Inserita in Cronaca il 10/09/2015
da REDAZIONE REGIONALE
QUESTURA DI TRAPANI - ARRESTATO ALBERTO GALOFARO
- Nella serata di ieri, personale dipendente di questo Commissariato di P.S. ha tratto in arresto
l’imprenditore alcamese GALOFARO Alberto, nato ad Alcamo (TP) il 15 aprile 1966, dando esecuzione all’ordine di carcerazione emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Palermo. L’ordine di cattura giunge dopo il rigetto della corte di cassazione, del ricorso dallo stesso presentato contro la pesante condanna detentiva per usura aggravata, tentata estorsione e detenzione abusiva di armi. Il pesante verdetto, pari a dieci anni di reclusione, perviene dopo due complessi gradi di giudizio – la pena in primo grado 16 anni mentre in secondo grado veniva ridotta a dieci anni, mesi due e giorni ventotto – in esito ai quali è stata riconosciuta la validità della laboriosa attività d’indagine eseguita da questo Ufficio e dal Commissariato di P.S. di Castellammare del Golfo, coadiuvati dalla locale Compagnia dei Carabinieri. Una certosina attività che consentiva di acquisire elementi probatori ed indizi avallati nel primo provvedimento restrittivo cautelare emesso dal G.I.P. di Trapani nell’aprile del 2005. L’importante risultato investigativo era il frutto di parallele indagini avviate autonomamente dai Commissariati di P.S. di Alcamo e Castellammare del Golfo, da un lato, e dalla Compagnia dei Carabinieri di Alcamo dall’altro, le quali malgrado trattassero diverse ipotesi delittuose, confluivano nelle medesime risultanze investigative configurando gli iscritti reati di usura aggravata, estorsione e illecito esercizio di attività finanziarie a carico del GALOFARO Alberto. Questi filoni di indagine, avviati per i reati usura aggravata, estorsione ed illecito esercizio di attività finanziarie, focalizzavano un solo e comune denominatore: l’attività usuraia posta in essere da GALOFARO Alberto. L’attività di indagine condotta dalla Polizia di Stato traeva spunto dal danneggiamento dell’abitazione di proprietà di un artigiano verificatosi in Castellammare del Golfo nel dicembre del 2013, inizialmente finalizzata proprio all’identificazione degli autori dell’atto intimidatorio consumato. Attraverso l’espletamento di servizi di intercettazione si riusciva a tratteggiare una realtà sostanzialmente difforme da quella ipotizzata inizialmente, ovvero una ritorsione per una potenziale richiesta di natura estorsiva disattesa dalla vittima. A seguito della complessa attività d’indagine, nella quale si evidenziavano numerosi servizi di intercettazione, venivano raccolte una serie di indicazioni che consentivano di tracciare i contorni di un preoccupante e drammatico scenario. Le vittime, unitamente ad altri soggetti veniva osservata nel proprio vissuto quotidiano, caratterizzato dal disagio comune scaturente dall’essere soggiogato dall’odierno arrestato il quale, senza scrupoli, approfittando delle loro difficoltà economiche, non esitava a rendere loro disponibili alcuni prestiti di denaro, ovviamente dietro il compenso di elevatissimi interessi usurari. L’attività di indagine intrapresa in tal senso consentiva infatti di raccogliere molteplici e gravi elementi indiziari a carico del GALOFARO Alberto, dimorante nel comune di Alcamo, e di documentare il programma criminoso dallo stesso ideato secondo un machiavellico meccanismo, al precipuo scopo di eludere facilmente qualsiasi situazione a lui pregiudizievole. Il GALOFARO Alberto si presentava alle sue vittime quale operatore nel settore dell’intermediazione del credito, posizione supportata dall’esistenza di una società finanziaria a lui facente capo denominata Istituto Finanziario Europeo S.r.l. con sede in Trapani. Il curriculum criminale dell’odierno arrestato annovera numerosi precedenti giudiziari, tra i quali alcuni specifici per il reato di usura; di fatti nel 1996 era destinatario di provvedimento cautelare poiché indagato per i reati di usura, detenzione di armi ed estorsione aggravata con il quale, successivamente gli veniva imposto il divieto di dimora in Alcamo. Grazie al materiale raccolto e malgrado il rilevante livello organizzativo raggiunto dal GALOFARO con il quale, con molta accortezza, imponeva alle sue vittime un sistema particolare di pagamento degli interessi, evidenziando ancor di più una particolare attenzione ed abilità nella predisposizione di idonee contromisure finalizzate ad eludere eventuali accertamenti nei suoi confronti, gli investigatori riuscivano ad evidenziare il procedimento di calcolo utilizzato dall’odierno indagato, il quale non si faceva scrupoli, malgrado il palesato stato di bisogno delle vittime, a richiedere gli interessi applicando un tasso d’interesse ben superiore a quello previsto dall’attuale normativa che in determinati passaggi raggiungeva picchi del 190%. Durante l’esecuzione del primo provvedimento custodiale, nel corso della perquisizione operata nei suoi confronti venivano rinvenuti numerosi titoli di credito ed pezzi di carta dove l’usuraio riportava i suoi calcoli per la determinazione delle spese da far pagare alle sue vittime. Siffatta attività veniva estesa all’abitazione del predetto; nella circostanza si sequestrava ulteriore materiale a sostegno dell’attività investigativa espletata (oltre 1.000 reperti tra titoli di credito ed effetti cambiari), nonché una pistola illegalmente detenuta. Il processo di primo grado seguiva un lungo e complesso percorso alla luce del vasto giro di usura gestito dal GALOFARO Alberto che veniva condannato alla pena detentiva di anni 16; le risultanze delle indagini consentivano all’A.G. competente di procedere al sequestro del patrimonio dell’usuraio – autovetture, natanti ed immobili – così come previsto dalla normativa in siffatta materia. Nella tarda serata di ieri la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da condannato che veniva immediatamente girato alla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Palermo per l’immediata esecuzione. Dopo due giorni di pedinamento ed osservazione, effettuati al fine di escludere un probabile allontanamento, il GALOFARO Alberto è stato rintracciato presso la sua dimora estiva di Alcamo Marina. Conclusi gli atti di rito l’arrestato veniva tradotto presso la Casa Circ.le San Giuliano di Trapani.
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