Inserita in Cronaca il 01/02/2013
da redazione
La tecnologia contro i disastri ambientali
L’impatto degli sversamenti di idrocarburi sull’Area marina protetta delle Isole Egadi poteva essere mitigato e prevenuto. Lo sostiene Giuseppe Ciraolo (ricercatore di Telerilevamento per l’idrologia e la gestione delle acque presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale, Aerospaziale, dei Materiali Area Ingegneria Idraulica e Ambientale dell’Università di Palermo) sulla base “delle notizie relative all’origine dello sversamento da imputarsi, a quanto pare, alle pratiche di lavaggio delle cisterne da parte delle petroliere” che stanno minacciando l’habitat dell’arcipelago con quintali di catrame finiti lungo la costa di Favignana, già deturpata per oltre un chilometro da una “marea nera”. “Ovviamente oggi trovare il colpevole, visto il traffico di navi che attraversano questo tratto di mare e le condizioni delle correnti, è molto difficile oltre che costoso” spiega Ciraolo evidenziando però che con l’ausilio dei “sistemi HF, come quello che sta per essere implementato sul Canale siculo-maltese nell’ambito del Progetto ordinario Italia-Malta 2007-2013 – Calypso, è possibile circoscrivere il numero di colpevoli con la tecnica del backtracking”. “Tra l’altro la notizia che un certo tratto di mare è monitorato da sistemi HF costituisce di per se un mezzo di dissuasione di questo tipo di pratiche illegali” ha aggiunto Ciraolo. Proprio il ricercatore palermitano rappresenta il Sicilian focal point del progetto “Calypso” che consiste “nell’installazione di un sistema stabile di tre antenne HF (a bassissima potenza) tra Malta e la Sicilia (nell’area portuale di Pozzallo). Il sistema sarà gestito da ARPA Sicilia che in questo progetto svolge un ruolo centrale. Ciò al fine di monitorare le correnti marine superficiali nel Canale di Sicilia attraversato da numerose navi petroliere e di fornire dati continui utili ad ottimizzare gli interventi in caso di sversamenti di idrocarburi accidentali e deliberati”. “Sistemi affidabili che da decenni sono installati negli Stati Uniti che effettuano un monitoraggio su base standard su entrambe le coste” aggiunge Ciraolo.
|
|
|
|
|
|
|