Inserita in Sport il 14/11/2015
da REDAZIONE REGIONALE
GIOVANNI BENEDETTO: TRAPANI VOGLIO BATTERTI, MA NON TI DIMENTICO
Domani arriverà al Pala Conad la Viola Reggio Calabria, per l’ottava giornata di campionato. Ma c’è un motivo per il quale la prossima non potrà mai essere una partita come le altre: non lo sarà, di certo, per i tifosi trapanesi, e non lo sarà neppure per Giovanni Benedetto, coach della Viola. L’allenatore reggino, oggi al timone della squadra della propria città, infatti, ha guidato la Pallacanestro Trapani per due anni (dal 2009 al 2011), conclusi con l’indimenticabile promozione sul campo dei granata in quella che allora si chiamava ancora Legadue. Sarà un momento toccante per tutti noi e, senza timore di smentita, sarà un’emozione da brividi anche per lui… Domani tornerai a Trapani, per la prima volta da avversario. Quanti ricordi, coach: è difficile persino capire da dove iniziare a parlarne…
“E’ impossibile trovare un inizio e un modo, per così dire, ‘giusto’, di raccontare qualcosa di tanto grande. Invece, mi riesce facilissimo affermare che a Trapani ho vissuto una delle esperienze lavorative più belle e importanti della mia carriera. Dal punto di vista professionale, ovviamente, perché non dimenticherò mai quella promozione: ma anche e soprattutto per le modalità con cui si sviluppò quella storia. Sono stati senza dubbio gli attimi di vita vissuta a rendere la mia avventura in maglia granata totale e unica”. Un vero e proprio tuffo nel passato, insomma. Cosa porti con te di quell’ultima, incredibile stagione?
“Mi porto dietro una montagna di sensazioni, profumi e brividi. Mi ricordo la gente, vera e autentica, che si schierò al fianco della squadra, dandoci l´energia per superare ogni genere di ostacolo. Mi ricordo che, a un certo punto, ci sentivamo quasi invincibili. La città di Trapani ci diede una spinta di una potenza tale da far saltare tutti i ruoli: quelli che, teoricamente, erano solo tifosi, giornalisti e passanti, diventarono amici e confidenti. Andavamo a cena insieme e ci facevamo forza a vicenda, parlando di basket, di sogni, della vita. Un caso rarissimo in cui una città e una squadra diventarono praticamente una cosa sola. E’ per questo che il mio legame con Trapani rimane tanto forte”. E adesso, naturalmente, ti toccherà cercare di batterci. Strano, vero?
“Certo che sì. E sarà una battaglia vera e intensa, ne sono certo. Giochiamo in un campionato nel quale bisogna assolutamente ricercare la continuità di rendimento e non è concesso mollare, neppure per un istante. Sarà una partita importante per noi”. Le prime giornate di A2 ci dicono di un campionato equilibrato, nel quale non esistono risultati scontati. Che impressione ti sei fatto al riguardo?
“Verissimo. Il nostro girone, in particolare, è davvero duro, con squadre mediamente molto competitive. Ci sono roster costruiti per vincere e altri gruppi solidi e strutturati da anni che sono, forse, anche più pericolosi, come Casale Monferrato e Agrigento ad esempio. In generale, tutti sembrano in grado di vincere ovunque e questo rende il campionato affascinante. Non sono concessi passi falsi, praticamente, e bisogna trovare il modo di superare i problemi in fretta. Ad esempio, la mia Viola sta facendo a meno forzatamente di Freeman e giocare con un americano in meno non è sempre facile, ma bisogna adattarsi e fare ugualmente del proprio meglio. Un po’ come è successo a Trapani, quando è stata costretta a rinunciare a Mays per la prima parte di stagione”. Insomma, sembra ci siano tanti punti in comune tra le nostre squadre anche quest’anno.
“Certo, inoltre condivido con il mio collega e amico Ugo Ducarello la situazione del ‘profeta in patria’, allenando entrambi nelle rispettive città. Ed è una condizione stupenda e complicata, al tempo stesso”. E domani saremo l’uno contro l’altro. Se chiudi gli occhi per un attimo, come ti immagini il tuo ritorno al Pala Conad?
“Travolgente. Ho già giocato contro Trapani in precampionato e ricordo benissimo quando pochi anni fa vi ho fatto visita, durante una partita di DNC. Già in questi casi non è stato un impatto semplice, ma stavolta i brividi si moltiplicheranno a dismisura. Giocheremo in quella che per due anni è stata la mia casa, dove ogni angolo e ogni mattonella rievoca in me emozioni indelebili. Sono una persona che non ha paura di mostrare le proprie emozioni e non avrò pudore nel farlo neppure stavolta: rientrando sul vostro parquet sarà inevitabile provare brividi veri”. Tra tutti, sapresti scegliere un ricordo di ciò che ti lega a Trapani?
“Ci sono davvero troppe storie e infiniti aneddoti. Ricordo distintamente la festa del minibasket, a pochi giorni dal Natale 2010. Partecipai in maniera spontanea a quel pomeriggio, insieme a tutta la squadra. Era un momento di reale indecisione sul da farsi e ci chiudemmo in ufficio, insieme a tutti i senior. In qualche modo, l’incredibile atmosfera di quella festa contribuì a farci scegliere di andare avanti e continuare a garantire il nostro impegno. Nessuno si tirò indietro e ci compattammo come un unico corpo, tanto tra di noi, quanto con l’intera città”. E da lì una delle cavalcate più incredibili della nostra storia cestistica…
“Fu la forza di Trapani e dei trapanesi a renderla possibile. Merito della squadra, senz’altro, ma anche dell’energia magica che si creò e che nessuno di noi dimenticherà mai”. Ci vediamo domani coach e vinca il migliore. Comunque andrà, sarà un piacere riabbracciarti.
“Lo sarà anche per me. Avversari certamente, nemici mai”.
Gianluca Tartamella – Responsabile Comunicazione Pallacanestro Trapani
|