Inserita in Nera il 10/01/2013
da redazione
Alcamo: Intimidazione al Carrefour
La somma di tre indizi (un bidone di cinque litri pieno di benzina, un accendino e tre proiettili) darebbe, e non solo secondo Sherlock Holmes, una prova. E la prova, ad Alcamo, è stata trovata all’interno di un sacchetto di plastica, appeso con del fil di ferro, nel cancello del supermercato Carrefour di Nicolò Sorrentino in contrada San Gaetano, poco distante dall’uscita dell’autostrada Alcamo est. Una “prova” che dalle nostre parti (ma anche altrove) si chiama intimidazione o avvertimento.
A trovare gli indizi silenziosi e mai così tanto loquaci, è stato il figlio del proprietario del supermercato tornato negli uffici del centro commerciale, dopo la chiusura, per aver dimenticato alcuni documenti in ufficio. Accortosi del “messaggio in codice”, Sorrentino ha subito chiamato i carabinieri della compagnia di Alcamo i quali, precipitati sul posto per i rilievi di rito, hanno immediatamente informato la Procura di Trapani dell’atto intimidatorio. Il padre, Nicolò Sorrentino, titolare oltre che del Carrefour alcamese anche della Sormec Metalmeccanica (impresa che movimenta merci, stoccaggio e costruzione di gru idrauliche) ma non solo.
I suoi interessi valicherebbero i confini trapanesi per raggiungere Partinico dove Nicolò è uno dei soci del Consorzio Cosar e titolare di un capannone nell’area artigianale di Contrada Margi. Lo scorso febbraio Nicolò Sorrentino è stato condannato dal Tribunale di Trapani per omicidio colposo, a seguito della morte dell’operaio verniciatore e dirigente sindacale dell’Ugl Gregorio Messana, avvenuta nel 2006. Gli inquirenti stanno battendo molte piste anche se la corsia preferenziale scelta per far correre queste indagini, sarebbe quella del racket e delle estorsioni.
Mà
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