Inserita in Cultura il 08/11/2018
da Direttore
Marsala - Donazione dell´opera Respiro, vento - Proroga della mostra di Ignazio Moncada
In arrivo la donazione di un’opera per la collezione permanente della Pinacoteca
Marsala (Tp) – A Marsala è prorogata fino a domenica 11 novembre la mostra “Ignazio Moncada. Attraverso il colore”, la grande e articolata antologica in corso al Convento del Carmine dallo scorso mese di giugno. A cura di Sergio Troisi, la mostra è promossa e organizzata dall’Ente Mostra di Pittura “Città di Marsala” in collaborazione con l’Archivio Ignazio Moncada.
A siglare l’esposizione di Ignazio Moncada (Palermo 1932 – Milano 2012) a Marsala sarà la donazione da parte del figlio Ruggero, di un’opera che entrerà a far parte della collezione della Pinacoteca Civica di Marsala, riunita a Palazzo Grignani. “Si tratta – spiega Troisi - di “Respiro, vento”, opera del 1993 che accoglie il senso di movimento e ambiente che già caratterizzava le serie “I segni del vento” e “Alesa”. Così come i tracciati segnici dei “Ballabili” e delle “Differenze”. Tutte opere degli anni Ottanta: un intreccio di segni e colori che anima la superficie, una trama mobile increspata da una felice leggerezza musicale che sembra già avvertire quei motivi ornamentali ispirati dalle stoffe africane che, alla fine del decennio, daranno vita all’ultima serie dell’artista, ispirata dalle figure del mito”.
Donazione da parte del figlio Ruggero dell´opera “Respiro, vento”
Realizzata nel 1993, “Respiro, vento”, l’opera di Ignazio Moncada che entra a fare parte delle collezioni della Pinacoteca Civica di Marsala grazie alla donazione effettuata dall’Archivio Ignazio Moncada presieduta dal figlio Ruggero, segna un ulteriore crocevia nella ricerca dell’artista. Nel suo procedere ciclico, con serie di dipinti che ogni volta sviluppano modi delle esperienze precedenti e annunciano le fasi successive, “Respiro, vento”, accoglie infatti il senso di movimento e di ambiente che già caratterizzava le serie “I segni del vento” e “Alesa”, così come i tracciati segnici dei “Ballabili” e delle “Differenze”, tutte degli anni Ottanta: un intreccio di segni e colori che anima la superficie, una trama mobile increspata da una felice leggerezza musicale che sembra già avvertire quei motivi ornamentali ispirati dalle stoffe africane che, alla fine del decennio, daranno vita all’ultima serie dell’artista, ispirata dalle figure del mito.
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