Inserita in Politica il 01/08/2016
da Giusy Modica
OVERTRAINING
L’overtraining è uno squilibrio dell’allenamento che si verifica quando l’attività fisica praticata è troppo intensa, sia in termini qualitativi che quantitativi, e l’organismo, attraverso tempi di recupero inadeguati, non riesce ad eliminare la fatica accumulata. Questo scompenso adattativo, conosciuto anche come “sovrallenamento”, provoca un continuo stato di stress psicofisico, che sfocia nella “staleness syndrome” (rifiuto di allenarsi), danneggiando le prestazioni atletiche e rendendo più vulnerabile l’organismo. Generalmente il disagio interessa atleti di medio ed alto livello, ma può verificarsi anche nei semplici sportivi non agonisti che si sottopongono a carichi di lavoro elevati o comunque eccessivi rispetto alle capacità individuali di sopportazione ed allo stato di forma fisica. Il sovrallenamento va distinto dalla semplice fatica sperimentata dall’atleta al temine del ciclo di allenamento: essa rappresenta quello stato di superlavoro necessario per ottenere un miglioramento in termini di prestazione, risolvibile in tempi di recupero brevi. Nel caso del sovrallenamento, invece, l’atleta non è più in grado di esprimere la sua abituale performance anche dopo un congruo periodo di ristoro, infatti sono necessarie diverse settimane o addirittura mesi per ottenere la completa regressione dei sintomi. L’overtraining si presenta con vari campanelli d’allarme: - Performance ripetutamente scadenti; - Disturbi dell’umore, quali: instabilità, depressione; - Elevati valori di frequenza cardiaca a riposo; - Dolori muscolari; - Disturbi gastrointestinali; - Insonnia; - Riduzione dell’appetito; - Perdita di peso; - Lesioni muscolo-scheletriche da sovraccarico; Quando si parla di misure di recupero occorre distinguere le misure “passive”, nelle quali l’atleta viene sottoposto ad interventi quali fisioterapia, idroterapia, termoterapia, elettrostimolazione e agopuntura, da quelle “attive”, in cui l’atleta pratica lavoro aerobico leggero, allungamento muscolare, training autogeno. Il recupero tra diverse frequenze e unità d’allenamento dovrebbe essere svolto attraverso pause che permettano il completo ristabilirsi dell’organismo. Troppo spesso, invece, l’alternarsi degli impegni e dei recuperi viene sottovalutato, inducendo il manifestarsi dei fenomeni di fatica e sovrallenamento. La pianificazione di un programma di recupero fisiologico deve essere personalizzata per ogni atleta, tenendo in considerazione tutta una serie di aspetti relativi alle abitudini di vita del soggetto. Per chi si sottopone regolarmente ad attività fisica particolarmente intensa è essenziale affidarsi a figure professionali qualificate che prescrivano programmi di allenamento personalizzati, adeguati alle caratteristiche individuali, allo stato di forma del soggetto ed ai suoi vincoli relativi allo stile di vita. Per tutti gli sportivi in generale è consigliabile conformarsi ad uno stile di vita sano che preveda una corretta alimentazione, meglio se prescritta da uno specialista del settore e concedersi un adeguato periodo di recupero tra gli impegni sportivi.
Palermo 01 Agosto 2016 Giusy Modica Consulente per la salute con lo sport presso l’Associazione Anas zonale Oreto. Per informazioni e appuntamenti chiamare al numero 091-336558 dalle ore 9:00 alle ore 13:00.
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