Inserita in Economia il 09/07/2013
da redazione
Pagamenti: Trapani seconda in Sicilia per puntualità
Nel primo trimestre 2013 il 38,6% delle imprese trapanesi ha pagato alla scadenza le fatture ai propri fornitori, mentre il 44,4% ha saldato con un ritardo fino a 30 giorni oltre il termine e il 17% con un ritardo superiore ai 30 giorni. È quanto si evince dallo Studio Pagamenti 2013 realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese siciliane.
Nei primi mesi del 2013 in Italia si conferma il trend negativo dei pagamenti commerciali: migliorano leggermente i buoni pagatori ma continua ad aumentare il numero di imprese che saldano le fatture con ritardi superiori ai 30 giorni. All’interno di questo preoccupante scenario, nel primo trimestre dell’anno in corso solamente il 34,5% delle imprese della Sicilia ha onorato puntualmente i propri impegni nei confronti dei fornitori, mentre il 46,8% ha saldato le fatture con un ritardo fino a 30 giorni dai termini concordati e il 18,7% oltre i 30 giorni. Dall’analisi del trend si osserva che, nonostante un miglioramento dei pagamenti puntuali in regione rispetto al 2010, nello stesso periodo di osservazione i ritardi superiori ai 30 giorni sono aumentati addirittura del 78%. A dimostrazione che anche in Sicilia in questi ultimi anni sono drammaticamente cresciute le difficoltà delle imprese a onorare gli impegni assunti entro i termini concordati. Nel primo trimestre del 2013 la Sicilia esibisce performance di pagamento ben peggiori rispetto alla media italiana (45,9% di imprese puntuali, 11,1% di ritardi oltre i 30 giorni) e di quella del Sud e Isole (34,7% di imprese puntuali e 17,5% di ritardi oltre i 30 giorni). In Sicilia, la percentuale di imprese che mostrano un ritardo nei pagamenti commerciali – il 65,5% - è la più alta tra le regioni italiane.
Entrando maggiormente nel dettaglio locale, Enna risulta la provincia più virtuosa della Sicilia, con il 41,7% di imprese puntuali, seguita da Trapani (38,6%) e - a pari merito - al terzo posto da Ragusa e Siracusa (37,9%). Vengono poi Palermo (33,6%), Agrigento (33,1%), Catania e Caltanissetta (33%). In ultima posizione Messina, dove le imprese puntuali sono appena il 31,8% (14,1 punti al di sotto della media italiana). Secondo lo Studio Pagamenti 2013 realizzato da CRIBIS D&B, la società del Gruppo CRIF specializzata nelle business information, che ha analizzato i comportamenti di pagamento delle imprese siciliane, analizzando le variazioni rispetto a tre anni fa, in tutte le province si nota un forte incremento dei ritardi oltre i 30 giorni. Le variazione più grandi si riscontrano a Messina (dove le imprese con ritardi gravi sono passate dal 10,1% del 2010 al 20,3% attuale) e a Catania (dal 10,6% del 2010 al 20,7% attuale). Per quanto riguarda le performance in relazione alla dimensione aziendale, lo Studio pagamenti Cribis D&B in Sicilia mostra un andamento simile a quello individuato a livello nazionale. Le micro imprese risultano sempre quelle più puntuali (il 36,6% ha pagato i fornitori alla scadenza contrattuale), seguite dalle piccole (26,4%), dalle medie (16,6%) e infine dalle grandi imprese (10,6%). Alle piccole imprese però spetta la maggior quota di ritardi oltre i 30 giorni (21,3%). A livello settoriale, infine, sono il Commercio all’ingrosso e l’Industria a mostrare le maggiori criticità, rispettivamente con il 29,8% e il 30,2% di pagatori regolari (oltre 15 punti percentuali inferiori alla media italiana). Sono invece i Servizi Finanziari il 55,1% di imprese puntuali a mostrare la migliore performance.
“Nel nostro Studio abbiamo registrato delle dinamiche che in questi ultimi anni hanno caratterizzato in modo significativo la vita delle imprese – commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di CRIBIS D&B -. Prima di tutto continua il processo di istituzionalizzazione dei ritardi nei pagamenti commerciali, cioè la trasformazione dei ritardi in termini contrattuali: le imprese non vogliono perdere clienti e fatturato e quindi concedono qualcosa nei termini di pagamento. Secondariamente alcune imprese non riescono più a stare sul mercato e ritardano oltre modo il saldo delle fatture. Basti pensare all’andamento dei fallimenti, aumentati del 65% rispetto al 1° trimestre 2009, con quasi 40 imprese fallite al giorno. Nonostante alcuni segnali di timido miglioramento non bisogna però abbassare la guardia in quanto rimane ancora rilevante il numero di imprese che non onorano gli impegni entro i termini contrattuali”.
“Negli ultimi anni, però, le imprese italiane hanno messo sempre più la gestione dei pagamenti al centro della propria gestione finanziaria – conclude Preti - e hanno investito in strumenti come quelli messi a disposizione da CRIBIS D&B, che consentono di intercettare tempestivamente i segnali deboli di deterioramento dell’affidabilità dei propri partner, di mantenere sotto controllo la capacità del proprio portafoglio clienti di generare ricavi, di intervenire in modo efficace con azioni di prevenzione e limitazione del rischio e, soprattutto, di fare previsioni sui propri flussi di cassa. Un’operazione, questa, non a costo zero ma che riteniamo potrà portare benefici concreti anche dopo la fine della crisi”.
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