Inserita in Economia il 24/11/2018
da Direttore
MEGLIO TRASFORMARE IL REDDITO DI CITTADINANZA IN CONTRIBUTI PENSIONISTICI INPS O ASSICURATIV
La proposta viene dall’Università delle Generazioni di Agnone del Molise
MEGLIO TRASFORMARE IL REDDITO DI CITTADINANZA IN CONTRIBUTI PENSIONISTICI INPS O ASSICURATIVI
Sono alcuni miliardi che, tra l’altro, aiuterebbero l’INPS a garantire le attuali pensioni
Miraggio! Sì, quasi tutti pensano che la pensione per i giovani di adesso sarà un miraggio. Infatti, i giovani attualmente disoccupati non avranno (in gran parte) una pensione da lavoro, poiché per ottenere la quale ci vogliono almeno venti anni di contributi e, oggi come oggi, le prospettive per quasi un’intera generazione sono assai tristi. E, allora, cosa fare? Cosa fare in attesa che governi futuri possano e vogliano rimediare ad una simile catastrofe sociale?
L’Università delle Generazioni di Agnone del Molise propone all’attuale governo giallo-verde di rivedere il cosiddetto “Reddito di cittadinanza” (consistente in 780 euro mensili a beneficio di circa 6 milioni di disoccupati o inoccupati totali), destinando tale somma, a facoltà del ricevente, con il seguente metodo: metà di questo “reddito minimo garantito” (cioè 390 euro) vada alla cosiddetta “social-card” per le spese consentite e l’altra metà vada versata alle casse dell’INPS come contributi pensionistici a favore del titolare. Così i disoccupati o gli inoccupati potranno aggiungere numerosi mesi (se non qualche anno) alla conquista degli almeno venti anni di copertura previdenziale al fine di ottenere la pensione da lavoro. In tal modo l’INPS incasserebbe alcuni miliardi che potrebbero contribuire a sostenere meglio le sue spese correnti a favore dei pensionati più anziani e per altre esigenze d’istituto.
Ma l’Università delle Generazioni va oltre. Ritiene che, a facoltà del titolare, tutti i 780 euro mensili possano essere versati all’INPS come contributi pensionistici personalizzati. Si tratta di scegliere tra l’uovo di oggi e la gallina di domani. In questo caso, l’istituto di previdenza avrebbe un maggiore introito. Ma vi può essere pure un’altra alternativa: il versamento obbligatorio di parte dei 780 euro in un’assicurazione-vita che funga pure di una cifra complementare ad un’eventuale insufficiente pensione da lavoro. Solitamente, bastano 200 euro mensili per avere una discreta assicurazione per benefici futuri del titolare e/o dei familiari.
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