Inserita in Nera il 01/07/2013
da redazione
Riina: dietro la strage di Capaci la mano dei servizi segreti
Dietro la strage di Capaci, costata la vita al giudice Giovanni Falcone, alla moglie e a tre agenti di scorta, ma anche dietro la strage di via D´Amelio, in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta, ci sarebbe stata l´ombra dei servizi segreti.
A rivelarlo è il boss mafioso Totò Riina che lo scorso 21 maggio, parlando in carcere con una guardia penitenziaria, avrebbe fatto queste confidenze:
«Brusca non aveva fatto tutto da solo e che lì c´era la mano dei servizi segreti. La stessa cosa vale anche per l´agenda del giudice Paolo Borsellino. Perchè non vanno da quello che aveva in mano la borsa e non si fanno dire a chi ha consegnato l´agenda? In via D´Amelio c´entrano i servizi che si trovano a Castello Utveggio e che dopo cinque minuti dall´attentato sono scomparsi, ma subito si sono andati a prendere la borsa».
Nella relazione della guardia carceraria e depositata oggi al processo per la trattativa tra Stato e mafia, si legge ancora che Riina avrebbe detto:
«Erano venuti dei magistrati da Caltanissetta e mi avevano fatto vedere delle foto chiedendomi se li conoscevo» ma il boss asseriva «chi sono?».
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