Inserita in Un caffè con... il 05/06/2017
da Direttore
troppe parole, ne idee ne progetti, tanta confusione nessuna certezza
Negli ultimi anni si assiste senza partecipazione alla inesorabile logorio dei partiti e dei loro leader i quali, se in altri tempi le frasi ad effetto riscuotevano, oggi, come è noto sono diventate un boomerang anche contro chi le pronunciava. Alle frasi ad effetto speciale non sono seguiti fatti concreti o sensati. Si potrebbe citare la Sicilia dove il Governatore ai migliaia di annunci, i Siciliani ancora aspettano i fatti, ma non da meno i Governi nazionali che si sono succeduti. Il risultato, direbbe un politico serio, è stato Grillo, oggi anche lui nell’arena di quelli che alle dichiarazioni non seguono i fatti. Oggi non servono ne annunci ne protesta ma serve un piano industriale per il nostro paese che tenga conto della realta territoriale e regionale, che sostenga le piccole e medie imprese vera struttura del nostro paese. Invece, noi assistiamo, che governa confindustria, che di fatto è una realta economica limitata e nel nostro paese. Come è noto, le industrie “vere” sono state quasi tutte delocalizzate, tra l’altro, a spese degli Italiani. Per cui chi “governa” non produce, chi produce non governa e, conseguentemente poiche chi governa non è in grado di trasferire le esigenze reali nei “Palazzi” di potere e i provvedimenti in economia sono sempre presi a favore di una classe economica che di fatto, non “risiede” in Italia, basta guardare gli scudi fiscali. Tanta confusione e nessuna certezza. Forse, è arrivato il momento di cominciare a dare merito e riconoscimento chi per questo paese ogni giorno si sacrifica con difficoltà e burocrazia che, come è noto, ogni volte che si parla di ridurla di fatto aumenta ed è sempre piu complessa al solo fine di alimentare incertezza. Forse, è arrivato il momento che ognuno si assuma la propria responsabilità, con norme certe e con pene certe. Diceva un grande filosofo della prima repubblica, “basterebbe statuire con legge che ogni provvedimento non esitato nei 30 giorni dall’istanza, attiva una sanzione disciplianare con la relativa riduzione dello stipendio per un mese, oltre alla revoca e la relativa assegnazione ad altro funzionario che avrebbe solo ulteriori 30 giorni decorsi i quali si intende concesso, senza alcuna possibilità di ulteriori vessazioni o “altro” ivi inclusi i controlli postumi, ripetuti nel tempo e da persone diverse con un costo non piu sopportabile per la struttura economica imprenditoriale. Il mancato provvedimento di sanzione al funzionario comporta, in automatico, la responsabilità penale, per omissioni di atto di ufficio, al dirigente preposto. Servono certezze non burocrazia per riavviare il paese.
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