Inserita in Cronaca il 24/01/2013
da redazione
Tonno rosso: risorsa in aumento
«C'è stato un innalzamento della quota di pesca da parte dell'Iccart. È un segnale positivo che deriva dalla constatazione che la quantità di tonno rosso nel nostro mare non è allo stremo come era stata presentata negli ultimi anni. E così si è aumentata leggermate la quota di cattura anche per il nostro Paese. Gli ultimi dati ci dicono che è stata fatta una previsione eccessivamente pessimistica in passato».
Così Massimo Coccia, presidente di Federcoopesca-Confcooperative, commenta, con Labitalia, l'innalzamento della quota di pesca di tonno rosso per l'Italia. Saranno 42, trenta con il sistema palangaro e 12 per la circuizione, le imbarcazioni italiane che nel 2013 potranno pescare il tonno rosso, secondo Federcoopesca-Confcooperative, che riporta il contenuto dell'accordo, adottato dal Consiglio europeo, sulle opportunità di pesca nel 2013, per quelle specie ittiche che sono soggette a quantitativi massimi di cattura (Tac e Quote).
Il buono stato della risorsa tonno, sottolinea l'associazione, ha fatto sì che ci fosse per quest'anno un aumento del quantitativo massimo di cattura. Questo per l'Italia vuol dire 162 tonnellate in più. Secondo Coccia, una soluzione positiva ma anche contraddittoria rispetto a quanto deciso in passato.
«Tre anni fa -ricorda Coccia- si era stati sul punto di dichiarare il tonno come specie protetta che non si poteva pescare e vendere; adesso hanno aumentato leggermente la quota di pesca. Delle due l'una: o i dati erano sbagliati prima o lo sono adesso. E, secondo noi, l'errore è stato fatto in precedenza, anche perchè le taglie dei tonni che emergono oggi dai dati non possono essersi realizzati in soli tre anni, e poi perchè i nostri pescatori ci dicono che pescano tanti tonni in modo accidentale, e cioè con altri sistemi di pesca, e questo non sarebbe facile con una quota bassa di tonni».
Secondo la Federcoopesca, quindi, «alla luce anche delle imbarcazioni autorizzate, è importante ragionare bene sulla divisione della quota nazionale tra i diversi sistemi di pesca». «Occorre tenere nella giusta considerazione le catture accessorie, un fenomeno in aumento visto la presenza di un maggior numero tonni, e chi non possiede una quota», conclude.
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