Inserita in Cronaca il 07/02/2013
da redazione
Benzinai: prezzi civetta a favore di petrolieri
Andare a fare benzina attratti dal prezzo basso esposto sui cartelloni e scoprire poi che, in realtà, ogni pompa presenta un trattamento economico diverso.
È il cosiddetto "prezzo civetta", che invoglia gli automobilisti a scegliere un punto vendita piuttosto che un altro e che adesso finisce dentro una legge. A denunciarlo sono i gestori aderenti a Fegica-Cisl, Faib-Confesercenti e Figisc-Confcommercio, in base a un decreto del ministero dello Sviluppo economico che deve ancora essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale.
Ma non è questo, secondo i benzinai, l'unico beneficio riservato ai petrolieri, che hanno anche ottenuto un nuovo metodo di calcolo del cosiddetto 'stacco Italià, cioè del differenziale con il prezzo medio europeo, che verrebbe così cancellato «con un colpo di spugna».
Il decreto sui prezzi, firmato dal ministro Corrado Passera il 17 gennaio scorso, prevede all'articolo 2, comma 7, che «quando nell'impianto siano presenti e attive diverse modalità di erogazione non servito, l'obbligo di esposizione del prezzo nella cartellonistica è riferito alla modalità con prezzo più basso di offerta al pubblico».
Secondo le tre sigle dei gestori si tratta «di una legalizzazione, a tutti gli effetti, dell'utilizzo indiscriminato dei "prezzi civetta", della più completa opacità delle informazioni per i consumatori e delle tecniche tipiche del messaggio ingannevole».
In sostanza, lamentano i benzinai, l'obiettivo è quello di attirare l'automobilista con un prezzo che in molti casi è riferito al 'pre-pay', cioè al pagamento anticipato con le carte: ma all'interno dell'impianto, poi, il cliente deve «districarsi in una vera e propria giungla di cartelli e di erogatori». Un pò quello che è capitato a molti in occasione degli sconti estivi, che erano riservati solo a quella modalità di pagamento.
Il secondo decreto nel mirino dei gestori è invece quello relativo al calcolo del prezzo medio settimanale che le compagnie sono tenute a inviare al ministero: la nuova metodologia di calcolo, che prende in considerazione la modalità senza servizio, a giudizio dei gestori «è stata concepita per cancellare con un colpo di spugna lo 'stacco Italia'», vale a dire il differenziale, sempre sfavorevole all'Italia, in base al quale i vari governi hanno applicato politiche di moral suasion presso le compagnie per far scendere i prezzi.
Secondo i gestori, infatti, «dalle prime rilevazioni emerge che lo stacco è rimasto sostanzialmente identico al passato, mentre il margine industriale delle compagnie è in aumento: vale a dire che i petrolieri non hanno resistito alla tentazione di intascarsi la differenza».
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