Inserita in Politica il 21/02/2016
da REDAZIONE REGIONALE
ROBERTO TUMBARELLO E IL SUO DIARIO
Per un pugno di voti Scrive il mio amico Stefano De Luca, presidente del partito liberale, che la prima step family l’hanno creata Giuseppe e Maria più di duemila anni fa. Non dice, però, come Gesù reagì a quella condizione. È vero che tutti hanno diritto di formare una famiglia. Ma nessuno ha ancora indagato sulla reazione dei figli a una situazione che ai loro occhi apparirebbe certamente anomala, rispetto alla struttura tradizionale. Noi, assertori e paladini dei diritti umani, soprassediamo su quello dei bambini di crescere serenamente. È sbagliato che il dibattito, anziché umano, sia ideologico. Io sono figlio di genitori anziani e di questo ho sofferto da bambino e anche da ragazzo. Mio fratello minore ancora di più. Adoravo mio padre, ma, quando veniva a prendermi a scuola mi vergognavo perché gli altri avevano genitori giovani. I miei compagni credevano che mia madre quarantenne fosse mia nonna. Eppure erano una coppia regolare, sposati in chiesa, di sesso diverso e non dovettero affittare un utero. Ho trascorso l’infanzia nel timore che papà e mamma morissero e noi rimanessimo soli. Per di più ritenevo che le persone della loro età non avessero molto da vivere. Ecco che cosa mi viene in mente quando seguo il dibattito sulle coppie di fatto. Di quello che sostengono cardinali e cattolici di professione non m’importa nulla. Mi preoccupo dei diritti di chi non è interpellato. Mi chiedo se sarebbero sereni con due mamme o due papà. Nonostante il grande amore che certamente riceverebbero, ne sarebbero orgogliosi?
Bertolaso ce l’ha duro Chi l’avrebbe mai detto. Non ce l’ha più nemmeno la lega. È rimasto indietro di trent’anni. Roba da prima repubblica. Neppure più Bossi & Figli. Oggi ci si specializza nella sanità. Rende molto più che il comune di Roma. Dice di avere gli attributi, ma non le ruspe. Vuole risparmiare i Rom. Non li chiama neanche zingari. Ha votato per Rutelli e, seppure non lo ammetta, forse anche per Marino. Ma, lo sa che è candidato del centro destra? Chi ha avuto l’idea geniale di proporlo? Siamo già nel futuro, ma a decidere è ancora il passato, perché sempre più ricco. Con lui perdiamo, prevedono Alemanno e Fratelli d’Italia. Meno male che c’è Marchini, ambidestro e ben disposto per qualsiasi offerente. Che sia la volta buona? La speranza è l’ultima dea. La dignità è morta da un pezzo. Com’è possibile che non ci sia più nessuno di destra da candidare! Speriamo che siano rimasti almeno gli elettori. La Meloni non aveva mai pensato alla cicogna. Non sapeva nemmeno come fare. Proprio ora doveva scriverle? Con la gravidanza hanno scoperto che è donna. La destra è maschilista. E non si può allattare al Campidoglio. Si riesuma Storace. Doc, ma antico. Lui sì che ce l’ha duro. Forse anche troppo.
Lettera a un Don Chisciotte del Sud Non è giusto che Golia debba sempre battersi contro il gigante. È solo un caso che abbia vinto una volta. Essendo imbattibile, deve gareggiare con i giganti. Sabato scorso, pur tifando per il Napoli – come qualsiasi uomo orgoglioso del proprio Sud – mi rendevo conto, però, che gli altri erano superiori e meritavano di vincere. Infatti, seppure fortunosamente, vinsero. E vinceranno sempre. Perché sono più ricchi, anzi, ricchissimi. Hanno una panchina di venti campioni e milioni di supporters. Essendo gli italiani un po´ infantili, sono sempre dalla parte del più forte. Anche arbitri e segnalinee sono juventini. Come pure i loro figli. Ecco perché in futuro continueranno a vincere, ogni anno, all’infinito. Essendo i migliori in assoluto, per annullare questa supremazia, dovremmo considerarli fuori concorso. Dall’anno prossimo, vince lo scudetto chi arriva al secondo posto. È Campione d’Italia chi si classifica dietro la Juve. Come nel sistema monarchico, la massima carica cui si può ambire è dopo il re. Nessuno vuole essere superiore. Il re stesso, non ha alcun merito nell’essere il più importante. Il suo è un privilegio di nascita. Quello della Juve, di condizione. L’unico modo per annullare la supremazia è codificarla. Così, chi, per ora, ti dileggia come eterno sconfitto, dovrà scegliersi un’altra squadra per cui tifare. Magari il Carpi o il Frosinone o il Palermo. Saranno più umani anche i tifosi, che per ora si immedesimano nel gigante per il quale tifano e, invece, sono uomini normali come noi, come tutti gli altri. Magari servirà a fare crescere il Calcio e soprattutto gli italiani.
Più autorevoli senza personalità Pentastellati, come pure azzurri, è un’aggettivazione nobile che quei personaggi non meritano. Grisaglia a strisce, che sarebbe più adeguata per cravatte e fazzoletti verdi, non si usa ancora. Si credono onesti perché si dissociano dai ladri, che, però, si riproducono continuamente. Prima i diamanti, ora la sanità, domani chissà. Purtroppo, aumentano i sostenitori. La ricerca dei sinonimi è spesso forzata. Sopravvaluta il servilismo di chi si muove appeso ai fili. La Cirinnà si dispera. Eppure era prevedibile. Dobbiamo consolarla. Per carità, che non lasci la politica. Sarebbe un disastro. Non siamo più abituati a perdere. La maggioranza siamo solo noi, non i più numerosi. C’è il rinvio di una settimana. Un tempo nascevano così gli Scilipoti, i Razzi e i Siliquini. Ma era un´altra repubblica. Adesso, per un Bertolaso in più, pover’uomo, convoca riunioni che due su tre disertano. È finita un’epoca e anche il candidato. La corruzione cambia casacca. Un tempo si concedeva un po’ di dignità per ottenere soldi. Adesso si dà in cambio di niente. Perché non vale nulla. Non sono traditori. Ubbidiscono al capo. Sono burattini. Litigano tra loro, finché la sera li ripongono nella cassapanca. Lo spettacolo riprende domani. La farsa continua. Si poteva approvare la parte più importante della legge e rinviare le adozioni. Ora può naufragare tutto. Peccato. Ci siamo illusi di diventare finalmente gay. Invece, per colpa di questi mediocri, siamo ancora omosessuali.
Non mandiamo la cicogna in pensione Siamo in crescita negativa. I decessi hanno superato le nascite. La media è di un figlio virgola tre per coppia. Stiamo invecchiando troppo in fretta. Quindi, l’Italia sta sparendo. E continuiamo imperterriti a rubare come se fossimo un paese in crescita. Siamo pure ladri stupidi perché, ormai così pochi, è più facile individuarci. La prima e spesso unica gravidanza avviene mediamente a 31 anni e mezzo, quando la prolificità comincia a diminuire. Sino a quell’età usiamo gli organi genitali per trastullarci. Meno male che ci sono gli immigrati che attenuano un po’ il disastro. E pensare che c’è chi li vorrebbe cacciare. Oltre ai poveracci, ci sono professionisti, ricercatori, imprenditori di successo, ma noi li consideriamo tutti diversi. Anche tra loro, però, sono scomparse le famiglie numerose. Solo due figli per coppia. Hanno sùbito assimilato le nostre cattive abitudini. Tra poco cominceranno a delinquere anche loro. Siamo tutti vecchi. Ecco perché l’Inps vuol mettere le mani sulle pensioni. Cominciare dalle vedove è come sparare sulla Croce Rossa. Dobbiamo investire sulla famiglia. Aiutare le coppie a mettere al mondo più di un figlio e anche un po’ prima. Quando saremo cresciuti di numero, anche in Lombardia sarà più difficile scoprire i colpevoli.
Gli eroi servono in Italia Non c’è dubbio che Giulio non fosse una spia. Non perché lo affermino i genitori, che ne sanno quanto noi. Se no, che agente segreto sarebbe stato? Era troppo sprovveduto per fare l’informatore. Era ingenuo e imprudente. Non aveva alcuna formazione. Tanto da finire nella rete della polizia di regime, nonostante i chiari segnali ricevuti. Credeva di partecipare in Egitto a una sorta di ’68 italiano. Magari, qualche mascalzone se n’è servito, sfruttando, appunto, il suo incosciente impulso di libertà. È questa la verità che stiamo cercando e che, senza rispetto per la sua memoria, da tre settimane riempie di macabri servizi tutti i telegiornali e i quotidiani. Nessun accenno e neppure un rigo sul comportamento che un italiano, ricercatore o turista, deve avere dove non c’è democrazia. È meglio non andarci. Se costretti, fermarsi il meno possibile. Non occuparsi di politica, né frequentare dissidenti o esponenti dell’opposizione. Chi cerca di diventare amico, il più delle volte è un infiltrato. Se l’informazione, così solerte nella descrizione della tortura subita da Regeni, non diffida i giovani dall’imitarlo, avremo altre vittime di cui continueremo a esaltare un mal riposto entusiasmo. Per chi vuole rendersi utile, c’è tanto da fare in casa nostra dove, chissà perché, rimangono solo i cacasotto.
Quando il campione vuole rispetto Perché Totti accetta di giocare cinque minuti? Quale contributo poteva dare alla sconfitta col Real Madrid? In una questione apparentemente sportiva intravedo un comportamento tipico dell’italiano, comprensibile nei mediocri, biasimevole nel campione. Spera di salvare un altro anno di attività in panchina? Ma spreca un capitale di dignità e prestigio che vale molto di più. Ai figli non si deve lasciare solo denaro né agli sportivi amarezza. Non sarà nemmeno dirigente autorevole. Perché tutti ci aspettavamo che, anziché entrare inutilmente in campo, da vero campione imboccasse lo spogliatoio. Lo abbiamo ammirato e applaudito in tutti questi anni perché lo credevamo modello di comportamento, coraggioso paladino della povera gente, vendicatore dei soprusi che le persone umili e indifese sono costrette a subire. E che mercoledì scorso lui, invece, accettò senza reagire. Come pure quella volta che non seppe scrollarsi dalla spalla la mano di uno della tifoseria, che volle la partita sospesa. Lo abbiamo tanto amato da avere dimenticato quel brutto episodio. Adesso, però, ce ne ricordiamo bene.
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