Inserita in Cronaca il 17/11/2015
da Giusy Modica
13 NOVEMBRE - ATTACCO TERRORISTICO A PARIGI
Parigi quella sera del 13 Novembre 2015 godeva della sua apparente tranquillità; chi beneficiava dell’allegria e la spensieratezza di un concerto, chi con entusiasmo seguiva la Nazionale di calcio allo stadio, chi si rilassava tra un aperitivo e una cena fuori. Disegno perfetto di una città pacifica, che purtroppo in pochi minuti la vede trasformarsi in un campo di sterminio. L’Isis non intende arrestare la sua rivolta, non intende placare gli animi, e con atti macabri torna a colpire la Francia. Diversi gli attacchi terroristici: 3 esplosioni nei pressi dello stadio, numerose sparatorie tra bar e ristoranti non molto lontani, invasione, con uccisione degli ostaggi, presso la sala concerti “Le Bataclan”. Il numero delle vittime accertate finora è di 129, molti i feriti gravi. È disumano pensare d’uccidere in nome di Dio, è fuori da ogni logica, fuori da ogni credo; per cui la domanda sorge spontanea: ma è davvero soltanto una guerra religiosa? È davvero soltanto il frutto di un’idolatria e del fanatismo, o vi sono dietro anche questioni politiche-economiche? Bisognerebbe far chiarezza su molti punti e scavare un po’ nel passato, perché se è vero che i guerriglieri usano la religione come strumento per la separazione della società in due parti, con il risultato che chi è dalla parte sbagliata deve essere cancellato, non per quello che fa, ma per quello che è, è pur vero che la posta in gioco risulterebbe notevolmente alta, considerate le ricchezze petrolifere di questi paesi, quindi un’ipotesi simile non sarebbe del tutto peccaminosa. Ad ogni modo nessuna verità, nessuna supposizione può giustificare crudeltà e stragi simili. Quello che l’Isis esercita non è solo un controllo per mezzo della forza delle armi, ma anche di un esercizio del potere psicologico di coercizione che, come dice il Generale Nagata, comandante delle operazioni speciali Usa in Medio Oriente, è il vero fulcro della capacità di controllo della popolazione: terrorizzando la popolazione, esercitando un controllo sull’economia (distribuendo cibo, acqua e altri generi di prima necessità), creando una narrazione funzionale alla sua esistenza nell’Islam (e sorvegliando l’applicazione della legge islamica) nei territori caduti in mano all’Isis. Tale califfato dunque, è riuscito in primis nell’intento di creare un vero e proprio esercito, perché se prima se ne contavano un migliaio di miliziani, adesso se ne contano molti di più, sparsi, come se non bastasse, in vari territori, quali Francia, Belgio, Londra ecc.. e non smettono comunque sia di far “propaganda”; non a caso un account Twitter dell´Isis ha condiviso la prima pagina dell´edizione del giornale “Libero” del giorno dopo l´attentato di Parigi, con il titolo “Bastardi Islamici”, commentando: “Musulmani occidentali, guardate cosa pensano di voi. Guardate come vi trattano. Non meritate questo, venite da noi” . Mi piace invertire un po’ quella che fu una citazione di Oriana Fallaci, giusto per una prospettiva più ottimista: “Tutti i terroristi sono musulmani, ma non tutti i musulmani sono terroristi”.
Fonti: tpi.it
Palermo 17 Novembre 2015 Giusy Modica Consulente per la salute con lo sport presso l´Associazione Anas zonale Oreto. Per informazioni e appuntamenti chiamare al numero 091-336558 dalle ore 9:00 alle ore 13:00.
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