Inserita in Salute il 13/08/2018
da Direttore
Disservizio farmacia oncologia ospedale Garibaldi di Catania
Ugl: "Siamo indignati, perchè ignorato il nostro grido di allarme. Basta inefficienze, l´assessorato regionale ponga rimedi per non mettere mai più a rischio i pazienti oncologici."
"Siamo attoniti, indignati e molto arrabbiati di fronte alla notizia della mancata somministrazione di medicine a circa 70 pazienti oncologici del nuovo presidio ospedaliero "Garibaldi" di Nesima, a causa della chiusura della farmacia per mancanza di personale." Lo dichiarano i segretari regionali delle federazioni medici e sanità della Ugl, Raffaele Lanteri e Carmelo Urzì, che già nei giorni scorsi avevano lanciato un allarme rimasto inascoltato dall´assessorato regionale della Salute. "Lo scorso 27 luglio dalla stampa lanciavamo la nostra preoccupazione per la mancata applicazione in tutte le aziende ospedaliere siciliane del decreto assessoriale n° 586 del 12 aprile 2018, con norme specifiche sulla preparazione dei farmaci antiblastici, chiedendo peraltro un´attenzione su questo ed altri temi ancor prima dell´approvazione della nuova rete ospedaliera da parte della sesta Commissione sanità dell´Assemblea regionale siciliana. Non potevamo mai e poi mai immaginare che si potesse raggiungere un livello tale di improvvisazione ed esprimiamo ai pazienti stessi, alle loro famiglie ed al direttore del reparto oncologia, tutta la nostra solidarietà ed il nostro supporto - aggiungono Lanteri e Urzì. La patologia oncologica è un dramma per chi la vive direttamente e per chi convive con chi ne è affetto. Come si può immaginare di mettere a rischio la salute fisica e psichica di un paziente oncologico? Come si può essere così approssimativi? Noi avevamo denunciato il fatto che il decreto non era stato applicato, proprio perchè temevamo episodi come quello di venerdì scorso. Da quanto emerge, infatti, l´unica farmacista in servizio è stata costretta a non recarsi a lavoro per un problema di famiglia (e questo purtroppo può succedere), ma com´è pero possibile che in un struttura di riferimento come il "Garibaldi" con un´unità operativa complessa di oncologia, fiore all´occhiello della nostra sanità catanese (non è un caso che il suo direttore dottor Roberto Bordonaro sia il segretario nazionale della Società di Oncologia), è previsto un organico così ridotto per il servizio? A nostra conoscenza in questo reparto vi erano sei medici in turno per sopperire ad eventuali criticità, perchè il direttore della farmacia non ha fatto altrettanto? Forse non è stato possibile sostituire la farmacista perchè la preparazione dei farmaci antiblastici necessita di una competenza specifica? Chiediamo, dunque, che si provveda immediatamente alla definizione del ruolo del responsabile dell´unità per la preparazione di questi farmaci, con assegnazione dell´unità operativa semplice, ovvero con un interlocutore che abbia una responsabilità diretta allo scopo di evitare il reiterarsi di un gravissimo episodio come questo. Come Ugl - concludono i due segretari - riteniamo che il paziente oncologico debba avere il diritto ad un´attenzione particolare e ad un percorso facilitato. Non possiamo pertanto consentire che tali inefficienze lo mettano a rischio e siamo pronti a fare battaglia in ogni sede affinchè questo principio venga sostenuto dall´assessorato regionale."
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Lettera aperta del dottor Roberto Bordonaro, sulle strutture sanitarie che erogano prestazioni di elevata complessità, in riferimento all´argomento oggetto del presente comunicato.
Preg.mo Direttore, riguardo ai disservizi verificatisi ieri presso il day-hospital oncologico del Garibaldi, permettetemi alcune considerazioni da condividere con i lettori. Le strutture sanitarie che erogano prestazioni di elevata complessità, quali sono gli ospedali moderni, richiedono livelli di organizzazione di altrettanto elevata complessità. Un sistema di elevata complessità non va “in tilt” per l’assenza di un singolo operatore; le cause vanno sempre ricercate nella debolezza organizzativa e nelle carenze di programmazione. I farmaci antitumorali vengono allestiti in strutture ad altissima specializzazione, denominate appunto Unità Farmaci Antitumorali (UFA), da parte di farmacisti di elevata professionalità che hanno ricevuto una lunga ed articolata formazione al riguardo e che si sottopongono ad un continuo aggiornamento; per essere chiari, un farmacista che allestisce preparazioni antitumorali non può essere sostituito “ipso facto” da un altro, così come un cardiologo non può sostituirsi ad un chirurgo addominale e viceversa. La materia è talmente delicata che l’Assessore alla Salute della Regione Sicilia ha inteso normarla con proprio decreto del 12 aprile 2018; chi scrive ha fatto parte della commissione che ha elaborato l’allegato tecnico al decreto in oggetto e può assicurare che la sua pronta applicazione avrebbe impedito il verificarsi di quanto accaduto. Invece, al di fuori delle regole tracciate dal dettato normativo e quindi nelle condizioni attualmente esistenti, basta un alito di vento a far crollare una organizzazione; lo stesso alito di vento che diventa una tempesta che travolge i nostri pazienti quando siamo costretti ad interrompere l’erogazione delle loro cure. Ci appelliamo alla sensibilità nei confronti della problematica che l’Assessore Razza ha dimostrato con il proprio intervento legislativo, affinchè situazioni simili non abbiano a ripetersi; chiediamo che egli disponga la immediata applicazione del proprio decreto, con conseguente rispetto degli standard qualitativi ed organizzativi in esso declinati, anche attraverso il riconoscimento della autonomia funzionale alle Unità Farmaci Antitumorali. Roberto Bordonaro, Direttore dell’Oncologia Medica dell’ARNAS Garibaldi Segretario Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM).
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