Inserita in Cultura il 23/03/2017
da Direttore
Al museo del Satiro Danzante di Mazara del Vallo saranno esposti due reperti storici
Da ieri 22 marzo 2017, presso il Museo del Satiro Danzante di Mazara del Vallo, dopo un lungo e difficile percorso diagnostico e conservativo, saranno esposti al pubblico due reperti molto preziosi, costituiti da fascicoli di carta recuperati nell’estate del 2008 nella stessa zona di mare dove è stato rinvenuto dal peschereccio di Capitan Ciccio, la famosa statua di bronzo del Satiro Danzante.
Da una profondità di circa 450 metri, il mare ha restituito nel giro di qualche mese i due reperti, che il comandante del peschereccio ha consegnato prontamente alla Soprintendenza del Mare. I reperti furono trasferiti presso i laboratori dell’Istituto Centrale per il restauro e la conservazione del Patrimonio archivistico e librario di Roma dove sono stati restaurati. Un ritrovamento unico nel suo genere che getta nuova luce sui commerci nel Mediterraneo. I tecnici che hanno esaminato i due “Codici” hanno rilevato che si tratta di pergamene non scritte, assemblate insieme per facilitarne il trasporto. Da una datazione effettuata con il Carbonio14, colloca i fragili reperti di carta nella seconda metà del 1700. Singolare è stato anche ritrovare in uno dei due reperti, una pelle di razza della dimensione di cm. 30 x cm 324, accuratamente piegata a soffietto, già all’epoca molto nota e apprezzata, per ricoprire oggetti e mobili di valore.
“Fin da subito – dichiara Sebastiano Tusa, Soprintendente del Mare – il ritrovamento dei due codici, costituì un evento di grande importanza nel panorama della ricerca archeologica subacquea. Il mare ancora una volta restituisce memoria, ma in questa occasione ci offre anche una grande opportunità: il rinvenimento della pelle di razza, una vera novità, sia per il diverso assemblaggio dei fogli, ma, soprattutto, nella diversa natura della pelle. Si tratta, infatti, di pelle di una razza che vive esclusivamente nei mari del Sud America. Approfondendo l’analisi di questo singolare rinvenimento siamo giunti alla scoperta che trattasi di una pelle utilizzata soprattutto in Francia nel ‘700 per realizzare oggetti di lusso ed ornamento sia domestico che personale. E quello che i francesi chiamano ‘galuchat’. Ancora oggi le grandi e rinomate case di moda utilizzano tale pelle per la realizzazione di oggetti e abbigliamento di gran lusso. I due reperti provengono verosimilmente dal medesimo relitto che, a giudicare dalle datazioni effettuate, dovrebbe datarsi al XVIII secolo. Saremmo, pertanto, di fronte ad un vascello che, tra le altre mercanzie al momento ignote, trasportava anche questo prezioso materiale destinato ad alimentare il mercato del lusso di allora”. Pensiamo di organizzare presto una Giornata di Studio che possa essere occasione per presentare il nuovo allestimento del Museo del Satiro, dichiara l’arch. Luigi Biondo direttore del Polo regionale per i siti culturali della provincia di Trapani. Prosegue così la nostra opera di riscoperta e valorizzazione del nostro immenso e, spesso sconosciuto, patrimonio culturale.
Gli studi ed i primi restauri sono stati curati da Maria Teresa Tanasi, Responsabile del Laboratorio di Fisica dell’Istituto Centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario di Roma, da Flavia Pinzari – Ricercatore, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Centro di ricerca per lo studio delle Relazioni tra Pianta e Suolo (CRA-RPS, Roma) e di Lucio Calcagnile, Professore Ordinario di Fisica Applicata e Direttore del Centro di Datazione e Diagnostica dell’Università del Salento. Autore della scoperta dei “Codici” del Mare” ancora una volta Francesco Adragna, meglio noto come Capitan Ciccio, che aveva ripescato circa 20 anni orsono la Statua del Satiro Danzante.
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