Inserita in Cultura il 16/06/2018
da Direttore
Festa della Patrona e gelato di campagna
Un binomio indissolubile che lega la tradizione, alla storia e alla devozione La storia si è fermata da Castrenza Pizzolato ad Alcamo
La festa del patrono o della patrona. Eccolo. È questo il momento più intriso si emozione e devozione, tradizione e identità, per ogni paese o città che voglia continuare, nel solco del suo passato millenario, talvolta caratterizzato da avvenimenti che meritano una pagina sul libro dell’evoluzione della società nella nostra Sicilia, la sua storia.
Ed in questa festa, le luminarie accese, i giochi pirotecnici e la devozionale processione, dove fede e curiosità si fondono insieme in maniera indissolubile, non può mancare, questo si protagonista indiscusso, il gelato di campagna.
Ed anche ad Alcamo, dove ristrettezze economiche ed incapacità organizzative la fanno da padrone, dove spariscono le luminarie e cade in sonno il tradizionale gioco pirotecnico “di lu bastiuni”, non può mancare, nei bar e nelle bancarelle, quelle si, fortunatamente ancora presenti, questo dolce fantasioso, irresistibile, avvincente alla vista e più irresistibile nel palato, quello che, i vecchi, ormai davvero pochi sulle panchine di “piazza della Repubblica” e di “piazza Pittore Renda”, chiamavano e tuttora appellano come il “gelato di campagna”.
Sembra un gelato, come tutti gli altri, ma in realtà non lo è. Si tratta del gelato di campagna, dolce tipico della tradizione siciliana.
A Palermo, solo per fare un esempio, viene abitualmente consumato nel periodo del Festino di Santa Rosalia e fa capolino sulle bancarelle insieme a calia e semenza. E lo stesso accade ad Alcamo dove abili pasticcieri devoti ad una tradizione che non può scomparire, espongono, orgogliosi e “priati” in bella vista.
Si tratta di uno splendido dolce coloratissimo ed affascinante già al primo sguardo.
Il suo ingrediente cardinale è lo zucchero ed ha la caratteristica, ineguagliabile, unica, impareggiabile, di sciogliersi in bocca, proprio come un gelato vero e proprio.
Si potrebbe definire – così ama riferire l’abile pasticciera Castrenza Pizzolato - come una varietà del torrone, tenero e solitamente a tre colori, che, a ben vedere, richiamano, forse volontariamente, il tricolore.
Oltre allo zucchero, tra gli ingredienti principali c´è anche il pistacchio, che gli assegna il caratteristico colore verde (più o meno brillante), mentre bianco e rosso sono estratti da coloranti vegetali.
A perfezionare la bontà del gelato di campagna cooperano mandorle, cannella e frutta candita, altri sapori tradizionali ed unici della splendida, calda, profumata Sicilia.
Il gelato di campagna, quello prodotto, ancora con la ricetta tradizionale dalla Pasticceria di Castrenza Pizzolato, è di origine araba.
Dall’altronde è facilmente immaginabile stante la presenza di zucchero e la possibilità che questo dolce aveva ed ha di dissetare chi lo gusta pur non essendo conservato in frigorifero.
In seguito, vuole la storia del dolce, venne preparato nei monasteri (cosa che, per la verità, accadeva spesso, specie in Sicilia, per i dolciumi) e si diffuse molto nel 1860, per acclamare, ecco perché il colore rievocativo del tricolore italiano, l´arrivo di Garibaldi e l´annessione (o la conquista) all´Italia.
Da allora (sono trascorsi, come se nulla fosse, almeno per il dolce, 156 anni) è sempre presente e inconfondibile, in tutte le feste popolari, ad Alcamo, come in ogni altro centro di questo magnifico paradiso chiamato “Sicilia”.
Nel corso del tempo, questo prodotto peculiare siciliano si è adattato alle nuove richieste e ai nuovi gusti,, ha cambiato colore, ad esempio con l’aggiunta del cioccolato, spesso di copertura, e si è affinato nell´aspetto, ma non ha per queste ragioni, perso il suo legame intimo con la tradizione, con l’identità di questa terra, rimanendo sempre fedele, però, alla sua versione originale.
La versione che palati raffinati possono e devono gustare nella via Fratelli Sant’Anna in Alcamo, dove l’abilità di Castrenza Pizzolato, mantiene intatta la tradizione. Qui, la storia si è fermata e rimane immutato il gusto delle preziosità della pasticceria siciliana.
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