Inserita in Un caffè con... il 25/06/2013
da redazione
Facciamoci uno scopone
Provare a capire come funziona il consiglio comunale a Trapani è un po’ come assistere ad una partita di scopone scientifico. Con la differenze che, a Palazzo Cavarretta, di scientifico c’è poco o nulla. Scienziati tanti, in verità, ma scienza zero.
A scopone, mi spiega qualche amico bravo a giocare, se sei mazziere (cioè dai le carte) insieme al tuo compagno devi fare di tutto per apparigliare. Se, invece, sei avversario devi fare di tutto per sparigliare.
Ecco, a Trapani bene o male funziona proprio così: il sindaco, da Palazzo D’Alì, appariglia, o almeno ci prova. L’aula consiliare, da Palazzo Cavarretta, spariglia. Finora, tranne qualche momento di presunta serenità, il primo cittadino ha avuto il suo da fare per trovare e mantenere una maggioranza numerica in aula e, fino all’altro ieri, c’era in qualche maniera riuscito. Insieme e con l’avallo, ovviamente, del suo mentore unico (il senatore d’Alì) che gli ha tolto le castagne dal fuoco agevolando l’ingresso in maggioranza di Peppe Bianco ed i suoi. Nel frattempo Damiano, in appena un anno, ha perso Fazio, ha perso Salone, e ha rischiato di perdere anche altri pezzi del Pdl.
Allora lui, Damiano, ha apparigliato facendo contenti i Riformisti. Poi ha continuato ad apparigliare facendo contento Paolo Ruggirello e poi ha provato a vincere la partita concedendo al consigliere del Pdl, Giuseppe Guaiana (che nei mesi scorsi scalpitava un po’) la possibilità di indicare il nuovo amministratore unico dell’ATM.
Scopa! Partita vinta?
Nonsi...
A sparigliare, però, ci stanno pensando Bianco, Pumo e Barbera che si stanno ricordando di non essere stati eletti nella cordata che appoggiava Damiano e che a loro toccava almeno un componente del Cda di Atm.
E invece sono rimasti a bocca asciutta sia sull’Atm che sulla Trapani Servizi. La maggioranza, pertanto, rischia di mancare ancora una volta.
|