arriva, ogni tanto qualcuno dice di esserlo, ma sono tutti dei mentitori.

GIUDA: (con tono di voce ansiosa): No, io so che c’è chi riporterà Israele alla sua antica gloria. Ricorrono tutti i segni annunziati dai profeti. Non si può sbagliare, è colui che tutti chiamano Gesù di Nazareth.

CAIFA: (con tono mellifluo): Allora, Giuda, gli anziani hanno deciso di affidarti una missione molto difficile.

GIUDA: (Curioso): Quale sarebbe questa missione?

CAIFA: (dopo una pausa): Dimostrare che Gesù è il Messia.

GIUDA: (quasi spazientito): Ma non vi bastano tutti i segni dati fino ad ora?

CAIFA : No, c’è un solo modo per arrivare alla verità. Gesù dovrà essere processato e ritenuto non colpevole.

I Romani cercano un colpevole, ebbene, una volta che Gesù sarà stato processato e assolto cercheranno da un’altra parte.

GIUDA: (Perplesso) : Ed io cosa dovrei fare per far sì che Gesù venga riconosciuto come il Messia?

CAIFA:(insinuante): Dovrai fare in modo che il tuo Maestro venga consegnato a noi che, così, potremo processarlo.

GIUDA: (dopo un momento di riflessione, con tono deciso): Se credete che in questo modo si possa risolvere la situazione, farò così. (Giuda fa l’atto di andarsene).

CAIFA: (con tono deciso): Aspetta Giuda, prima di andare dovrai accettare una ricompensa affinché il nostro accordo sia valido.(consegnandogli una borsa di monete). Eccoti trenta denari.(Giuda prende la borsa e mentre si fa buio si dirige verso la scena successiva).

III^ SCENA

(Gesù si trova nell’orto degli ulivi, prega mentre alcuni apostoli dormono vicino a lui)

GESU: Padre l’ora si avvicina e il mio cuore è pieno di tristezza e di paura. Se è possibile allontana da me questo calice, ma sia fatta non la mia ma la tua volontà.

(Intanto si avvicina Giuda e più distante un gruppo di persone si prepara per arrestarlo).

GIUDA: Maestro parli del tuo Padre celeste?

GESU: (con voce triste): Non sai tu Giuda che nessuno può far niente per impedire la volontà del Padre.

GIUDA: Perché parli così, se hai potere sulla morte?

GESU: (con voce addolorata ma alta) : Soltanto morendo il Figlio dell’uomo può dimostrare che la morte non esiste.

Dammi un bacio e andiamo a realizzare la volontà del Padre mio. (Giuda bacia Gesù mentre arrivano i soldati che lo portano via tra la reazione degli apostoli).

GIUDA: (rimasto solo, tra sé e sé): Era la cosa giusta da fare? Sapeva già tutto. (dopo una lunga pausa): Se potessi tornare indietro, lo rifarei ancora?

(buio sulla scena)

II^ PARTE

ANNUNCIAZIONE

(Mentre le luci si affievoliscono si verifica il cambio di scena e si passa all’Annuncio dell’angelo a Maria. Maria è tutta raccolta in preghiera)

MARIA (come se pregasse mentalmente sta con il capo chino e di tanto in tanto alza leggermente il capo)

Signore, Dio Altissimo, non tardare oltre a mandare il tuo servo per portare la pace sulla terra. Padre Santo concedi alla Tua serva di offrire la sua vita a questo scopo. Manda alla tua serva il Redentore.

Vieni o Spirito del Signore.

Vieni ai tuoi fedeli che ti attendono.

Vieni Principe della pace.

(Sulle ultime parole di Maria, si accendono le luci sulla piattaforma ed appare l’arcangelo Gabriele. Di colpo all’apparire della luce il suo sguardo si rivolge all’Angelo che così la saluta)

ANGELO: Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te

MARIA (Trasale tutta sorpresa)

ANGELO: Non temere, Maria. Il mio Signore mi ha mandato a te, perché tu hai trovato grazia presso Dio. Ed ora tu concepirai nel seno e partorirai un figlio e gli porrai nome “GESU”: Questi sarà grande, sarà chiamato figlio dell’Altissimo ed il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà mai fine.

Comprendi o Santa vergine amata dal Signore, figlia benedetta di Lui, chiamata ad essere madre del Suo Figlio, quale figlio tu genererai?

MARIA: (Esitante e dubbiosa) : Oh no, no non può essere, perché……perché sono vergine. Non ho mai conosciuto uomo.

Forse il Signore non accoglie più l’offerta della sua serva e non mi vuole più vergine per amor di Lui?

ANGELO: Non per opera di uomo sarai madre, o Maria. Lo Spirito Santo scenderà in te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò Santo si chiamerà Colui che nascerà da te e figlio di Dio. Tutto può il Signore Dio nostro. Elisabetta, tua cugina, la sterile, nella sua vecchiaia ha concepito un figlio che sarà il profeta del tuo figlio, colui che ne prepara le vie. Ora è nel suo sesto mese. Nulla è impossibile a Dio.

Che devo dire al mio Signore? Il mondo, il cielo, l’Eterno attendono la tua parola.

MARIA:(Tace e resta pensierosa, poi con umiltà …)

MARIA: Mi inchino come ancella ubbidiente. Si faccia di me secondo la volontà del Signore.

(L’Angelo scompare e Maria resta sola a meditare mentre fuori campo si sente la sua stessa voce)

VOCE MARIA: Sì, ho detto sì: sì Signore, come tu vuoi. Conoscerò quel che tu vuoi. Vivrò come tu vuoi. Gioirò se tu vuoi. Soffrirò per quel che tu vuoi. Dal mio seno nascerà l’albero nuovo che porterà il frutto che conoscerà tutto il male e darà tutto il bene. Ti dico sì, mio Signore: purché l’uomo si salvi e Dio sia amato, si faccia della tua serva quel che si fa della zolla su cui un albero sorge: un gradino per salire verso l’alto.

E D I T T O

CRONISTA: Nel ventitreesimo anno del suo regno, Cesare ordinò che tutta la popolazione delle province dell’Impero venisse registrata.

Ai capifamiglia venne ordinato di recarsi nella città o villaggio da cui in origine provenivano. Per obbedire al decreto imperiale Giuseppe, figlio di Giacobbe, da Nazareth di Galilea, partì per la Giudea. Maria sua moglie andò con lui. Erano diretti a Betlemme, la città che aveva dato i natali a Davide, mille anni prima, perché Giuseppe discendeva dalla casa di Davide.

VIAGGIO – NASCITA – ADORAZIONE MAGI

(Mentre Giuseppe e Maria viaggiano parte la scena dei pastori con i fuochi).

(Maria e Giuseppe vanno alla grotta e si preparano per passarvi la notte)

Giuseppe : Ora almeno potrai riposare. Mi sembri tanto stanca…………….

MARIA : Veramente…….pensavo…..penso (prende la mano di Giuseppe) Penso proprio che il tempo stia per giungere…….

GIUSEPPE : Dio di misericordia! Come facciamo.

MARIA : Non temere. Stai calmo e affidati al Signore.

(Buio nella grotta e su tutta la scena, interrotto solo dalle luci dei fuochi. D’improvviso in un crescendo di musica appare l’Angelo che dice a tutti)

ANGELO: Non temete, non porto sventura, io vi reco l’annuncio di una grande gioia. Oggi a Betlemme, è nato il Cristo, il Salvatore. Lo riconoscerete da questi segni: in una umile stalle dietro Betlemme, troverete un bambino in fasce in una mangiatoia per animali, perché per il Messia non vi fu un tetto in Betlemme. GLORIA A DIO NELL’ALTO DEI CIELI PACE IN TERRA AGLI UOMINI DI BUONA VOLONTA’

( Tutte le luci si accendono, i pastori vanno ordinatamente a rendere omaggio al Bambino, e dopo di loro arrivano i Magi, con i portatori di ‘ndocce ,gli angeli e tutti gli altri personaggi ).

Messaggio finale

I tre Magi arrivano e depongono i loro omaggi davanti alla grotta, in disparte da loro vi è un quarto personaggio che non porta nulla in mano. Il suo viso è in ombra, le luci si spengono e resta una luce su un albero dove vi è una corda appesa e un’altra luce che illumina il quarto Magio che è Giuda, rivolgendosi al Bambino e poi alla gente)

GIUDA: Signore, mi hai ancora una volta dimostrato il tuo amore…….mi hai fatto tornare indietro nel tempo, per consentirmi di chiederti perdono anticipatamente per il male che ti farò.

L’orgoglio mi accecò, io volevo un Messia che restituisse a Israele il suo onore e la sua libertà.

Non avevo capito nulla, non avevo capito che il Regno di cui tu parlavi, non era di questo mondo.

Il tuo era un Regno d’amore, di giustizia e di fratellanza.

Adesso comprendo il significato delle tue parole quando dicesti … che solo morendo, si può vincere la morte.

Tu l’hai fatto, ma io ero troppo accecato dagli obiettivi umani e terreni per capire che la libertà di cui parlavi era libertà dal peccato e dai vincoli umani.

(poi si gira verso il pubblico e conquista la centralità della scena)

F I N E

SECONDA LETTURA

Traditori non sempre all’inferno Puniti da Dante, salvati da Machiavelli, a volte agiscono a fin di bene (Corriere della sera, www.corriere.it 04 maggio 2012 ore 16,37 – Eva Cantarella)

Non c’è giorno che non se ne parli, di questi tempi: il deputato che «tradisce» il suo partito passando a un altro, quello che non vota secondo le indicazioni della parte politica cui appartiene, e via dicendo. Ma non è di questo, fortunatamente, che si occupa il nuovo libro di Giulio Giorello, dedicato appunto al tradimento (Il tradimento. In politica in amore e non solo).. In politica in amore e non solo» – Longanesi – pp. 266 € 14,90

Come leggiamo nel prologo, di fronte allo spettacolo offerto dai comportamenti e le reciproche accuse dei politici italiani, Giorello ha pensato – più che giustamente – che il tema meritasse molto di più. Per analizzarlo e cercare di coglierne i diversi volti e le complesse motivazioni, dunque, meglio spostarsi in altri tempi e luoghi, alla ricerca di personaggi che meritano un interesse ben maggiore, quali – tra i tanti – i grandi traditori di dantesca memoria: Giuda Iscariota e i cesaricidi Bruto e Cassio. Ma quel che rende il libro particolarmente interessante è il modo in cui Giorello affronta i personaggi prescelti.

Bruto e Cassio, per cominciare, che come ben noto il 15 marzo del 44 a.C., a capo di un gruppo di congiurati, pugnalano Giulio Cesare. Traditori, certo, ma di chi, di cosa e perché? Della fiducia di Cesare, questo è certo. Ma Cesare che tipo di governante era? Per Dante (nel Paradiso) è lo strumento che aveva consentito alla potenza divina di «redur lo mondo a suo modo sereno». E nel De Monarchia è il modello del sovrano super partes, capace di garantire il bene migliore, la pace. Ma secondo Machiavelli nell’adempiere questa missione si sarebbe trasformato nel «primo tiranno di Roma». Non diversamente da Leopardi, secoli dopo, Machiavelli condivide la linea del poeta latino Lucano (nella Farsalia): le istituzioni capaci di garantire il governo migliore erano quelle repubblicane, che Cesare aveva sovvertito, non quelle che prevedevano il potere di uno solo. Ma è giusto pensare a Cesare come al devastatore delle istituzioni repubblicane? Bruto e Cassio insorsero veramente contro il suo tentativo di cancellarne le libertà? Che personaggi erano, umanamente e politicamente., «La cattura di Cristo» (dal museo di Di

Ciascuno dei tre protagonisti della storia Giorello prospetta le possibili, diverse letture, suscitando curiosità e sollevando dubbi. Non diversamente da quel che fa quando passa a parlare di Giuda. Nel Vangelo di Giovanni, dopo che Gesù ha detto: «In verità, in verità vi dico che uno di voi mi tradirà», i discepoli chiedono di chi stia parlando. A tradirmi, spiega Gesù, sarà «colui al quale io darò il boccone, dopo averlo intinto». Cosa che quindi fa, offrendolo a Giuda. E Giovanni scrive: «Dopo quel boccone, Satana entrò in lui». Cosa significa questa frase? Come interpretare questa scena e quella, successiva, della cattura del Messia e del triplice tradimento di Pietro, a sua volta prevista da Gesù («Prima che il gallo canti, mi avrai rinnegato tre volte»)? Perché Pietro viene perdonato e diventerà colui sul quale si fonda la Chiesa di Cristo? E perché invece per Giuda (che pure si pente, tenta di restituire i famosi trenta danari e finisce con l’impiccarsi) non c’è alcuna assoluzione, né in vita né postuma?

Giorello affida la risposta a tre testimonianze d’eccezione: sul piano della teologia alle letture, ovviamente diverse, di Joseph Ratzinger e del riformatore Calvino; e quindi, spostando il discorso sul piano politico, a quella del Gesù letterario di José Saramago. Sono veramente tanti gli spunti di riflessione offerti da questo libro con riferimento ai diversi tipi di tradimento analizzati, che vanno da quelli amorosi (come dimenticare Don Giovanni o Così fan tutte?) a quelli, ben diversi, che si consumano sui campi insanguinati della guerra civile spagnola, o nei palazzi della Mosca di Stalin: analizzati, tutti, dai diversi possibili punti di vista. Come leggiamo nell’«Epilogo», si tratta di storie – finzioni o cronaca vera che siano – che «oltre al traditore e al tradito includono un terzo, che incarna il punto di vista di chi narra e valuta: per esempio, l’autore dell’opera, anche se talvolta si astiene dal giudicare in modo esplicito e formale». Al quale bisogna aggiungere un quarto punto di vista: quello, come sempre critico e non di rado felicemente ironico, di Giulio Giorello.

https://www.corriere.it/cultura/12_maggio_04/cantarella-traditori-non-sempre-inferno_31696736-95e5-11e1-b2cf-0f42ed87ec02.shtml

SALUTISSIMI

Caro Tito, non mi resta che augurare a te, alla tua famiglia, al piccolo Leonardo al suo primo Natale, ai nostro gentili lettori “BUONE FESTE” !

Alla prossima “Lettera n. 232”. Cordialità,

Domenico Lanciano

(Azzurro Infinito, venerdì 14 dicembre 2018 ore 11,44)

Alcune foto mi sono state fornite da Giorgio Marcovecchio e altre ho preso dal web.

Fonte: https://www.costajonicaweb.it

 

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Da 3 anni che partecipiamo a questa gara e ogni anno è sempre un´emozione incredibile, la gara è abbastanza dura ma la bellezza del paesaggio e gli innumerevoli single track, sono la ricompensa alla fatica. Una Granfondo diversa che ogni appassionato dovrebbe fare.


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