Inserita in Economia il 08/02/2017
da Direttore
Italia assente, colpevole dal dibattito sulla Blue Economy
A Roma il 21 febbraio il primo summit per colmare un vuoto di interesse politico
I mari che formano il Mediterraneo, in particolare quelli che incontrano le coste italiane, sono un mistero. Nessuna ricerca e analisi affidabile è stata svolta negli ultimi anni sui fondali, ma anche sulla qualità delle acque di Ionio, Adriatico, Egeo, Mediterraneo centrale, Mediterraneo occidentale. Di questi mari non si conoscono le potenzialità, le risorse, le criticità. Nulla o poco più di nulla. E l’Italia dal dibattito sul futuro dei mari e sulle potenzialità della Blue Economy, è pressoché totalmente assente. Ciò a fronte di posizioni particolarmente attive di Spagna e Francia, attivissime nel dibattito in Unione Europea e presenti in forze con ministri e sottosegretari a tutte le occasioni di discussione e progettazione sul settore dell’economia del mare. La conferma di questo vuoto è arrivata puntualmente dal primo summit sul Mediterraneo occidentale nella chiave della Blue Growth che si è svolto il 2 febbraio scorso a Barcellona. Summit che si è occupato di sviluppo, di sicurezza, di crescita sostenibile e di governance, e che ha tracciato …un mare di opportunità economiche, di sviluppo sostenibile e occupazionali.
Ma l’Italia?
Nel tentativo di imprimere una svolta e specialmente di coinvolgere l’opinione pubblica in un processo di Blue Growth che dal 2014 la UE ha indicato come strategia 1 dell’Unione, C&G Blue Vision, Unioncamere e Legambiente organizzano il 21 febbraio a Roma, nella sede di Unioncamere, il primo vertice italiano sulla Blue Economy. Obiettivo: accendere i riflettori sulla crescita delle economie connesse al mare; indicare al Paese le potenzialità di settore e focalizzare l’attenzione su criticità che potrebbero innescare reazioni a catena negative, in primis quelle relative alle security in un Mediterraneo, che, a causa delle crisi geo-politiche e del rischio terrorismo, rischia di diventare sempre più piccolo minacciando di compromettere attività primarie come quelle relative al turismo sul mare.
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