Inserita in Un caffè con... il 06/09/2013
da Direttore
Manuela Baccari
Manuela Baccari nasce a napoli il 17 gennaio 1969 da un papà avvocato e una mamma casalinga. Dopo aver fatto studi scientifici ed esperienze nel mondo commerciale, nel 2000, si dedica alla carriera di consulente aziendale. Obiettivo del suo lavoro è il supporto agli imprenditori della PMI di organizzare al meglio le proprie aziende così da ottimizzarne la produzione ed espanderle per realizzare gli obiettivi stabiliti, Dopo 13 anni di questo lavoro e decine e decine di aziende viste, in diverse regioni italiane e nei più svariati settori economici, Manuela vanta un’ottima conoscenza di questo tessuto economico e dei problemi più comuni che attanagliano giornalmente le vite degli imprenditori. Proprietaria, assieme al marito Fabio Lo Fria, della domino srl di Formello, ad oggi continua il suo lavoro di consulente aziendale, convinta che la grandezza e la dignità del nostro popolo non possa e non debba mai essere messa in ginocchio.
Lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri.
Gentile Dott. Letta, non ho idea se leggerà mai questa mia, ma se non ci provo nemmeno non potrò mai dire di aver fatto qualcosa a riguardo. Mi chiamo Manuela Baccari, di professione faccio la consulente aziendale (in due parole con la mia azienda supportiamo gli imprenditori nel poter produrre al meglio con le loro aziende) e, per ovvie ragioni, sono a contatto giornalmente con il tessuto economico che fa l´Italia e che è sempre stato fondamento della nostra economia e ricchezza. Sono certa che con i suoi occhi ha visto ciò che sto per dirle ma forse sentito, o meglio letto, da una semplice cittadina può essere diverso. Prendiamo il primo punto, la disoccupazione. Non è vero che non ci sarebbe lavoro, molte aziende (e parlo di PMI) avrebbero bisogno di collaboratori validi, in percentuale di quelle che seguiamo direi attorno al 70%, ma non assumono. Hanno paura di assumere e rimanere intrappolate, hanno paura di fare un passo più lungo della gamba e poi non poter tornare indietro, hanno paura e cercano di fare il meglio riducendo le spese. Non sono laureata in economia, ma non credo ci sia bisogno di esserlo per dire che se non compro gli tutti gli ingredienti per fare una torta poi non verrà fuori ciò che desidero... e lo stesso si può dire per le aziende. Se non riesco a fare tutte le cose che dovrei fare perch´ sono sovraccarico, non solo per disorganizzazione ma anche per timore di inserire qualcuno... non riuscirò ad ottenere i risultati che desidero. Le faccio un esempio concreto: un mio cliente ha una catena di negozi, stanno andando bene, avrebbero bisogno di 2 persone in più ma non hanno il coraggio di inserirle; un altro mio cliente, ha delle difficoltà ma avrebbe bisogno di un operaio e di un magazziniere per portare avanti dei compiti, ma non li inserisce; un altro necessiterebbe di un banchista, ma per ora tiene duro, un altro ancora di un addetto marketing... ma si arrangia come può, e potrei continuare all´infinito. Perch´ non lo fanno? O meglio, cosa comporta questa situazione? So che la risposta la conosce, si crea più povertà perch´ le persone non lavorano e quindi non guadagnano e quindi spendono meno. Potremmo pensare... magari queste aziende inseriscono in nero, beh, non è così. Non lo vogliono fare. E come loro tanti, ma sono strozzati da tassazioni folli, ingiuste che non fanno altro che creare ulteriore povertà. Le faccio una domanda: lei darebbe soldi ad una persona che sa benissimo che non glieli ridarà mai? Io no, eppure sono obbligata a farlo. Non scelgo di farlo perch´ voglio aiutare un amico, ho l´obbligo. Voglio fare una piccola parentesi, sono Italiana e sono fiera di esserlo, e come me lo sono quelle migliaia di persone di cui le sto parlando. Siamo un popolo diverso, creativo, un po´ troppo a volte (!) ma certamente di gran valore che ha sempre saputo risollevarsi di fronte a qualunque difficoltà, e la storia lo prova. Ma perch´ non cominciamo a darci una mano? So che ci sta provando, mi creda, lo voglio davvero credere, e sono anche stanca di tutte queste critiche alla politica. Ma oggi c´è veramente bisogno di un´azione coraggiosa, di uno stravolgimento e di un buttare alle ortiche vecchie abitudini per emergere orgogliosi e vincenti. Ma torniamo ai discorsi "seri". Punto due: le imprese. Tante chiudono ma tante, e mi creda ci sono, vanno, si sono tirati su le maniche e vanno, riescono a creare, a costruire, a vendere e produrre. Ora, se lei avesse una squadra da gestire, chi farebbe giocare per vincere una partita, i migliori o i peggiori? In Italia siamo tutti un po´ allenatori e quindi ovviamente i migliori! Concordo, ma se ai migliori cominciamo a mettere i pesi alle caviglie, un casco in testa per evitare di ferirsi (e non stiamo giocando a football americano), una cintura di pesi da sub, le mani legate dietro la schiena... come potranno giocare? E allora perch´ ai migliori facciamo proprio questo? Perch´ penalizziamo le aziende che producono? Perch´ le tartassiamo a tal punto che cercano di non farsi vedere? Perch´ continuiamo a promuovere la paura invece che lodare il coraggio? Certo, la solita solfa, la casta! Ma posso dirle una cosa, mi sono stufata anche di questa. Qualche disgraziato ci sarà, c´è sempre, ma quanta gente onesta (che certamente sbaglia) c´è ancora? Non mi permetto di dirle qui cosa fare, anche se ovviamente, da brava italiana ho una ricetta, ma ci sono talmente tante cose produttive che potrebbero essere spinte e talmente tanti tagli a spese assurde che potrebbero essere coraggiosamente fermati che non voglio credere che ancora non si faccia nulla. Qualche esempio? Siamo un paese turistico, così ricco di cose che a volte veramente non ce ne rendiamo conto. Ebbene, a Venezia come a Roma tantissimi turisti vogliono sposarsi. È un bel business che, dando un eccellente servizio non può che crescere. Solo noi abbiamo Roma, Firenze, Venezia, ecc. A Venezia sono stati capaci: il matrimonio costa € 3500,00 e in omaggio, a sorpresa, un giro in gondola! A Roma costa € 1500,00, ci sono solo 2 sale, non ri promuove la cosa e non gli si da un eccellente servizio. E in quante altre città italiane si potrebbe fare? (ripeto, è solo un esempio! ). E quanti altri servizi si potrebbero dare a italiani e stranieri, che sono ritenuti interessanti da chi dovrebbe/potrebbe acquistarli ma che al momento non sa nemmeno che esistono? Ora, so bene che non si risana l´economia con i matrimoni, ma si risana l´economia facendo girare l´economia stessa! Quando cominciamo? La ringrazio del tempo dedicatomi. Manuela Baccari
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