Inserita in Cronaca il 16/06/2018
da Direttore
CON LA SCOMPARSA DI GIOVANNI TUMBIOLO, PRESIDENTE DEL DISTRETTO DELLA PESCA, LA SICILIA E IL MONDO DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE IN CAMPO AGROALIMENTARE PERDONO UNA FIGURA DI SPICCO E UN INNOVATORE.
Palermo, 16 Giugno - L’Assessore dei Beni culturali Sebastiano Tusa, che ha condiviso con Tumbiolo numerose iniziative, lo ricorda nella sua incessante opera al servizio dello sviluppo del Mediterraneo. “Giovanni Tumbiolo ha dato un contributo non indifferente a proteggere e valorizzare il Mediterraneo non solo limitandosi alla protezione del pescato e della marineria, ma riuscendo a inserire il mondo della pesca in un più vasto contesto culturale e antropologico. Attraverso le sue appassionate parole abbiamo appreso che la pesca è cultura, storia esperienza umana e la sua salvaguardia non significa soltanto proteggere una limitata economia, ma garantire un futuro ai nostri territori e al Mediterraneo. Quando parlava di blue economy ci insegnava che mare non significa soltanto pesca, ma con una visione strategica eccezionale inglobava con quel termine tutto ciò che intorno al Mediterraneo ruota: dall’energia alternativa all’archeologia, dalla biotecnologia alla cantieristica e all’innovazione tecnologica. Attraverso le sue parole vedevi quella moltitudine di uomini e donne che hanno fatto grande il Mediterraneo con il loro sacrificio e il loro talento. La sua visione strategica era basata su uno spiccato sentimento di solidarietà e di fratellanza che lo portava a dialogare con tutti i popoli del Mediterraneo lanciando costantemente segnali concreti di pace e dialogo costruttivo. Ricordava sempre quando ci vedevamo un episodio illuminante della sua tensione etica verso la pace e la fratellanza. Un motopesca di Mazara del Vallo era stato sequestrato dalle autorità libiche ed era bloccato nel porto di Derna. Oltre ai problemi inerenti la pesca era stato bloccato perché a bordo trovarono alcuni frammenti ceramici antichi pescati in mare. Mi telefeonò da Bengasi e mi pregò d’intercedere presso le autorità del locale Dipartimento di Antichità affinchè rappresentassero la poca importanza di quei cocci che tenevano lontano dalle loro famiglie i marinai del motopesca. Intervenni subito e il motopesca fu rilasciato. Non cessò mai di ringraziarmi per quel mio dovuto intervento dimostrando la sua grande umanità e il suo amore per il mondo della marineria che sarà per noi un insegnamento imperituro”.
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