Inserita in Un caffè con... il 15/09/2013
da Direttore
Rosario Crocetta
Presidente della Regione Sicilia.
-----Ho solo un solo padrone, il popolo siciliano Io antisistema: avevo 18 anni e vendevo l´Unità davanti ai cancelli della fabbrica il venerdì e la domenica sul corso principale, poi ero segretario della Fgci dei giovani comunisti. Avevo 22 ed ero segretario di fabbrica della sezione del PCI e facevo parte della segreteria del PCI. Allora Occhetto mi proponeva di fare il deputato nazioale, io non ero d´accordo perch´ mi consideravo troppo giovane e temevo di essere schiacciato dal sistema. Negli anni ho sempre lavorato e non mi sono mai candidato a nulla, solo a sindaco in età matura. Mi ero sempre occupato di politica e non avevo mai preteso nessuna poltrona. Nell´89 mi sono opposto allo scioglimento del PCI, allora in tanti mi condannavano perch´ comunista, perch´ cattolico, non sono mai piaciuto a nessuna del due aeree che poi hanno formato il Pd. A quella cattolica perch´ non mi ha mai perdonato la mia diversità, a quella comunista perch´ non essendo io di cultura leninista, non mi ha mai riconosciuto come sua espressione. Un bell´affare per un uomo come me, eretico per i cattolici ed eretico per i comunisti. Non sono stato mai tra coloro che per dire quale era la propria linea, aspettavano che uscisse l´Unità , malgrado mi piacesse molto come giornale - ci ho pure scritto - ma ho sempre ragionato liberamente con la mia testa, aperto al confronto con gli altri. Se sono diventato sindaco per 6 anni , eurodeputato e oggi presidente, qualche dialogo devo averlo aperto. L´unica cosa che non mi è mai piaciuta sono i soprusi, sono come un gatto, rizzo il pelo e reagisco. Il popolo siciliano mi ha eletto per rompere con il vecchio sistema e fare la rivoluzione, e io l´ho cominciata, con uno zainetto, un paio di scarpe da tennis e un megafono sotto il braccio. Qualcuno pensa che essendo diventato presidente, dovrei abbandonare questo stile, cambiare la mia storia personale e cominciare mediazioni non mediabili, pensando che alla fine pur di tenere un posto di potere sono disposto a ogni mediazione. Io sono stato eletto per fare la rivoluzione, rappresento non solo la mia coalizione ma i siciliani, che si aspettano fatti concreti. Abbiamo avviato una rottura e lo racconterò con i nostri pizzini. Adesso io dovrei consegnarmi. Non chiedono un armistizio, ma una resa. Una resa nella quale non c´e´ un dibattito democratico, un programma, si parla solo di imposizioni nei confronti del presidente. Ma un presidente che si fa imporre le cose che presidente è? Io non lo stimerei, e siccome non mi stimerei neppure io, mi dissocio personalmente da questo presidente. Il presidente rimane sempre Rosario Crocetta, eletto dai siciliani, con le sue scarpe da tennis, col suo zainetto e con il megafono sotto al braccio. Dirigente del Pd ma non servo di qualcuno. Sono disponibile ad avere solo un padrone, il popolo sovrano, che giudicherà se ho fatto bene o male. Se avrò fatto bene mi premierà, se avrò fatto male mi punirà. Questa è la democrazia e questo è Rosario Crocetta.
Nuovo pizzino n.1 di Rosario Crocetta
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