Inserita in Politica il 29/12/2015
da Umberto Crispo
PACECO - VIETATI “BOTTI” DI FINE ANNO NEL TERRITORIO COMUNALE
Il divieto assoluto di accendere, lanciare e sparare petardi e botti di qualunque specie, in tutto il territorio comunale di Paceco, è stato ordinato dal sindaco, Biagio Martorana, “al fine di garantire la sicurezza, l´incolumità e la quiete pubblica, nonché il benessere animale e la protezione del patrimonio pubblico”. Il provvedimento, adottato oggi con decorrenza immediata, proibisce l’uso di ogni genere di materiale pirotecnico, fino al 1° gennaio 2016, partendo da una serie di considerazioni: “Molto spesso si tratta di ordigni messi abusivamente in commercio, senza i previsti controlli di sicurezza, e quindi possono creare, e creano, infortuni anche gravi; lo sparo di botti e petardi, anche se legali, può determinare conseguenze negative agli animali domestici e alla fauna selvatica, in quanto il fragore delle esplosioni, oltre ad ingenerare in loro una evidente reazione di spavento per l’estrema sensibilità uditiva, li porta frequentemente a perdere l’orientamento, esponendoli anche al rischio di smarrimento e di eventuali incidenti stradali; si possono verificare anche danni materiali al patrimonio pubblico e privato, come pure all’ambiente, con incendi boschivi o danni alla vegetazione in ambito urbano; le detonazioni costituiscono, comunque, fonte di inquinamento acustico che arreca molestie ai cittadini ed è mal tollerato da soggetti sofferenti e bambini”. Con l’emissione di questa ordinanza, il sindaco Biagio Martorana ha anche raccolto l’invito, rivolto a tutti i primi cittadini del Trapanese dall’associazione di tutela dei cittadini Co.Di.Ci., riguardante proprio il divieto di petardi e razzi in occasione del Capodanno, poiché “sono causa di disagio e oggetto di lamentele da parte di molti cittadini, soprattutto per l’uso incontrollato da parte di persone che spesso non rispettano le precauzioni minime di utilizzo”. Nel provedimento del sindaco di Paceco, è anche prevista l’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria, da 25 a 500 euro, nei casi di inosservanza del divieto.
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