Inserita in Economia il 03/11/2017
da Direttore
Sicilia, prima campagna di ricerche sul relitto di epoca bizantina nel mare del Commissario Montalbano
La nave è sepolta nei fondali di Punta Secca, nel ragusano
Prima missione di archeologia subacquea in Sicilia per i ricercatori dell´Università di Udine impegnati nelle acque antistanti Kaukana, in provincia di Ragusa. Il "Progetto Kaukana", come è stato denominato, vede impegnati l´Unità di archeologia subacquea dell´Ateneo friulano, la Soprintendenza del mare della Regione Sicilia con il sostegno dell´Institute of Nautical Archaeology di College Station (Texas, Stati Uniti). L´indagine unisce, in particolare, l´attività di ricerca a quella di formazione degli studenti di archeologia subacquea. Il progetto è diretto da Massimo Capulli, docente di archeologia subacquea e navale del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell´Università di Udine, e da Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare della Regione Sicilia.
La nave nella sabbia
Obbiettivo della prima campagna, durata tre settimane e conclusa a fine settembre, è stato lo scavo e lo studio di un relitto di nave di epoca bizantina, in località Punta Secca, a 3 metri di profondità, sepolto da circa 2 metri di sabbia. Le attività hanno consentito di analizzare l´architettura dell´imbarcazione attraverso sperimentazioni di sistemi di scavo e di rilievo subacqueo. Punta secca è la località, in comune di Santa Croce Camerina, resa celebre dalla serie televisiva "Il commissario Montalbano", la cui casa, vista in tante puntate, dista solo 200 metri in linea d´aria dal sito.
Lo scavo del relitto
Per poter studiare e documentare il relitto è stato necessario realizzare una trincea trasversale all´asse della nave. L´indagine archeologica subacquea, con finalità anche di esercitazione didattica, ha comportato lo scavo mediante sorbona ad acqua, la messa in opera di un cassero metallico (attrezzo progettato e realizzato ad hoc per contenere lo scivolamento in trincea della sabbia) e la messa in luce di una porzione di relitto di quattro metri di lunghezza e due di larghezza. Ciò ha consentito di condurre rilievi diretti, riprese per modello 3D e il prelievo di campioni per datazioni radiometriche. Tutte le attività a mare si sono svolte con il supporto tecnico del Centro subacqueo Ibleo "Blu Diving". I dati raccolti saranno ora elaborati dal Laboratorio di archeologia delle acque del Dipartimento di Studi umanistici e del Patrimonio culturale.
Il "Progetto Kaukana" è una nuova e inedita collaborazione tra l´Ateneo friulano, che da anni conduce indagini archeologiche subacquee in Friuli Venezia Giulia, e l´unica Soprintendenza in Italia che si occupi specificatamente del mare.
«L´iniziativa – spiegano Capulli e Tusa – nasce dalla sinergia di due istituzioni che dagli estremi opposti del nostro paese si impegnano a diverso titolo per la tutela e la conoscenza del patrimonio culturale sommerso». In particolare, «la Sicilia – sottolinea Capulli – rappresenta per molti versi il cuore del mar Mediterraneo e le sue acque costituiscono un luogo di straordinario interesse per fare ricerca e formare i nostri studenti».
Il team che ha condotto le ricerche era composto da Massimo Capulli, Dario Innocenti e Lia Quarantotto (Università di Udine), Nicolò Bruno (Soprintendenza del Mare) e Maurizio Buggea (Centro subacqueo Ibleo "Blu Diving").
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