Inserita in Nera il 29/06/2013
da redazione
Figlio di Provenzano fa un esposto ai Carabinieri: mio padre in stato di degrado
Un esposto per denunciare «lo stato di degrado, di abbandono fisico, l´assenza di igiene» in cui versa il padre, Bernardo Provenzano, è stato presentato stamane ai carabinieri di Parma dal figlio dell´anziano capomafia, Angelo.
Il vecchio padrino di Corleone dal 7 giugno è ricoverato nel reparto detenuti dell´ospedale di Parma per un´infezione di incerta origine, che nei giorni scorsi gli ha procurato anche febbre alta. Al termine dell´ultima visita al padre Provenzano jr si è visto consegnare un pacco con la biancheria sporca, le cui condizioni igieniche sono «incompatibili con il minimo senso di decenza».
«La biancheria -si legge nell´esposto- era intrisa di urine e macchiata fin sulla parte che copre le spalle, risultando palesemente bagnata, oltre che piena di macchie già presumibilmente asciugatesi, nonchè emanante un insopportabile fetore».
Negli ultimi tempi su disposizione del carcere, spiega Rosalba Di Gregorio, legale di Provenzano, non sono più stati fatti entrare in carcere nè accappatoi nè asciugamani perchè è impossibile fare la doccia al padrino di Corleone. Provenzano infatti da tempo non cammina e si nutre attraverso un sondino. Nel corso dell´ultimo colloquio, avvenuto nel reparto detenuti dell´ospedale di Parma, dove è ricoverato, non ha riconosciuto il figlio, tenuto lontano dal boss da una fila di banchi sistemati a mò di barriera.
L´incontro è stato videoregistrato ed è avvenuto alla presenza delle guardie.
Nell´esposto Provenzano Jr sottolinea come il padre sia trattato «in dispregio a tutti i criteri minimi di umanità» e chiede l´accertamento dei fatti e «la verifica delle eventuali ipotesi di reato e dei soggetti eventualmente responsabili».
Da tempo l´avvocato Di Gregorio chiede la revoca del 41 bis per il proprio assistito affetto da patologie cardiache, neurologiche e da una recidiva del tumore alla prostata. «La mia è una battaglia di civiltà -dice all´Adnkronos Di Gregorio- non credo di poter creare nessun tipo di vantaggio al mio cliente, che è un vegetale e non riconosce nè me nè i famigliari. Le condizioni in cui viene tenuto violano gli standard minimi di umanità non credo che sia un esempio di civiltà nè giuridica nè etica».
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