Inserita in Sport il 29/01/2013
da redazione
I Trapanesi Granata segnano un canestro contro il razzismo
Lo sport come mezzo di integrazione, come propulsore per abbattere i muri dell’indifferenza e dell’intolleranza razziale. Dovrebbe essere una delle qualità principali di ogni sport se consideriamo la multietnicità che caratterizza oggi le discipline professioniste più celebrate e seguite, come il calcio o il basket. Ma purtroppo a fare da contorno ai campionati ci sono spesso i classici “buhh!” che accompagnano ogni tocco di palla dei giocatori di colore o si assiste ancora a sparuti gruppi di persone per le quali la scatola cranica è un “optional”, come accaduto sugli spalti dello stadio di Treviso nel corso della gara con il Trapani. Di contro a questi esempi di palese idiozia ci sono invece delle iniziative di rilievo che talvolta arrivano da piccole realtà sportive.
E’ il caso dei “Trapanesi Granata”. Li conosciamo in quanto rappresentano il gruppo di tifo organizzato a supporto della Pallacanestro Trapani, ma gli stessi ragazzi hanno anche una propria squadra che gioca nel campionato CSI (attualmente è sesta in classifica dopo 9 partite). La scorsa settimana i Trapanesi Granata hanno tesserato un nuovo giocatore. Si chiama Abdou Aziz Gueye ma tutti lo chiamano semplicemente “Billy”. Ha 27 anni, e viene da un Paese della fascia sub-sahariana tra i più poveri al mondo, la Mauritania. Aveva già giocato con i ragazzi granata lo scorso dicembre, in occasione del torneo di beneficenza “Un canestro per la ricerca”. Sabato ha fatto il suo esordio nel campionato CSI nel match contro la Drepanum vinto dai Trapanesi Granata con il punteggio di 54-47. Ottima la sua prestazione con 6 punti realizzati ed oltre 15 rimbalzi catturati in poco più di 20 minuti che è stato sul parquet. Ma la storia di Billy va ben al di là del puro fattore agonistico. E’ la storia di uno dei tanti ragazzi africani che sono immigrati in altri Paesi lasciandosi alle spalle la povertà e gli orrori della guerra.
I Trapanesi Granata non hanno semplicemente mirato ad integrare l’organico con un giocatore dalle indubbie qualità tecniche e fisiche. Il loro è un segno di integrazione sociale e di aiuto per chi vede Trapani e l’Italia come una salvezza, come un posto in cui trovare un lavoro e viverci, decisamente un gesto controcorrente rispetto a recenti episodi che hanno riguardato anche la città falcata (vedi la proposta del bus per gli immigrati a Salinagrande, ndr). Abdou Aziz Gueye è cresciuto in un piccolo paese al confine con il Senegal con la famiglia e una sorella, da ragazzo si trasferisce a Nouakchott (la capitale della Mauritania) sull’oceano Atlantico dove comincia a lavorare come muratore prima e pescatore successivamente. Nel 2011 affronta un viaggio in nave per andare in Libia e cercare lavoro a Tripoli. Ma non può immaginarsi che da li a poco scoppierà la guerra civile. E’ così che arriva in Italia per la prima volta a Catania il 17 luglio del 2011 come profugo di guerra.
Da quando è in Italia è stato trasferito più volte in diversi centri per richiedenti asilo: da Catania è passato ad Alcamo, a Campobello ed infine a Trapani, al centro di Salinagrande. Oggi è ospite nella struttura della Charitas di Trapani in attesa di avere un permesso di soggiorno per i prossimi anni. Il sogno di Billy è di poter continuare a giocare a basket ed affermarsi a livelli più alti, ma soprattutto quello di trovare un lavoro onesto e riuscire a mettere da parte quanti più soldi possibili da inviare alla sua famiglia in Mauritania, alla sorella e ai suoi due nipotini. Attualmente collabora anche con il centro di minibasket della Pallacanestro Trapani con Peppe Costantino e Danilo Salfi nella preparazione dei bambini della società granata.
|