Inserita in Economia il 15/11/2016
da REDAZIONE REGIONALE
IN SICILIA AUMENTANO I PRESTITI ALLE FAMIGLIE MA DIMINUISCONO ALLE IMPRESE
Il periodico rapporto dell’Abi sulla situazione del credito in Italia mette a nudo una situazione molto preoccupante proprio per la Sicilia. Purtroppo la Regione si conferma ancora fanalino di coda per la concessione dei prestiti, ma purtroppo le motivazioni sono legate a due situazioni drammatiche: da una parte il livello di disoccupazione che rimane ancora tra i più alti in Europa. Dall’altra l’aumento delle sofferenze bancarie. L’Abi avrebbe stimato che queste anziché stabilizzarsi o diminuire mostrano un andamento in salita, con aumenti che di mese in mese sono di 200 milioni di euro. A soffrire di più sono le aziende, il che rende ancora più complessa la ripresa economica, sia perché permangono le difficoltà di accesso al credito, e sia perché molte aziende che hanno ottenuto un prestito fanno fatica o addirittura non riescono a restituirlo. In base al report dell’Abi infatti, a Luglio scorso, i finanziamenti concessi dalle banche nella Regione sono aumentati di circa lo 0,7%. Ma questo dato non è complessivamente positivo, perché si rimane al di sotto della media delle Regioni del Sud, fissata a 0,9%, che già vantano il primato della crescita minore in Italia. Ma ciò diventa ancora più negativo se si va a considerare l’accesso al credito garantito alle imprese siciliane. Infatti se ai privati sono stati erogati poco meno di 64 miliardi (che comprendono però anche mutui, cessioni del quinto, prestiti personali, ecc), alle aziende sono andati meno della metà, ovvero solo 28 miliardi di euro, che in più palesano una flessione di circa 2,4% rispetto all’anno precedente. Una sorte condivisa con le altre aziende del meridione, ma che hanno mostrato una flessione più contenuta, di poco superiore al 2%. In questo caso però la prudenza delle banche è legata ad un dato oggettivo, che è proprio legato alle difficoltà di rimborso, non incoraggiate da una ripresa che non si fa sentire se non per poche società. E purtroppo in questo modo emerge anche tutta la difficoltà delle amministrazioni locali nel trovare una valida soluzione per ridare slancio all’economia siciliana.
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